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Halloween Kills, Jamie Lee Curtis omaggia la madre Janet Leigh con il suo look in Psycho

Cinema

Camilla Sernagiotto

©Getty

La protagonista dell'ultimo film diretto da David Gordon Green ha indossato in occasione della prima il leggendario vestito con abbottonatura bon ton e colletto alla coreana, perfetta replica di quello che negli anni Sessanta confezionò Rita Riggs (costumista della fase horror di Hitchcock) per sua mamma. Per i pochi che ancora non lo sanno, infatti, la scream queen di oggi è la figlia della scream queen di ieri, quella che interpretò la mitica Marion Crane

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Jamie Lee Curtis ha voluto omaggiare sua madre, Janet Leigh, alla première del film di cui è protagonista, “Halloween Kills”.

In occasione della prima del secondo capitolo della nuova trilogia di David Gordon Green, la diva che per il regista ha vestito di nuovo i panni (insanguinati) di Laurie Strode ha scelto di indossare altri celebri panni insanguinati: quelli che resero sua madre un'icona immortale del grande schermo.

Jamie Lee Curtis si è presentata vestita di tutto punto come Marion Crane, la protagonista del capolavoro di Alfred Hitchcock (Psyco, titolo originale Psycho, con l’acca).
Quello è stato il personaggio interpretato da Janet Leigh nel 1960 (e poi da Anne Heche in una nuova versione del film nel 1998 e ancora da Rihanna nella serie televisiva “Bates Motel” nel 2017) che consacrò sua madre a diva di Hollywood.

 

Il film di Hitchcock è infatti stato il primo horror mainstream: se prima di quel titolo il filone cinematografico da paura era considerato perlopiù un sottogenere (e perlopiù di serie B), con la consacrazione e benedizione del più grande regista del tempo poté finalmente aspirare a diventare una categoria di tutto rispetto della settima arte.
Ricordiamo che il personaggio di Marion Crane impersonato da Janet Leigh (e le altre, Anne Heche e Rihanna) è stato creato dall'autore Robert Bloch, il romanziere statunitense che nel 1959 diede alle stampe il suo omonimo capolavoro di genere thriller.

Capolavoro, certo, ma si tratta di uno di quei pochi casi in cui il film supera nettamente il libro… Non capita spessissimo a Hollywood e la tendenza è quella di considerare le trasposizioni cinematografiche di un'opera letteraria peggiori rispetto all'originale cartaceo. Ma tutto cambia se a occuparsi dell'adattamento è uno come Alfred Hitchcock (o come Kubrick, con buona pace di Stephen King e del suo romanzo “Shining”, che ha voluto poi trasporre lui stesso sul grande schermo con risultati ben lontani da quelli del Maestro. E con Maestro, s'intende non il Maestro del Maine ma Stanley).

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Il look che cita l'outfit materno

Da notare è che la première era a tema costume: non è che Jamie Lee Curtis sia impazzita e si sia presentata in versione Halloween così, tanto per. Anche se presentarsi in versione Halloween sarebbe stato comunque molto significativo per lei, che è la protagonista della saga cinematografica che va proprio sotto il titolo di Halloween
Proprio per questo motivo, probabilmente, la produzione avrà pensato di proporre come dress-code un abbigliamento a tema horror (poiché i costumi a tema horror sono appunto quelli che si indossano ad Halloween, quindi tutto torna).

 

Jamie Lee Curtis ha così indossato il vestito con abbottonatura bon ton e colletto alla coreana, una replica perfetta di quello confezionato negli anni Sessanta da Rita Riggs (la costumista della fase horror di Hitchcock).

Ha aggiunto la borsetta nera a mano, le scarpe pumps con punta affusolata nere, la parrucca bionda e, come ciliegina (rossa, proprio) si è portata dietro una tenda da doccia insanguinata, chiaro riferimento alla scena memorabile del film Psyco.

La tenda da doccia con schizzi di sangue annessi è stata da lei utilizzata nel corso della serata a mo’ di scialle, quando il freschino lo richiedeva. Geniale.

