PerdutaMente, Paolo Ruffini: "Il mio film sull'Alzheimer è un grande racconto d'amore"

Cinema

A quattro anni di distanza dal precedente "Up&Down – Un film normale", il regista e attore, qui coadiuvato da Ivana Di Biase,  torna con un lavoro questa volta dedicato all’Alzheimer. Storie dolorose ma piene d'amore, come racconta a Sky Tg24

"Un'esperienza forte, difficile da metabolizzare che continua a lavorarti dentro". Così Paolo Ruffini sintetizza a Sky Tg24 il suo lungo viaggio in "PerdutaMente" , documentario  (nei cinema dal 14 al 16 febbraio) di cui è regista insieme a Ivana De Biase e dedicato al dramma dell’Alzheimer. Non non documentario scientifico , come ci tiene a precisare lo stesso Ruffini, ma solo un film d'amore insieme a una carezza verso tutti coloro che in un periodo difficile come quello che noi tutti stiamo vivendo, continuano a stare vicino ai proprio cari devastati da questa malattia feroce e devastante che "colpisce chi si ammala ma colpisce e aggredisce anche le famiglie nei loro sentimenti più profondi".

"Io non so chi sono. Io non so chi sei ma so che ti amo. Questa dichiarazione disperata l’abbiamo riscontrata nelle 15 testimonianze e ci ha portato alla conclusione che questo film è un gran film d’amore" racconta ancora il regista che si è impegnato quasi due anni per portare a termine questa sua lunga esplorazione commovente e profonda tra malati e familiari investiti da questa malattia neurodegenerativa. E infine la scoperta più bella. Dice Ruffini: "I malati di Alzheimer sono dei malati sublimi".

Dopo l'uscita evento in sala, il film (prodotto da Ruffini con Nicola Nocella per Vera Film, insieme a Well See, in collaborazione con la Fondazione Polli Stoppani e con il contributo di Roberto Cavalli) arriverà anche su Sky per poi tornare in sala nel prossimo mese di marzo.

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