Dopo essere uscito in sala come evento speciale, arriva dal 20 Agosto su Sky il film di Maurizio Zaccaro "Nour". Una storia di immigrazione e speranza in cui Sergio Castellitto interpreta il "medico di Lampedusa" Pietro Bartolo
Una parabola di speranza e la metafora di un viaggio che, finalmente, è andato a buon fine. E’ anche questo “Nour” di Maurizio Zaccaro che arriva su Sky dal 20 agosto. A Sergio Castellitto (Natale in Casa Cupiello, si gira il film con Marina Confalone e Castellitto) il compito di dare voce, sfumature e tormenti al “medico di Lampedusa” Pietro Bartolo che, nel corso degli anni, si è svelato per la sua carica umana e per la sua capacità di raccontare con semplicità e calore le storie di migranti appena sbarcati su quella piccola isola del Mediterraneo che è luogo di confine, avamposto dell’Europa e terra della speranza.
PIETRO BARTOLO, IL MEDICO DI LAMPEDUSA
Ora tocca proprio a Sergio Castellitto dare il volto a Pietro Bartolo, protagonista di questa storia commovente che vede al centro Nour, una bambina siriana di dieci anni che ha affrontato il viaggio per mare da sola e che vuole solo ritrovare sua madre. Bartolo-Castellitto, medico dell’isola, se ne prende cura e, un passo dopo l’altro, cerca di ricostruire non solo il passato della bambina, ma anche il suo presente e magari persino un nuovo futuro. Una storia vera tratta dal libro “Lacrime di sale”, che raccoglie ricordi ed esperienze dello stesso Bartolo.
LE RIFLESSIONI DI SERGIO CASTELLITTO
Nell’intervista a Sergio Castellitto la possibilità di capire più a fondo le paure profonde di fronte a un fenomeno, quello migratorio, così concreto e allo stesso tempo inevitabile. “Credo sia legittimo avere paura - dice Castellitto - perché è un mare pericoloso quello in cui ci muoviamo. La paura porta all’ostilità che viene immediatamente etichettata come razzismo ma io non credo sia così semplice, magari lo fosse”. Un sentimento comune, quello della paura, perché come ricorda Castellitto: “soltanto gli uomini coraggiosi hanno paura, altrimenti ci si comporterebbe da imprudenti”. Al centro del racconto anche il rapporto quasi paterno che si instaura tra il medico e la ragazza siriana, alle prese anche con tutti i tormenti e i dubbi tipici dell’adolescenza. Un aspetto particolarmente interessante per lo stesso Castellitto: “il mio personaggio ha anche fatto un percorso per capire la sua inadeguatezza di adulto che non sa stare accanto all’infelicità di un adolescente. Anche Pietro, come Nour, è un orfano. Sono tutti orfani davanti a quel mare - conclude l’attore”.