Contagion: il film di Burns del 2011 ai tempi del coronavirus. QUIZ

Cinema

Floriana Ferrando

Lo sceneggiatore Scott Z. Burns riflette sul paragone tra l'epidemia narrata nel film diretto da Steven Soderbergh (uscito nel 2011) e il coronavirus, lanciando un messaggio positivo. RISPONDI AL QUIZ: quante ne sai sulla pellicola?

L’emergenza Covid-19 costringe anche Hollywood a tirare le redini, fermando produzioni, riprese e uscite nelle sale. Intanto i cinefili incalliti potranno guardare le pellicole più celebri dedicate a virus e pandemie, fra cui spicca Contagion del 2011.

Tutti pazzi per Contagion

Il titolo di Steven Soderbergh si scrolla un po’ di polvere di dosso e, a quasi dieci anni dalla data di uscita, diventa uno dei più visti del momento, secondo Warner Bros. Rilasciato nel 2011, il film - diretto da Soderbergh e scritto da Scott Burns - racconta la storia di una malattia immaginaria che uccide 26 milioni di persone in tutto il mondo, uno scenario che ricorda l’emergenza che il pianeta sta attualmente vivendo. Tuttavia, Contagion non coinvolge i suoi spettatori in paure e isterismi eccessivi, tutt’altro: "E’ un buon film da guardare in questo momento: sebbene sia cupo e faccia riflettere, alla fine offre un barlume di speranza", commenta Edgar Wright, attore e sceneggiatore britannico (ha scritto lo script di Ant-Man). 

Contagion, parla Scott Z. Burns

Schermo nero, un colpo di tosse e Gwyneth Paltrow nei panni di Beth Emhoff - il paziente uno - distesa su un tavolo di autopsia con il cranio aperto. È la scena iniziale di Contagion, il cui virus protagonista pare essere molto più letale del Covid-19, con un “tasso di mortalità fra il 25 e il 30 per cento”. Eppure, le autorità nella pellicola trasmettono al popolo ottimismo e speranza, “molto più di quanto sta accadendo nella realtà”, ammette lo sceneggiatore Scott Z. Burns durante un’intervista a Slate. Per realizzare uno script verosimile, Burns ha collaborato con scienziati ed esperti del settore, che hanno spiegato l’altro pericolo: oltre al virus, in casi simili si diffondono in maniera incontrollata disinformazione e panico, “fra le cose più temute dai funzionari della sanità pubblica con cui abbiamo parlato allora”, dice Burns. Dal set cinematografico alla realtà: anche nel caso del coronavirus, bufale e fake news non mancano. E da queste, c’è chi - in Contagion (ricordate il personaggio di Jude Law?) come nella realtà - prova a trarre profitto

Contagion ai tempi del coronavirus

Il film di Steven Soderbergh descrive una pandemia immaginaria dovuta al virus MEV-1 che si diffonde dagli animali alle persone a Hong Kong, uccidendo decine di milioni di uomini e donne in tutto il mondo. La trama - intepretata da Matt Damon, Laurence Fishburne, Kate Winslet, Marion Cotillard - si basa su ricerche approfondite sulle origini delle vere pandemie e ha chiamato in causa diversi studiosi, compreso il dottor Ian Lipkin, che ha recentemente trascorso due settimane in quarantena autoimposta dopo avere visitato la Cina, al fine di indagare al meglio su eventuali sintomi del Covid-19. Burns sottolinea che allora gli esperti guardavano all’epidemia descritta nel film come a un rischio concreto che avrebbe potuto realmente interessare il mondo in futuro, tuttavia l’esperienza con Contagion lo rende fiducioso: “Ho questa incredibile fiducia negli scienziati che conosco, e ho una incredibile fede nel genio americano. So che ci persone in ogni settore che cercano di proporre idee per essere al sicuro e questo mi scalda il cuore. L'abilità degli scienziati mi incoraggia a credere in questo e sono grato che il tasso di mortalità di questo virus non sia come quello del film. Credo che ne usciremo”.

RISPONDI AL QUIZ: Conosci le curiosità sulla pellicola?

(se non visualizzi il contenuto interattivo CLICCA QUI)

Spettacolo: Per te