“Gli Iperborei”, l'esordio narrativo di Pietro Castellitto

Cinema

Sarà in libreria dal 20 ottobre per Bompiani., il primo romanzo dell'attore e regista, già vincitore per il suo primo film "I predatori", del premio Orizzonti per la miglior sceneggiatura alla 77/ma Mostra del Cinema di Venezia e del David di Donatello e il Nastro d'argento 2021 come miglior regista esordiente

Dopo essersi affermato come uno degli attori emergenti del nostro cinema e aver vinto all’’ultimo Festival di Venezia il premio Orizzonti per la miglior sceneggiatura per il suo “I Predatori" e  il David di Donatello e il Nastro d'argento 2021 come miglior regista esordiente, Pietro Castellitto torna a far parlare di sé questa volta però nelle vesti di scrittore. Esce, infatti,  in libreria il prossimo 20 ottobre per Bompiani il suo primo romanzo dal titolo 'Gli Iperborei'.

La trama del romanzo

Personaggi del libro sono Stella, Guenda Pech, Poldo "Ciccio" Tapia e Aldo. Sono stati il leone, la balena, il cerbiatto, protagonisti di una recita di fine anno nella quale il canguro era scomparso e i suoi amici dovevano ritrovarlo. Adesso hanno quasi trent’anni e vagano nei meandri di una vita dorata: mangiano pesce crudo e patanegra, bevono vini pregiati, fumano essenze, assumono droghe come da bambini consumavano caramelle, navigano, festeggiano, inseguono le arti, tentano la politica. Hanno corpi scolpiti e vestiti costosi, sono figli di primari e giornalisti celebri, di miliardari dai patrimoni solidi e antichi o recenti e sospetti, ma sono anche gli eredi dei ribelli che hanno caratterizzato stagioni gloriose e disperate della storia: coloro che, prosperando nella pace, hanno invocato la guerra, che amando i genitori ne hanno patito le ipocrisie, smascherato le contraddizioni e sognato l’annientamento. Hanno tutto ma si sentono in trappola, e questa è la loro estate, quella in cui vogliono uscire dal cerchio. È Poldo la voce narrante della loro ebbrezza, della loro sfida: racconta come se vedesse tutto già da una distanza, registrando ogni cosa con fermezza ma senza nascondere la nostalgia per un’infanzia ancora vicina, la rabbia verso padri che si sono presi tutto non lasciando che briciole, la tenerezza per i fratelli e i coetanei capaci di farsi del male per protesta o per amore.

Poldo ha portato in barca con sé L’Anticristo, in cui Nietzsche sembra parlare di loro: “Guardiamoci in viso: noi siamo Iperborei... Abbiamo trovato l’uscita per interi millenni di labirinto. Oltre il nord, oltre il ghiaccio e la morte: la nostra vita, la nostra felicità...” L’esordio narrativo di Pietro Castellitto è sorprendente quanto l’opera d’arte scagliata dai suoi protagonisti dentro una piscina, doloroso come la voce di un figlio che soffre eppure capace di momenti di incanto, come gli occhi di un cerbiatto che brillano mentre la notte si spegne.

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Chi è Pietro Castellitto

Nato a Roma nel 1991, Pietro Castellitto ha esordito come attore a tredici anni, è laureato in Filosofia e nel 2020. Con il suo primo film, "i Predatori", ha vinto il premio Orizzonti per la miglior sceneggiatura alla 77/ma Mostra del Cinema di Venezia, il David di Donatello e il Nastro d'argento 2021 come miglior regista esordiente. Tra i suoi ruoli principali quello del Secco ne La profezia dell'armadillo e quello di Francesco e Totti nella serie televisiva Sky Speravo de morì' prima. E' tra i protagonisti di Freaks out, il nuovo film di Gabriele Mainettic arrivato in sala a settembre 2021.

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