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La mise di scena di Marion Crane

Di certo Jamie Lee Curtis non poteva presentarsi nuda, come la madre risultava nella scena in cui viene assassinata nella doccia. Allora ha optato per il look della fuga con i soldi, quel momento cruciale, quel bivio morale ma anche stradale - che la porterà al Bates Motel e al suo terribile destino - in cui Marion Crane da segretaria diventa improvvisamente una ladra fuggitiva. Una latitante che non finisce benissimo (eufemismo), come sappiamo bene e a scanso di spoiler (perché se c’è un film “inspoilerabile” quello è proprio Psyco. Chi è che non conosce la scena dell’accoltellamento nella doccia? Nessuno, appunto).

 

Ed ecco che torna a essere protagonista del cinema quel vestito che la pellicola in bianco e nero di Hitchcock ci suggeriva essere grigio ma che, in verità, era azzurro carta da zucchero, esattamente come quello sfoggiato dalla protagonista di Halloween Kills.

 

La cosa notevole di questa trovata fashion di Jamie Lee Curtis è la portata horror: la scream queen junior (la senior era sua mamma) ci offre un doppio carico di orrore con questa scelta. Quel look per la première del secondo capitolo della nuova trilogia di Halloween fa risorgere nella memoria di tutti noi due dei più grandi incubi della storia del cinema: Norman Bates da una parte e Michael Myers dall’altra. Due piccioni con una fava, come si suol dire.

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Un doppio concentrato di horror in un solo look

Quindi quell'outfit è stato a dir poco perfetto, un vero e proprio concentrato di “brrr…”. E con brrr… non si intende il freddo, quello contro cui Jamie Lee Curtis si è difesa servendosi dello scialle/tenda-da-doccia con lo stesso coraggio con cui si è difesa da Michael Myers nell’intera epopea nata nel 1978 con il capostipite, Halloween - La notte delle streghe di John Carpenter.

 

A differenza di mamma, che contro Norman Bates non ha purtroppo avuto la meglio (diciamo purtroppo dal lato umano, non certo da quello cinematografico. Se Leigh fosse uscita incolume da quella doccia, di certo non staremmo qui a parlare di questo film a distanza di mezzo secolo).

Vi mostriamo la foto di Jamie Lee Curtis vestita come la madre Janet Leigh in “Psyco” alla fine di questo articolo.

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Halloween Kills

Halloween Kills è il nuovo capitolo della trilogia dell'orrore che ha riportato negli incubi di noi tutti Michael Myers. Di noi tutti ma specialmente in quelli di Laurie Strode, il personaggio interpretato da Jamie Lee Curtis (che qui riprende il suo mitico ruolo). 

"Halloween Kills" incomincia poco dopo che Laurie Strode (Curtis), sua figlia Karen (Judy Greer) e la nonna Allyson (Andi Matichak) hanno lasciato nello scantinato della casa in fiamme il killer mascherato, Michael Myers (conosciuto anche come Ombra, Ombra della Strega, Uomo Nero o Signore della Morte). 

Laurie presenta ferite che potrebbero rivelarsi letali, così verrà trasportata d'urgenza in ospedale. Crede di essere riuscita finalmente a eliminare il peggior incubo della sua vita ma purtroppo per lei (e fortunatamente per noi, spettatori) non è così: Michael Myers è riuscito a liberarsi dalla trappola infuocata in cui Laurie l'aveva imprigionato e ricomincerà con il suo rito del bagno di sangue. Anzi: della doccia di sangue, rimanendo in tema Psyco

 

La protagonista dovrà quindi preparare tutta Haddonfield a ribellarsi contro quel mostro terribile e inarrestabile.
Lei, la figlia e la madre, ossia tutte le donne Strode, si uniranno a un gruppo di altri sopravvissuti alla prima furia omicida del serial killer e insieme decideranno di formare un gruppo di vigilanti il cui compito è quello di stanare Michael Myers. Halloween Kills procede come una vera e propria caccia all'uomo, anzi al mostro, per eliminare una volta per tutte uno dei più grandi incubi della storia del cinema dell'orrore.

La pellicola è attesa nelle sale italiane per il 21 ottobre.

