Pupi Avati: "Vi racconto la nostalgia del presente, perchè vale sempre la pena di amare"

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Denise Negri

Dall'8 febbraio su Sky Cinema Uno "Lei mi parla ancora" liberamente tratto dal romanzo di Giuseppe Sgarbi. Un film lirico e corale con Renato Pozzetto, Stefania Sandrelli e Fabrizio Gifuni tra gli altri. La storia di un amore, che supera il tempo.

Un film sincero e vibrante, pieno di vita e ricordi. E a sorpresa, persino autobiografico. Pupi Avati prende libera ispirazione dal libro di Giuseppe Sgarbi, “Lei mi parla ancora”, per raccontare di un sentimento che non ha paura del tempo. “Temo che sia fortemente autobiografico, racconta il regista bolognese, tanto che alla fine della proiezione privata i miei figli mi hanno detto: papà ma sei tu! Insomma la visione della vita è coincidente con tutto quello che penso io”. Un modo, racconta Avati, di mettersi a nudo con il pubblico, “di offrirsi e farsi giudicare dagli altri”. Inevitabile che il film sia pervaso da una dolce nostalgia per il passato perché come racconta sorridendo il regista “sarei un bugiardo se dicessi che non preferirei avere 14 anni! Ma non è possibile e allora mi soffermo a ricordare quello che è stato. In fondo molti miei lavori partono da queste suggestioni. Io la chiamo “la nostalgia del presente” significa mettere nel cassetto della memoria gli eventi importanti che stai vivendo, perché sai che li userai più avanti”. 

Nel film Renato Pozzetto e Stefania Sandrelli sono Nino e Caterina, mentre Fabrizio Gifuni è lo scrittore a cui raccontare del loro legame.

Un modo per rivivere nelle parole, nei ricordi e nelle immagini quella vita passata insieme ma anche un modo per elaborare il dolore di un lutto. Amicangelo, il nome del personaggio di Gifuni, è un aspirante romanziere che però si trova sempre costretto a raccontare, in qualche modo, la vita degli altri. Dopo un difficile incontro con Nino, fatto di diffidenza e tensioni entrambi impareranno a fidarsi l’uno dell’altro con esiti inaspettati. “Il mio personaggio, racconta Gifuni, è un uomo moderno che all’improvviso si trova catapultato nell’Emilia del ‘900. Il tutto avrà un effetto lentamente curativo e pacificatore su di lui”.

Emozionato del lavoro anche uno straordinario Renato Pozzetto che non ha avuto nessun dubbio sulla voglia di entrare in un progetto del genere. “Mi sono fidato di Pupi, dice l’artista lombardo, e sono contento di averlo fatto”.

Isabella Ragonese e Lino Musella sono i due personaggi da giovani, in un film quasi lirico. “Caterina da giovane è una donna caparbia e ostinata, dice la Ragonese, una donna sicura del fatto che il loro amore sarà eterno”. “Un tipo di amore, conclude Musella, che è un miracolo perché trascende anche l’età’. Lo sa bene Pupi Avati che non ha dubbi: “Con mia moglie abbiamo avuto momenti di grande difficoltà. Entrambi ci siamo sacrificati moltissimo ma abbiamo sempre ricomposto la coppia. Ora posso dire che ne è valsa davvero la pena”.

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