Il 21 e il 28 giugno in onda su Sky la miniserie in due puntate sulla tragedia di Vermicino che fermò e commosse l'Italia nel 1981: le parole di Valentina Romani, Daniele La Leggia e Giacomo Ferrara a cui sono toccati i ruoli più difficili e faticosi, anche dal punto di vista fisico
Alfredino Rampi, 40 anni fa la tragedia di Vermicino: Tutti i video
Il 21 e il 28 giugno su Sky andrà in onda la miniserie in due puntate Alfredino - Una storia italiana, sulla tragica vicenda del piccolo Alfredo Rampi, il bambino di sei anni che precipitò in un pozzo nelle campagne romane nel giugno del 1981 e tenne l'Italia con il fiato sospeso per tre giorni. Una storia che rivive con la regia di Marco Pontecorvo e le interpretazioni di Anna Foglietta, Vinicio Marchioni e tanti altri attori che hanno aiutato a guardare anche oltre il lato puramente cronachistico di un trauma nazionale che è servito per migliorare l'organizzazione sul territorio, fino alla nascita della Protezione Civile.
Una parte importante nelle lunghe e pericolose operazioni di salvataggio ce l'hanno i tre speleologi Laura Bortolani, Tullio Bernabei e Maurizio Monteleone, interpretati rispettivamente da Valentina Romani, Daniele La Leggia e Giacomo Ferrara. “Entriamo nella storia per caso, per una serie di coincidenze”, spiega Ferrara, che ammette le difficoltà anche fisiche nell'interpretare un ruolo ad alto rischio di claustrofobia. “Li abbiamo messi a testa in giù, si notano i volti distorti e l'effetto del sangue alla testa”, rivela il regista Pontecorvo, sottolineando la sfida anche fisica a cui i ruoli hanno sottoposto i tre attori. “Io interpreto il capo-gruppo degli speleologi, il più freddo e razionale del team, necessario per mitigare il temperamento di Maurizio”, spiega Daniele La Leggia. Un momento che non dimenticherò mai dell'incontro con Tullio Bernabei è stato quando, riguardando quel pozzo, mi ha confessato che morirà con questo fallimento sulla coscienza”. Valentina Romani interpreta la giovanissima geologa Laura: “Il potere della storia, di tutte le storie, è quello di insegnare: l'insegnamento che rimane da questa storia è la capacità di imparare dagli errori, in questo caso portando alla nascita della Protezione Civile”.