Genitori vs Influencer, la recensione del film con Fabio Volo

Cinema sky cinema

Marco Agustoni

La commedia di Michela Andreozzi incentrata sullo scontro fra adulti preoccupati e adolescenti "intrappolati" dai social si dimostra a suo agio nell’utilizzare un linguaggio attuale e, attraverso la risata, prepara il terreno ideale per un confronto costruttivo

Essere genitori (e figli) ai tempi dei social


Domenica 4 aprile è sbarcata in prima visione tv su Sky Genitori vs Influencer, coproduzione Vision Distribution e Paco Cinematografica con la spagnola Neo Art Producciones, disponibile anche On Demand e in streaming su NOW. La pellicola diretta da Michela Andreozzi cerca di raccontare il rapporto fra i ragazzi e i social network e, soprattutto, il rapporto fra i genitori e i ragazzi che i social li usano come se fossero qualcosa di perfettamente naturale.


Protagonista di questa riuscita commedia è Fabio Volo nei panni del padre vedovo Paolo, affiancato dalla giovane e talentuosa Ginevra Francesconi a rappresentare la Generazione Z nei panni di sua figlia Simone. Con loro nel cast di Genitori vs Influencer troviamo Giulia De Lellis (influencer nella vita reale) a interpretare la social celebrity Ele-O-Nora e Paola Tiziana Cruciani, Nino Frassica, Paola Minaccioni e Massimiliano Vado a fare da “coro” come abitanti del condominio in cui vivono padre e figlia.

Genitori vs Influencer, la trama del film


Paolo, un professore di filosofia rimasto vedovo in giovane età, si è ritrovato a crescere da solo la figlia Simone, che ha cercato di educare secondo sani principi e in stretta aderenza al proprio modello culturale. Gli anni, però, passano, e arrivata ai 15 anni la ragazza non è più la “cocca di papà”.


Paolo cerca di recuperare il rapporto di complicità che c’era con la figlia, che però passa la maggior parte del suo tempo incollata allo smartphone. Quando poi il professore scopre che Simone desidera diventare un’influencer, categoria da lui detestata, si lascia andare a una sfuriata che viene ripresa dalla ragazza e in breve diventa virale. Suscitando la reazione piccata dell’influencer di professione Ele-O-Nora e rendendo suo malgrado Paolo una celebrità sui social.

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Genitori vs Influencer, è di Pacifico la colonna sonora del film

Genitori vs Influencer recensione
Genitori vs Influencer

Genitori vs Influencer, la recensione


La recensione di Genitori vs Influencer non può che cominciare con una precisazione: la pellicola diretta da Michela Andreozzi non si schiera né con i giovani sempre più assorbiti dai social, né con i “genitori tromboni” (per citare il nomignolo affibbiato dagli hater a Paolo) che si stupiscono di come i loro figli possano passare così tanto tempo online.


Insomma, Genitori vs Influencer non è né un film a uso e consumo esclusivo di genitori preoccupati, né indirizzato ai soli ragazzi che con i social hanno più dimestichezza (che l’opera voglia risultare fruibile anche per chi di hashtag e repost non ne sa niente, lo si capisce anche dal modo in cui si premura di fornire una sorta di bigino sui termini e i concetti più in uso in Rete: shitstorm, blastare, friendzonato…).


Non c’è demonizzazione per i social, né stigmatizzazione nei confronti di chi non comprende questi nuovi strumenti. Che, per l’appunto, sono solo degli strumenti, e in quanto tali non sono buoni o cattivi in sé, ma possono essere utilizzati in modo positivo o negativo.


Nel trattare la materia, la pellicola mutua stile e linguaggio dagli stessi social network, come si evince non solo dalla sovrapposizione di elementi “digital” sul racconto a immagini, ma anche da determinate scelte di montaggio e di fotografia nel corso di scene ben precise.

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Il Cinemaniaco incontra il cast di Genitori vs Influencer

Michela Andreozzi (presente anche in qualità di attrice) conferma quanto di buono aveva dimostrato con i suoi precedenti cimenti da regista e appare a suo agio nel padroneggiare il linguaggio (inteso non solo in senso letterale) dei social network, senza mai dare l’idea dell’adulto che cerca di scimmiottare lo slang dei giovani, di solito con pessimi risultati.


Si dimostra anche azzeccata la scelta del cast, a cominciare da Fabio Volo, che infonde la giusta vena malinconica nel suo personaggio, senza però mai risultare troppo “pesante”, dato che siamo pur sempre nell’ambito della commedia pura.


La commedia, però, ha sempre il potenziale di suscitare discussione, e la discussione implica il confronto. Ecco quindi che la “modalità di fruizione” perfetta della pellicola sembra proprio quella della visione in famiglia, genitori più figli, sia per ridere insieme dei rispettivi eccessi, sia per cercare, attraverso la risata, un punto di incontro e di reciproca comprensione.

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