Il ritorno (su Sky Cinema Due) di Mister Ripley

Cinema

Alessio Accardo

A 20 anni di distanza, martedì 17 marzo alle 21.15, Sky Cinema Due ripropone Il talento DI Mr. Ripley, thriller diretto da Anthony Minghella, uscito nelle sale italiane il 17 marzo 2000

Un film cult con i giovani Matt Damon e Jude Law

Che brividi e che magone può dare a quanti lo fecero allora rivedere oggi, a vent'anni di distanza, Il talento di Mr. Ripley?!?

Un film che fece epoca, diventando subito cult a causa di alcune scene immortali, prima fra tutte quella in cui il protagonista, interpretato da un giovanissimo Matt Damon (che l’anno prima aveva però già vinto l’Oscar col sodale Ben Affleck grazie alla sceneggiatura originale di Will Hunting – Genio ribelle di Gus Van Saint) si abbandonava a cantare a squarciagola e in napoletano Tu vuo’ fa’ l’americano assieme a Rosario Fiorello, che non era ancora l’acclamato show-man brizzolato capace di far schizzare l’auditel dell’ultima edizione di Sanremo ma solo un intrattenitore famoso per indossare una fluente coda di cavallo e per aver condotto un programma televisivo di straordinario successo come il Karaoke. 

Brividi perché l’alter-ego del protagonista aveva il volto quasi imberbe del londinese Jude Law, che allora era un ventisettenne di belle speranze ancora lontano dalla ieraticità postmoderna che Paolo Sorrentino gli ha cucito addosso nel dittico The Young Pope\The New Pope, sebbene avesse già preso parte a un paio di capolavori fantascientifici come Gattaca - La porta dell'universo di Andrew Niccol ed eXistenZ di David Cronenberg. Per Il talento di Mr. Ripley, mister Low ottenne una delle cinque nomination agli Oscar 2000, le altre andarono alla sceneggiatura non originale, alla scenografia, ai costumi e alla colonna sonora.
 

 

Anthony Minghella e Philip Seymour Hoffman

Brividi – dicevamo – ma anche struggimento e persino un certo magone, se si pensa che due protagonisti di quella fantastica avventura cinematografica (e non solo: il film venne girato a New York, Roma, Venezia, Palermo, Napoli, Sorrento, Ischia, Procida, Monte Argentario e Livorno!) oggi non ci sono più. Si tratta del regista e sceneggiatore Anthony Minghella, che due anni prima aveva vinto l’Oscar per Il paziente inglese, e che scomparse all'improvviso nel 2008 ad appena 54 anni per le conseguenze della rimozione di un cancro alle tonsille; e di Philip Seymour Hoffman, uno degli attori più straordinari della sua generazione, trovato purtroppo senza vita nel suo appartamento di Manhattan in seguito a un’overdose di droghe e psicofarmaci nel 2014, quando aveva soltanto 46 anni. Trapassi che, pur nella loro diversità, hanno privato il mondo del cinema di due figure gigantesche che avrebbero potuto dare ancora molto alla settima arte, e che ci hanno svelato che dietro il glamour del cinema hollywoodiano, anche quello più spensierato e magniloquente, può sempre celarsi un lato tragico e oscuro.  E in fondo, Il talento di Mr. Ripley è proprio di questo che ci parla: sotto le vicende allegramente romantiche di un pugno di attori bellissimi e biondissimi (oltre ai summenzionati Damon e Law, ci sono anche Gwyneth Paltrow e Cate Blanchett) si cela una fitta trama di segreti e bugie, un gioco di specchi di identità plurime e una scia di sangue apparentemente inesorabile.

 

La trama del film

La trama del film - che essendo un thriller non sveleremo a beneficio dei pochi che ancora non l’avessero visto - è l’adattamento per il grande schermo del romanzo omonimo di Patricia Highsmith, scrittrice americana di noir scoperta da Sir. Alfred Hitchcock, che ridusse il suo romanzo di esordio Sconosciuti in treno, facendone un thriller con Farley Granger, e intitolandolo prima L'altro uomo e poi Delitto per delitto. In particolare Il talento di Mr. Ripley è parte di una saga letteraria composta da cinque titoli che hanno fornito da spunto ad altri illustri cineasti: nel 1960 René Clément trasse dal medesimo libro usato da Minghella il film Delitto in pieno sole con Alain Delon, e poi (da un altro romanzo della serie) avremo L’amico americano di Wim Wenders e Il gioco di Ripley della nostra Liliana Cavani Basti sapere che Il talento di Mr. Ripley narra la storia di un giovane americano di modesta estrazione sociale incaricato da un milionario di riportare a casa il figlio fuggito nell'Italia degli anni ’50. Ecco, l’ultimo motivo per rivedere il film di Minghella vent'anni dopo - se quelli sopra elencati non vi sembrano ancora sufficienti - è proprio il nostro amato Belpaese, per lo meno come se lo immaginano a Hollywood. Infatti, oltre a essere ambientato nei paesaggi più pittoreschi d’Italia, Il talento di Mr. Ripley è popolato da un gruppo di attori nostrani più o meno famosi, da Sergio Rubini a Stefania Rocca, fino alla stratosferica Anna Longhi, l’indimenticabile “buzzicona” di tanti film di Alberto Sordi. Ancora una curiosità: per il ruolo di Tom Ripley venne in un primo momento scritturata una altra rising star di quei tempi (pure lui - guarda caso - giovane, bello e biondo): Leonardo Di Caprio, reduce dai trionfi di Titanic.

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