L'attrice interpreta una mater dolorosa che ha commosso le platee. La storia racconta la relazione tra un'anziana ebrea sopravvissuta all'Olocausto ed ex prostituta che per sopravvivere ospita nel suo piccolo appartamento una sorta di asilo per bambini in difficolta e un ragazzino migrante del Senegal di nome Momo
"Perché ho scelto mia madre per la protagonista di La vita davanti a sé? Avevo la sua voce nella testa mentre leggevo il romanzo di Romain Gary. Madame Rosa era lei, con la sua storia", dice Edoardo Ponti. Il film, un originale Netflix prodotto da Palomar in collaborazione con Artemis rising foundation, è nell'ipotetica rosa degli Oscar, in particolare si fa un gran parlare di una candidatura d'eccezione per Sophia Loren, la nostra stella più grande, Oscar nel '62 per La Ciociara e onorario nel '91, che a 86 anni ha regalato al figlio regista e a se stessa un ritorno clamoroso sulle scene con una mater dolorosa che ha commosso le platee. "Dentro Madama Rosa c'è mia madre Romilda, la sua forza, la sua tenacia, ha vissuto momenti terribili, la guerra, la povertà e io l'ho interpretata sentendomi lei", ha detto Edoardo Ponti.
Variety ha organizzato per The Life Ahead, adattamento cinematografico del romanzo omonimo del 1975, un incontro con il regista e autore della sceneggiatura con Ugo Chiti, la cantautrice Diane Warren autrice delle musiche del brano Io si (Seen) interpretato nel film da Laura Pausini. Il precedente film di Ponti Coming & Going è del 2011: come mai tutto questo tempo? "Ogni film deve riflettere una parte di te -ha detto Ponti- non è stato facile trovare qualcosa che mi abbia toccato profondamente ed emotivamente come è accaduto con La vita davanti a sé, dati i suoi temi di tolleranza, empatia e umanità". La storia segue la complicata difficile poi tenerissima relazione tra un'anziana ebrea sopravvissuta all'Olocausto (Sophia Loren) ed ex prostituta che per sopravvivere negli ultimi anni della sua vita ospita nel suo piccolo appartamento una sorta di asilo per bambini in difficolta e un ragazzino migrante del Senegal di nome Momo (Ibrahima Gueye) che continua a mettersi nei guai e che le viene affidato da dal dottor Cohen, Renato Carpentieri. Ponti ha detto che mentre i due personaggi non potrebbero essere più culturalmente diversi, sono solo due facce opposte della stessa medaglia. "Sono stati cresciuti per le strade senza una famiglia, definiti dal dolore e dalla perdita, ma alla fine e, soprattutto, definiti dalla speranza e dalla resilienza -ha detto Ponti- e Madame Rosa-Sophia Loren, con tutto il suo carico di età e di dolore vissuto, per niente nascosto regala una interpretazione toccante. Mi piace presentare mia madre nel modo in cui la conosco, e questo personaggio e' stata un'opportunità perfetta per questo -prosegue Ponti - era il testo giusto sia per contestualizzare mia madre come la meravigliosa attrice che è, ma anche per dare al pubblico qualcosa di nuovo". Laura Pausini, che ha sempre voluto cantare una canzone di Diane Warren ha ricordato come tremava quando si sono incontrate per la prima volta: "Voglio dire -ha detto in collegamento- lei è Diane Warren e io sono solo una cantante sempre alla ricerca di musica per vivere, per respirare, per essere autentica e tu vuoi sempre il meglio per la tua voce e il tuo cuore. Diane è un sogno, ancora un sogno per me".