Vittorio Gassman, il ricordo di Gianni Canova. VIDEO

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Gianni Canova

Gianni Canova

Per tutto il mondo del cinema, l'attore scomparso a Roma il 29 giugno del 2000 è sempre stato e sempre sarà “il Mattatore“, l'interprete più versatile che sia apparso sui nostri schermi. Unico e irrepetibile.

Vittorio Gassman era un gigante pieno di malinconia, un timido esuberante, per molti versi un introverso ma con sprazzi di ilarità scanzonata e di mirabolanti trovate. Tanti gli aneddoti che si potrebbero raccontare sulla sua vita. Forse il riassunto di una vita straordinaria di uomo e attore sta scritto sulla sua lapide “Non fu mai impallato". Qui c’è tutta l’ironia sottile, la burla, la capacità di scherzare con la vita e con la morte.  Morte che vent’anni fa ci ha privato di un grandissimo uomo e attore. Come diceva Alberto Moravia, commemorando Pier Paolo Pasolini, di grandi poeti ne nascono uno ogni 100 anni, così lo stesso possiamo dire di Gassman. Per avere un attore di questa portata dovremmo aspettare molto, molto a lungo.

Le parole di Gianni Canova

Ma dove risiede l'unicità del grande Vittorio? Usiamo le parole di Gianni Canova: "La grandezza di Gassman è che è riuscito ad essere Eschilo ma anche Brancaleone, ha recitato Sofocle ma anche il Marchese Caccavone, quello per intenderci che ha elaborato la teoria del niente e che diceva sul niente cose da niente chiedendo al suo pubblico un’attenzione di niente.
 

Gassman Otello, Capitano Achab, Ulisse, Re Lear ma anche il cialtrone che ha dato vita a tanti personaggi della commedia all’italiana, che ha inventato la borghesia, o una sua simulazione,  visto che in Italia una vera borghesia non c’è mai stata. Gassman euforia e malinconia, esaltazione e depressione. Gassman che ha sempre saputo di essere un mistero e che non lo mai negato a sè stesso, agli altri e neanche a noi ".

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