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“Quasi amici”: le frasi indimenticabili del film uscito in Italia 10 anni fa

Cinema
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La storia dell'amicizia tra un miliardario tetraplegico e il suo badante ha conquistato il pubblico con una lezione sull’importanza di non fermarsi mai alle prime apparenze. I momenti indimenticabili della pellicola, insieme profonda ed esilarante, passano anche - e soprattutto - da alcune battute diventate poi celebri. Ecco una selezione delle più famose

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Un miliardario tetraplegico, costretto in sedia a rotelle, e un badante fuori dal comune. Dieci anni fa la strana coppia di Quasi amici arrivava nelle sale dei cinema italiani e conquistava il pubblico con una storia sull’amicizia, sul rispetto e sull’importanza di non fermarsi mai alle prime apparenze. Diretto da Olivier Nakache ed Éric Toledano, il film francese (il titolo originale è Intouchables) ha come protagonisti François Cluzet e Omar Sy ed è ispirato a una vicenda vera: quella di Philippe Pozzo di Borgo, miliardario rimasto paralizzato dal collo in giù a causa di un incidente con il parapendio. La storia dell'amicizia tra Philippe e il suo badante -  Driss - racconta uno spaccato di solidarietà, in una Francia dove si alternano la ricchezza e l’eleganza dei quartieri dove vive il primo, alla povertà delle banlieue da cui viene il secondo. Eppure i due mondi si incontrano e l’affetto riesce a colmare le differenze, a oltrepassare la barriera della disabilità fisica e quella dell’emarginazione sociale. I momenti indimenticabili della pellicola, insieme profonda ed esilarante, passano anche - e soprattutto - da alcune frasi diventate poi celebri. Ecco una selezione delle più famose.

Driss, “nessuna pietà”

Driss, badante di origini senegalesi, viene scelto da Philippe proprio perché è un ragazzo fuori dal comune: non ha scrupoli nel dire le cose come stanno e si pone verso il suo datore di lavoro come se non fosse paralizzato, regalandogli sprazzi di normalità. Questo nonostante non abbia completato gli studi e la sua fedina penale non sia esattamente pulita. Parlando di lui, Philippe spiega: “È esattamente questo, quello che voglio: nessuna pietà. Spesso mi passa il telefono, sai perché? Perché si dimentica. È vero, non ha una particolare compassione per me, però è alto, robusto, ha due braccia, due gambe, un cervello che funziona, è in buona salute. Allora di tutto il resto, a questo punto, nel mio stato, come dici tu, da dove viene, che cosa ha fatto, io me ne frego”.

 

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L’ironia e gli scambi di battute

Il film è un continuo alternarsi di momenti esilaranti e momenti seri. L’ironia però è sempre costante, come dimostra questo cambio di battute.

Driss: Senti questa….dove si trova un tetraplegico?

Philippe: Non lo so. Dove si trova?

Driss: Dove lo hai lasciato!

 

Anche Philippe non è da meno. È il primo ad essere consapevole delle sue limitazioni fisiche e, anche grazie a Driss, a trovare nell’ironia un modo per sdrammatizzare la sua condizione.

Driss: Se succede a me, io mi sparo

Philippe: Anche questo è difficile per un tetraplegico

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L’arte, “unico segno del nostro passaggio sulla terra”

Philippe - a differenza di Driss - è un uomo colto, che vive in un palazzo tutto suo dove le opere d’arte non mancano. Il suo badante stenta a capire perché i quadri e gli oggetti artistici siano così importanti per il suo datore di lavoro, finché è lui stesso a dargli una spiegazione: “Ti sei mai chiesto perché la gente si interessa all’arte? Perché è l’unico segno del nostro passaggio sulla terra”.

Tristezza e dolore

Nonostante la ricchezza, le opere d’arte e le persone al suo servizio, Philippe è un uomo profondamente triste. Non può vivere la vita che avrebbe voluto ed è costretto a dipendere, per ogni piccola cosa, dagli altri. E ai momenti leggeri e d’ironia che gli regala Driss, non possono che alternarsi, inevitabilmente, quelli tristi. “Il dolore a volte scompare, ma i pensieri sono ancora qui”, è una delle frasi più famose pronunciate da Philippe per descrivere i suoi sentimenti.

 

"Non è musica se non riesci a ballare"

Il miliardario è appassionato di musica, ma è anche consapevole di poterla solo ascoltare. “Non è musica se non riesci a ballare”, confessa in un passaggio del film in cui fornisce lo spaccato forse più sincero e folgorante sulla sua condizione.

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