Per omaggiare il grande regista e attore Orson Welles, a 30 anni dalla scomparsa, Sky Cinema Classics sabato 10 ottobre gli dedica la programmazione della serata: in prima serata andrà in onda WATERLOO, e a seguire UNA SU 13, dove il cineasta interpreta l’altezzoso e pomposo Markan, capo di una compagnia teatrale itinerante
Si può solo dire moltissime cose di Orson Welles. Di sicuro una: è stato un genio. Aveva già dato tutto a soli 26 anni con Quarto potere. Regista, attore, soggettista, sceneggiatore e romanziere era stato anche ragazzo prodigio. Caricaturista a sei anni, conferenziere a otto e poi anche pittore, musicista e attore (a 14 anni, vinse il premio per la recitazione).
Nato a Kenosha, nel Wisconsin, il 6 maggio 1915, al pubblico si è sempre imposto con la genialità delle sue invenzioni. Tra queste, basta ricordare la più famosa, ovvero quando Welles diede vita alla versione radiofonica della Guerra dei mondi che nell'ottobre del 1938, scatenò il panico nella costa orientale degli Stati Uniti che pensò davvero di essere invasa dagli alieni.
Ma è nel cinema che diede il suo meglio rinnovando totalmente il mondo della settima arte.
Per omaggiare il grande regista e attore Orson Welles, a 30 anni dalla scomparsa, Sky Cinema Classics sabato 10 ottobre gli dedica la programmazione della serata: in prima serata andrà in onda WATERLOO, dove ricopre il ruolo di Luigi XVIII, nella ricostruzione degli ultimi 100 giorni di Napoleone ad opera di Sergej Fëdorovič Bondarčuk e a seguire UNA SU 13, dove il cineasta interpreta l’altezzoso e pomposo Markan, capo di una compagnia teatrale itinerante.
La sua filmografia parte nel 1941 con un capolavoro rivoluzionario come Citizen Kane, in Italia battezzato Quarto potere. Un esordio alla regia straordinario e irripetibile. Tre mesi di riprese e nove di montaggio per un ribaltamento dei tempi di lavorazione che gli consentiva una frantumazione del linguaggio cinematografico convenzionale attraverso l'uso sistematico del 'flash-back'. Nel 1942, di nuovo grazie all'uso innovativo del Panfocus (tecnica di ripresa cinematografica che riesce a mantenere a fuoco piu' parti di un'inquadratura), gira L'orgoglio degli Ambersons, una singolare storia di famiglia ambientata nel sud degli Stati Uniti. L'anno successivo con Terrore sul mar nero riesce a rendere ironico un film sostanzialmente di propaganda bellica.
A guerra finita, si misura poi con Lo straniero, in cui veste i panni di un criminale nazista rifugiato negli States, e, subito dopo, dà alla moglie Rita Hayworth un ruolo inedito in La signora di Shangai, ovvero in quello di una dark lady senza alcuna anima e romanticismo e per giunta bionda. Nel 1948, in tre settimane, dirige un Macbeth demoniaco e low cost (girato in 21 giorni), e nel 1952 torna a Shakespeare con un Otello cinematografico tra Italia e Nord Africa.
Welles ormai deve fare i conti sempre di più con il suo gigantismo visionario che fa sì che la produzione americana come quella europea cominci a tenerlo a distanza. Per lui arrivano i tempi duri di vagabondaggio alla ricerca di soldi, ma continua, nonostante questo, con la regia cinematografica sia con Rapporto confidenziale, in cui si descrive come una sorta di Kane lugubre, sia in L'infernale Quinlan, storia di un sadico questurino composta con accenti neroniani, sia in una interpretazione attualissima del Processo di Kafka. Seguono una serie di film incompleti o di fiaschi commerciali, fino all' ultima regia cinematografica, Othello (1978).
In realtà manca all'appello The Other Side of the Wind film rimasto incompiuto nel 1985 alla morte del suo autore e considerato da molti cinefili la pellicola più importante che non è mai uscita nelle sale. Si tratta di un film nel film che racconta il tentativo di un vecchio regista indipendente interpretato da John Huston di resuscitare la sua carriera battagliando contro l'establishment di Hollywood per finire un'opera iconoclastica. Nel cast anche Susan Strasberg, Lilli Palmer, Dennis Hopper e Peter Bogdanovich che interpreta se stesso nelle parti di un giovane regista emergente.
Non si può poi non ricordare nel 1963 la sua partecipazione nell'episodio La ricotta di Pier Paolo Pasolini del film RoGoPaG. Qui Welles interpreta un pretenzioso regista che si autodefinisce, non senza compiacimento, un marxista ortodosso che sta girando nella periferia romana un film di serie b sulla Passione di Cristo.
Per raccontare Welles, infine, ci vuole solo lo stesso Welles che una volta ha detto di sè: "è naturale che io sia andato sempre peggiorando: sono partito dalla cima e non potevo fare altro che scendere".