"Il favoloso mondo di Amélie" torna al cinema, vent'anni dopo

Cinema

Giuseppe Pastore

Il film di Jean-Pierre Jeunet in sala l'11 e 12 maggio: era uscito nella primavera 2001 e diventò un successo internazionale. Anche per la colonna sonora

Martedì 11 e mercoledì 12 maggio torna, nei cinema appena riaperti, un film di cui forse potremmo avere bisogno: l'ottimismo, la serenità, la fantasia e la speranza de Il favoloso mondo di Amélie, la pellicola di Jean-Pierre Jeunet che usciva nella primavera del 2001, diventando rapidamente un “caso” internazionale e lanciando come diva planetaria la stralunata Audrey Tautou. Un film che proprio come succede alle opere più popolari non manca, tuttavia, di avere numerosi detrattori, magari infastiditi da un tono un po' troppo stucchevole o fiabesco. Ma la chiave sta appunto nell'aggettivo che compare nel titolo: “favoloso”, una favola, senza pretese di verosimiglianza, eppure molto coinvolgente nel mischiare la surreale avventura a lieto fine della protagonista con eventi di cronaca e particolari concreti, pienamente inseriti nel “mondo reale”.

A cominciare dall'evento scatenante: distratta dall'annuncio della notizia della morte di Lady Diana, Amélie scopre per caso una scatoletta appartenente a chissà chi, nascosta da anni dietro il battiscopa del bagno. È l'esempio migliore della “poetica delle piccole cose” che attraversa tutto il film, rifacendosi a Prévert e alla poesia minimalista come nel famoso elenco delle cose che “piacciono” e “non piacciono” ai vari personaggi.

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Un'altra delle carte vincenti del Favoloso Mondo di Amélie è la grande quantità di personaggi minori, portati in scena anche solo per pochi minuti, ma tutti felicemente dotati di spessore e personalità che ce li fanno ricordare: dallo scrittore Hipolito allo scorbutico signor Bretodeau, dalla portinaia al garzone del fruttivendolo alla cameriera del Café des 2 Moulins, tutti provvisti di un dettaglio che lascia il segno. Per finire con il dolce Nino Quincampoix (Mathieu Kassovitz), ossessionato dalle fototessere – ognuno di noi, del resto, ha una sua particolare ossessione. Non sfugge alla regola, naturalmente, nemmeno la protagonista Audrey Tautou, che Jeunet selezionò come “piano B” dopo che la sua prima candidata, Emily Watson, l'aveva “lasciato a piedi” per girare Gosford Park di Robert Altman.

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Il favoloso mondo di Amélie ottenne cinque candidature agli Oscar: non solo quella per il miglior film straniero, ma anche nomination tecniche come la fotografia (di Bruno Delbonnel), la scenografia (di Aline Bonetto e Marie-Laure Valla), il sonoro e la sceneggiatura originale (dello stesso Jeunet insieme a Guillaume Laurant), a riprova dell'alta qualità del film. Incredibile ma vero, dalle nomination fu esclusa la magnifica colonna sonora di Yann Tiersen, che gli procurò grande successo in tutto il mondo. I suoi brani – da Le Valse d'Amélie a Comptine d'un autre été fanno del Favoloso Mondo di Amélie un film che apprezzerete anche semplicemente ascoltandolo.

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