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Da Spike Lee a David Fincher, tutti i pronostici sugli Oscar 2020

Cinema

Giuseppe Pastore

Le previsioni di Variety sulle candidature principali: un'edizione a forti tinte black, condizionata dalla pandemia e dalle Presidenziali di novembre

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Che Oscar saranno quelli del 2020-2021? Al momento in calendario il 25 aprile 2021 salvo ulteriori slittamenti, saranno sicuramente condizionati dalla pandemia, dal lockdown e dalle Elezioni Presidenziali che, in un senso o nell'altro, sono destinate a mutare profondamente lo scenario politico e sociale degli Stati Uniti. I pronostici di Variety riflettono l'incertezza e la precarietà del momento e annunciano un'edizione a fortissime tinte black.

MIGLIOR FILM

E' la categoria più ambita e prestigiosa nonché quella che raduna più nominations (nel 2019 erano state nove, nel 2018 otto, fino a un massimo di dieci toccato nel 2011). I ben noti problemi di produzione e distribuzione hanno ulteriormente aumentato le chances di Netflix, accreditata di ben quattro titoli da nomination: Da 5 Bloods – Come fratelli di Spike Lee, storia di quattro veterani della guerra in Vietnam che vi fanno ritorno dopo quarant'anni alla ricerca della salma del loro caposquadra (Chadwick Boseman); Ma Rainey's Black Bottom di George C. Wolfe, con Viola Davis e ancora Chadwick Boseman (all'ultimo ruolo della sua carriera); Mank di David Fincher, la storia della genesi di Quarto Potere con Orson Welles e delle sue battaglie con lo sceneggiatore Herman J. Mankiewicz (interpretato da Gary Oldman); Il processo ai Chicago 7, scritto e diretto da Aaron Sorkin, che racconta delle proteste di sette attivisti contro la guerra del Vietnam nell'agosto del 1968. In un'edizione che si annuncia fortemente contraddistinta dalla causa del Black Lives Matter, si candidano per una nomination anche One Night in Miami, molto applaudito a Venezia, e Judas and the Black Messiah sulla storia di Fred Hampton, fondatore del movimento rivoluzionario delle Black Panthers. Occhio anche al western News Of The World, con Tom Hanks diretto da Paul Greengrass dopo il successo di Captain Phillips, e a Minari, piccolo film americano-coreano premiato al Sundance. Qualche chance anche per Nomadland, Leone d'Oro al recente Festival di Venezia, e a The Father con Anthony Hopkins e Olivia Colman.

MIGLIOR REGIA

Dieci anni dopo lo splendido The Social Network di cui furono regista e sceneggiatore, David Fincher (Mank) e Aaron Sorkin (Il processo ai Chicago 7) potrebbero sfidarsi per una statuetta che non hanno mai vinto. Variety tiene fuori dalla cinquina Spike Lee (anche lui non ha mai vinto l'Oscar alla regia), preferendogli il francese Florian Zeller, all'esordio sul grande schermo con l'adattamento cinematografico della sua opera teatale The Father e, in rispetto anche alla parità di genere, anche Regina King (One Night in Miami) e Chloé Zhao (Nomadland).

MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA

Delroy Lindo (Da 5 Bloods) e Daniel Kaluuya (Judas and the Black Messiah) tengono alta la quota black contro un trio di mostri sacri come Anthony Hopkins (The Father), Tom Hanks (News Of The World) e Gary Oldman (Mank): una delle cinquine più agguerrite e prestigiose degli ultimi anni.

 

MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA

Anche qui – prendete questo dato come una mera considerazione statistica, senza caricarlo di significati politici che non ha – la quota black, secondo Variety, sarebbe assicurata da Jennifer Hudson (Respect, l'attesissimo biopic su Aretha Franklin) e Viola Davis (Ma Rainey's Black Bottom). Troviamo poi la Coppa Volpi veneziana Vanessa Kirby per l'intenso Pieces of a Woman, la “garanzia” Frances McDormand protagonista di Nomadland e il grande ritorno di Michelle Pfeiffer per la commedia surreale French Exit, nel ruolo di una vedova il cui marito defunto si reincarna nel suo gatto.

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MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA

Chi ha applaudito One Night in Miami a Venezia non ha potuto fare a meno di notare la splendida performance di Leslie Odom Jr. nel ruolo di Sam Cooke, anche se l'affetto e l'emozione per la scomparsa di Chadwick Boseman potrebbero tributargli un Oscar postumo come già avvenuto per Heath Ledger (Il cavaliere oscuro) nel 2008. Tra gli outsider Variety inserisce David Strathairn (Nomadland), Lakeith Stanfield (Judas and the Black Messiah) e il grande Bill Murray, che a settant'anni appena compiuti potrebbe strappare la nomination per On The Rocks, il nuovo film di Sofia Coppola in uscita a ottobre tra cinema e piattaforme streaming.

 

MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA

Bel mix di esperienza e facce nuove (in cui per una volta, secondo Variety, NON ci sarebbe Meryl Streep). Si passa dalla Ellen Burstyn di Pieces of a Woman alla Olivia Colman di The Father, passando per Amanda Seyfried di Mank (interpreta Marion Davies, la compagna del magnate William Randolph Hearst, a cui è ispirata la figura di Charles Foster Kane in Quarto Potere). Completano la cinquina Audra McDonald (Respect) e Saoirse Ronan, partner di Kate Winslet in Ammonite, film di Francis Lee che racconta la relazione tra la paleontologa Mary Anning e la geologa Charlotte Murchison nella Londra vittoriana e conservatrice.

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