A casa di Alberto Sordi, la mostra sulla vita del grande attore

Cinema

 Apre, oggi, 16 settembre (e fino al 31 gennaio 2021), la monumentale mostra dedicata ad Alberto Sordi, in occasione del centenario della sua nascita. Una visita per ricordare non solo il  grande attore scomparso nel 2000 ma anche un'immersione nella sua vita privata, fra stanze, giardini, oggetti, dipinti, cimeli e tanti ricordi accumulati negli anni.

Una mostra unica

Era il rifugio di Alberto Sordi, il luogo dove, soprattutto negli ultimi anni, il grande attore riceveva soltanto pochissimi familiari e amici. Ora la villa con panorama sulle Terme di Caracalla, viene aperta al pubblico per la mostra “Il Centenario – Alberto Sordi 1920-2020”, un’esposizione senza precedenti nella casa del grande attore e regista di cui si celebrano i 100 anni dalla nascita.L’esposizione si snoda tra i vari ambienti della casa, due tensostrutture di oltre 800 metri quadrati create per l’occasione e il Teatro dei Dioscuri al Quirinale: spazi nei quali rivive la lunga carriera di Albertone ed è possibile immaginare il Sordi privato attraverso oggetti, immagini, video, abiti, curiosità, documenti inediti. Un’esposizione sull’uomo e artista che in sessanta anni di carriera è stato doppiatore, cantante, compositore, musicista, giornalista, attore, sceneggiatore, regista. La mostra, che rimarrà aperta fino al 31 gennaio 2021, è curata e organizzata da Alessandro Nicosia con Vincenzo Mollica e Gloria Satta.

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Entriamo a Villa Sordi

Immersa nel verde, in piazzale Numa Pompilio, nella Roma imperiale, si affaccia la leggendaria villa dell’attore, progettata negli Anni Trenta dall’architetto Clemente Busiri Vici. Sordi si innamorò immediatamente della villa, che acquistò nel ’54: il percorso inizia proprio con la storia dell’edificio (il contratto, i bozzetti, la storia).  I visitatori entrano all’inizio del percorso nel teatro che Sordi fece costruire per rappresentazioni private o proiezioni con pochi amici. Ci sono anche una cabina di proiezione, i camerini per gli attori, una galleria di sculture commissionate a Spadini e un fondale ad opera di Severini. All’interno del teatro si racconta il piccolo e poi il giovane Alberto, inserito nel suo contesto di origine, tra le amate sorelle Aurelia e Savina e il fratello Giuseppe, la madre maestra e il padre musicista che tanto ha influito nella sua prima formazione. C’è il progetto di aprire stabilmente al pubblico questa sala, dedicandola alle proiezioni dei film di Sordi. Si visita poi la palestra, con il toro meccanico con cui il padrone di casa gareggiava con gli amici, la bicicletta e tanti altri attrezzi sportivi. Al piano superiore ci sono i saloni, dove sono appesi i De Chirico che Sordi aveva acquistato direttamente dal pittore, suo amico. Dal salotto allo studio, allestito così come lui lo aveva lasciato, poi la sua camera da letto dove muore nel febbraio 2003 e ancora la barberia privata, dove ogni giorno si faceva radere e acconciare.

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Costumi, documenti, filmati

 I visitatori trovano all’esterno due tensostrutture allestite per ospitare i tantissimi documenti, gli audio, i filmati, che percorrono i momenti principali dagli inizi: il doppiaggio, la radio, i film. Nella prima struttura sono esposti i manoscritti autografi di copioni, le sceneggiature per la radio, gli appunti sul Giro d’Italia per il quale Sordi fece il cronista, e gli sketch radiofonici con i personaggi di Mario Pio e Conte Claro.  Uno spazio è dedicato a “Mamma mia che impressione”, primo film scritto e prodotto da Sordi nel 1951, che il pubblico potrà vedere interamente nella saletta cinema.  La seconda sezione è dedicata a Sordi e il cinema: sono esposti oltre venti costumi di film fra i quali “Il Marchese del Grillo” e “Il Medico della mutua”. Al centro del salone la mitica Harley Davidson di “Un americano a Roma”.  Alla fine del percorso, attraverso una installazione audiovisiva Alberto Sordi saluta il suo pubblico di ieri e di oggi.

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La mostra si completa

Con lo stesso biglietto della villa, al prezzo di 12 Euro si po' visitare anche la mostra al Teatro dei Dioscuri al Quirinale, che presenta tre altre sezioni: “Storia di un italiano”, “I viaggi nel mondo” e “Il mito americano”. “Storia di un italiano ’79 – ’86” è il progetto al quale Sordi era molto legato e che divenne un programma tv degli anni Settanta con cui è stato raccontato il nostro Paese attraverso i film.  Sordi era attentissimo all’evoluzione della società, da cui traeva ispirazione per le storie e i personaggi da portare sullo schermo; con i suoi film ha ritratto un’epoca: gli anni a cavallo della seconda guerra mondiale fino al boom economico e agli anni ’60. Documenti inediti, foto, filmati raccontano tutto questo. “I viaggi nel mondo”: Alberto Sordi era un grande viaggiatore e appassionato fotografo. Straordinari gli album dei viaggi in Israele nel 1961, in Brasile nel ’64, in Argentina nel ’68, in Brasile nel ’70.  “Il mito americano” di Sordi è raccontato con i film che lo rappresentano, le foto, i documenti a partire da diploma e foto che lo ritraggono come cittadino onorario di Kansas City.

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