Finale di Fight Club censurato in Cina, la reazione (inaspettata) di Chuck Palahniuk

Cinema

Camilla Sernagiotto

L'autore del romanzo da cui è tratto il film di David Fincher (di cui recentemente è stata data notizia del finale adulterato in Cina) ha detto la sua sulla questione dell’happy ending made in China. Lasciando tutti di stucco: "L'ironia è che il modo in cui i cinesi l’hanno cambiato allinea il finale del film quasi esattamente con il finale del libro, al contrario del finale di Fincher”. E si scaglia contro la censura. Ma non quella cinese: quella americana. Gulp! O golpe?

La notizia del finale di Fight Club che è stato censurato in Cina ha fatto il giro del mondo, indignando tutti quanti. Tutti tranne uno, la cui identità lo rendeva il meno probabile a essere d'accordo con i cinesi: una voce che esce dal coro indignato, discostandosi totalmente da quell'indignazione, lascia basiti perché stiamo parlando di Chuck Palahniuk, l'autore del romanzo da cui David Fincher ha poi tratto il suo cult movie con protagonisti Edward Norton e Brad Pitt.

Il famoso scrittore statunitense ha detto la sua sulla questione dell’happy ending made in China. Lasciando tutti di stucco: "L'ironia è che il modo in cui i cinesi l’hanno cambiato allinea il finale del film quasi esattamente con il finale del libro, al contrario del finale di Fincher”. E poi si scaglia contro la censura ma non quella cinese: quella americana. Gulp! O  golpe?

La dichiarazione è stata fatta durante un'intervista rilasciata a TMZ.

Il finale cambiato

Il finale scelto da David Fincher era quello più spettacolare e quindi visivamente più impattante, mentre chi ha letto la versione originale, cartacea, di Fight Club sa che alla fine le cose vanno diversamente da ciò che l'ultima scena fincheriana ci spiattella davanti (con ampio godimento dello spettatore, quindi grazie David Fincher).
Ma il quindi di Palahniuk è ben differente dal quindi nostro: “Quindi, in un certo senso, i cinesi hanno riportato un po' il film verso il libro".

Dunque il romanziere statunitense è l'unica persona che non sembrerebbe particolarmente turbata dalla modifica drastica del finale di Fight Club, con la scena tagliata e un cartello con scritta bianco su nero che dice testuali parole: “La polizia ha rapidamente scoperto l'intero piano e arrestato tutti i criminali, prevenendo con successo che le bombe esplodessero. Dopo il processo, Tyler è stato inviato a manicomio in cura psicologica. È stato dimesso dall'ospedale nel 2012”.

La vittoria delle autorità che la Cina pone come "happy ending" alla favola originariamente anarchica e anti-capitalista del film cult tratto dall’omonimo romanzo di Chuck Palahniuk ne stravolge totalmente la trama, il senso e il messaggio, come tutti noi abbiamo pensato e detto. E invece no: il romanziere a cui si deve la storia in realtà non voleva raccontarci una favola anarchica e anti-capitalista. O meglio: non voleva che la sua favola anarchica e anti-capitalista avesse un classico “E vissero felici e contenti” in chiave anarchica.
Il complotto anarchico per far saltare in aria gli edifici delle banche - con cui finisce il film di Fincher - risulta infatti un happy ending, se leggiamo la pellicola in chiave anarchica e anti-capitalistica.

Palahniuk sostiene che il finale cinese meno pirotecnico si avvicina effettivamente molto di più al suo romanzo originale rispetto all’adattamento firmato dagli americani, insomma.

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Quindi è bene fare un attimo il punto.

Palahniuk ha scritto il romanzo nel 1996. Il finale dava ragione ai cinesi.
Tre anni dopo David Fincher decide di portare sul grande schermo il bestseller di Palahniuk. Nel 1999 in molti si dimenticano del bestseller di Palahniuk, offuscato dal blockbuster di Fincher. E lì il finale cambia rispetto al libro: il regista ne sceglie uno più spettacolare, quello degli ordigni che esplodono facendo crollare gli edifici delle banche.


Flashforward: salto in avanti di 23 anni. Siamo nel 2022, Cina. Sulla piattaforma di streaming Tencent Video compare Fight Club. Ma gli utenti della piattaforma che erano riusciti a guardare questo film cult statunitense in versione piratata si accorgono che c'è qualcosina che non va: il finale non è quello giusto. O meglio: il finale non è quello di David Fincher, ecco. Perché alla fine di tutta questa storia pare invece che il finale cinese sia quello giusto, ossia quello che si ricollega più fedelmente al libro...

Analizziamo il film originale (anche se adesso non si capisce più cosa si debba chiamare originale o contraffatto, censurato, adulterato e via dicendo).

In Fight Club di Fincher il narratore senza nome di Norton uccide il suo alter ego, Tyler Durden (Pitt), dopodiché si mette a guardare uno skyline esplodere, infliggendo un colpo devastante alla cultura consumistica e cancellando le sedi delle banche.

La versione Tencent taglia quel finale e lo sostituisce con un fermo immagine e un scritta che fa vincere le autorità. Inoltre fanno guarire Tyler dalla schizofrenia, preoccupandosi delle sue cure psicologiche presso una struttura competente da cui viene dimesso felicemente nel 2012. Guarito.

Infine, torniamo all’origine del tutto: il romanzo di Palahniuk. Per dirla tutta, nel libro il piano del protagonista fallisce ma non a causa dell'intervento della polizia: tutto va a rotoli perché la bomba non funziona correttamente. Il narratore poi si spara e si sveglia in un ospedale psichiatrico, credendo di essere in paradiso.

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E il commento di Fincher, Pitt e Norton?

A questo punto non vediamo l'ora di sentire la controparte, ossia gli Stati Uniti d'America, in questa guerra fredda a colpi di tagli e finali alternativi...


Il magazine a stelle e strisce Entertainemt Weekly ha contattato i rappresentanti di David Fincher, Brad Pitt ed Edward Norton per un commento sul finale cinese del film.

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Palahniuk si scaglia contro la censura (ma, colpo di scena, quella degli USA)

Chuck Palahniuk si è detto assolutamente stranito dall'improvvisa protesta per il finale cambiato del film tratto dal suo romanzo. Il perché? Ha detto che da decenni è costretto ad affrontare la censura, per ogni suo romanzo e in particolare per Fight Club. Ma non sta parlando della Cina bensì di casa sua, l'America.


"Quello che trovo davvero interessante è che i miei libri sono pesantemente banditi negli Stati Uniti", ha dichiarato lo scrittore (che è statunitense, lo sottolineiamo). "Il sistema carcerario del Texas si rifiuta di portare i miei libri nelle loro biblioteche. Molte scuole pubbliche e la maggior parte delle scuole private si rifiutano di portare i miei libri. Ma è un problema solo quando la Cina cambia la fine di un film? Libri vietati per molto tempo”.

Ha aggiunto che ha dovuto affrontare tantissime ed estenuanti revisioni di Fight Club (il cartaceo). E la cosa assurda è che la censura messa in atto con il suo libro da parte di molti Paesi è legata allo showbiz: non una censura da Catone il moralizzatore, per intenderci, bensì una richiesta di modificare il finale del suo libro affinché questo... combaci con il finale del film di David Fincher!

"Molti dei miei editori esteri hanno modificato il romanzo in modo che il romanzo finisca come finisce il film", ha detto. "Quindi ho avuto a che fare con questo tipo di revisione per tipo 25 anni”.

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