Tenet e il mistero del Quadrato di Sator: l'ultima invenzione di Christopher Nolan

Cinema

Giuseppe Pastore

Nel nuovo film del regista inglese c'è spazio anche per un affascinante riferimento alla cultura e alla letteratura latina...

Tenet non è certo il primo film di Christopher Nolan ricolmo di indizi, tracce e doppi fondi. Lo stesso titolo, in latino, richiama il film che vent'anni fa rivelò al mondo il regista londinese, Memento (titolo quanto mai appropriato, visto che racconta la storia di un uomo affetto da problemi alla memoria breve). In Tenet Nolan si è spinto ancora più oltre: un film basato sullo scorrere del tempo in due direzioni non poteva che essere naturalmente attratto dai palindromi, ovvero quelle parole o frasi che suonano identiche se lette da sinistra a destra e viceversa (come appunto tenet).

Il quadrato di Sator sul Duomo di Siena

Ma, come in ogni scatola magica di Nolan, c'è di più. Al centro di Tenet c'è una delle invenzioni più affascinanti e misteriose della cultura latina, il Quadrato del Sator, un'iscrizione che si trova su un gran numero di reperti archeologici risalenti all'antica Roma. Molti dei quali, naturalmente, in Italia: per esempio sulla fiancata Nord del Duomo di Siena (foto qui sopra), nei sotterranei della Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma o negli scavi di Pompei, poco lontano dalla Costiera Amalfitana dove Nolan ha ambientato e girato alcune sequenze del suo ultimo film.

tenet

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Al centro del quadrato di Sator, sia in verticale che orizzontale, sta appunto la parola "tenet", ma anche le altre quattro parole sono parte fondamentale degli ingranaggi del film. Scendiamo nel dettaglio:

 

Sator ("seminatore", "creatore") è il nome del personaggio di Kenneth Branagh, il "cattivo" di origini russe.


Arepo è la parola più misteriosa, tanto da non comparire in nessun altro classico della lingua latina. Gli storici hanno ipotizzato che potesse essere un nome proprio di persona o di località, senza però trovare alcun riscontro: si tratta perciò di un "hapax legomenon", cioè di una parola che compare una sola volta nell'intera letteratura latina. Nel film è il nome dell'artista spagnolo autore del quadro all'origine della sottotrama di Sator e sua moglie Kat, da lui ricattata dopo che ne ha scoperto il tentativo di truffa.


Tenet è la terza persona singolare del presente di "teneo": tenere, conservare, reggere, guidare. Nel film è il nome del "progetto" basato sull'inversione dell'entropia che consente di muoversi in entrambe le direzioni temporali.


Opera ("con cura", ablativo del sostantivo "opera", oppure plurale di "opus", le opere) è il luogo della sequenza che apre il film: il Teatro dell'Opera di Kiev.

 

Rotas ("ruote") è il nome dell'azienda responsabile della sicurezza dei quadri custoditi nel "freeport" all'aeroporto di Oslo.

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