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La diseducazione di Cameron Post su Sky Cinema Due

Cinema sky cinema

Arriva su Sky Cinema Uno, in prima tv, domenica 17 gennaio alle 21.15 su Sky Cinema Due, La diseducazione di Cameron Post. Un film delicato, ma con un tema molto forte: quello dell'omosessualità vista come una malattia da cui ci si salva solo odiando sé stessi.

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Tratto dal romanzo di Emily M. Danforth nella pellicola la prima cosa che si nota è l’equilibrio del racconto che non sfocia mai nella morbosità e nell’eccesso. Questo anche grazie alla recitazione calibrata della protagonista Chloe Grace Moretz (Suspiria, Sils Maria, Hugo Cabret) e per merito della regista newyorkese di origini iraniane Desiree Akhavan.

La trama del film

Così nel film, più che il senso di colpa della protagonista, c’è soprattutto lo stupore di essere accusate di qualcosa che si avverte come naturale.  Già vincitore al Sundance Film Festival, il film ci porta in un passato non troppo lontano, il 1993. Siamo in una cittadina del Montana, quando la giovane Cameron Post viene sorpresa dal suo ragazzo a baciarsi appassionatamente in auto con una sua amica durante il ballo della scuola. Scoppiato lo scandalo, i genitori non ci pensano due volte e

la giovane viene spedita in un centro religioso, God's Promise, in cui una terapia di conversione dovrebbe 'guarirla' dall'omosessualità. Ma Cameron, dopo un iniziale sbandamento, diventa sempre più insofferente alla disciplina e ai dubbi metodi del centro. Così stringe amicizia con altri ragazzi, trovando quella solidarietà

e quella comunanza tanto da creare alla fine una comunità orgogliosa e consapevole della propria identità.

Le dichiarazioni della regista Desiree Akhavan

"C'era qualcosa di davvero speciale nel libro – ha avuto modo di dire la regista -, era ricco di ironia e aveva un gruppo di giovani personaggi ben delineati. Ognuno di loro finisce al centro di conversione per motivi diversi e ognuno reagisce alla situazione in modo diverso". La Akhavan poi poteva attingere alla sua personale esperienza in un centro di riabilitazione, dove era andata ventenne per curare un disturbo del comportamento alimentare. "Mi e piaciuto raccontare una storia ambientata in un centro di riabilitazione –ha detto -, il cui obiettivo e sempre farti stare meglio: ma cosa vuol dire esattamente stare meglio? E nel caso

del centro God's Promise, come e possibile per Cameron stare meglio se non può 'to pray away the gay', come recita il classico slogan di questi campi religiosi? Questo e stato il nostro punto di partenza".

Le dichiarazioni dell’attrice Chloe Grace Moretz

"Cameron ha una forte consapevolezza di se,  dice invece Chloe Grace Moretz -. Non nega la propria sessualità, né se ne vergogna. Fin dall'inizio sa cosa le sta accadendo, sa di essere finita a God's Promise non perché ha fatto qualcosa di sbagliato, ma semplicemente perché stata scoperta. E una persona straordinaria, che pur essendo finita in una situazione orribile non si chiude in sé stessa ma cerca comunque di dare il meglio come persona".

La frase del film

Frase cult del film quella che dice la stessa Cameron Post a chi le contesta di non aver comunque subito alcuna violenza al centro di riabilitazione: "sì - dice -, ma ci sono anche i maltrattamenti emotivi come quelli di spingere le persone a odiare se stesse".