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Psyco

La pellicola che Jamie Lee Curtis ha omaggiato, assieme al tributo a sua mamma, è Psyco.
Anche se non ha certo bisogno di presentazioni, si tratta del film diretto nel 1960 da Alfred Hitchcock e interpretato da Janet Leigh, Anthony Perkins, John Gavin e Vera Miles.


Tratto dall'omonimo romanzo del 1959 di Robert Bloch (che trasse ispirazione delle vicende reali del serial killer Ed Gein), è uno dei titoli più famosi della filmografia di Hitchcock ed è stata la sua opera che registra il maggior successo a livello commerciale.

 

Esattamente come il franchise di Halloween che vede protagonista la figlia di Janet Leigh, infatti, pure Psyco si può considerare un franchise (e quando qualcosa si può considerare tale, significa che l’originale ha avuto un successo enorme).

Psyco ha generato tre sequel, uno spin-off, una serie televisiva, un remake shot-for-shot, un documentario con focus sulla scena più famosa (quella della doccia) e tante altre opere collegate al masterpiece del Maestro del brivido.

 

Riferimenti a Psyco si trovano in moltissimi altri media, dai cartoni animati ai fumetti, dai videogiochi alle serie televisive. Da I Simpson passando per Dylan Dog, tutti hanno omaggiato in qualche modo questo film.

 

Nel 1961 Psyco fu candidato a quattro Premi Oscar (miglior regista, miglior attrice non protagonista, migliore fotografia e migliore scenografia) ma non ne vinse nessuno. Lo stesso anno però gli fu assegnato un Golden Globe: quello per la migliore attrice non protagonista a Janet Leigh (non protagonista perché il “vero” protagonista è Anthony Perkins, l’interprete di Norman Bates).

 

Nel 1992 Psyco è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. Nel 1998 l'American Film Institute l’ha inserito al diciottesimo posto della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi. E dieci anni dopo, nella lista aggiornata, è salito alla 14° posizione.

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La storia vera che si cela dietro a Psyco

Dato che la trama la conoscono anche i paracarri, non ne parleremo. Parleremo invece di come il film sia ispirato a un vero omicida seriale, quell’Ed Gein su cui si basò Robert Bloch per scrivere il suo romanzo.

 

Ed Gein assassinò due persone tra il 1947 e il 1957, nella zona di La Crosse e Plainfield (Wisconsin). Due persone sono le sue vittime certe ma si sospetta che questo omicida statunitense sia stato autore anche di molti altri delitti. Dopo la morte di suo fratello, avvenuta nel maggio 1944, sei persone sono scomparse dalle due città del Wisconsin sopracitate. E anche la morte del fratello è avvenuta in circostanze misteriose...


Ma non è soltanto il numero di cadaveri collegato (o collegabile) a Ed Gein ad averlo fatto finire su tutti i giornali del tempo: la cosa più peculiare di questo macabro psicopatico è che creò decorazioni casalinghe con i resti delle vittime.

Commise atti di squartamento e necrofilia sui corpi, pare che abbia violato diverse bare per costruirsi pezzi di arredo con le parti corporee dei cadaveri.

 

Si tratta di uno dei serial killer che ha ispirato il maggior numero di pellicole cinematografiche: Psyco, Deranged - Il folle, Non aprite quella porta, Il silenzio degli innocenti, Ed Gein - Il macellaio di Plainfield ed Ed Gein: The Butcher of Plainfield parlano di lui. E anche il personaggio di "Bloody Face" in American Horror Story: Asylum.

 

In Psyco è chiaramente Norman Bates; ne Il silenzio degli innocenti (1991) è rappresentato dal personaggio di Jame Gumb (detto Buffalo Bill e impersonato dall’attore Ted Levine); in Deranged - Il folle (1974) è Ezra Cobb (detto Macellaio di Woodside e interpretato dall’attoere Robert Blossom), mentre in Non aprite quella porta (1974) è alla base del personaggio Leatherface, interpretato da Gunnar Hansen.

 

Ecco la foto che Jamie Lee Curtis ha postato sul proprio profilo di Instagram:

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