Il traditore di Marco Bellocchio con Pierfrancesco Favino in prima tv su Sky Cinema Uno

Cinema

Arriva in prima tv, domenica 29 dicembre alle 21.15 su Sky Cinema Uno, Il traditore di Marco Bellocchio con Pierfrancesco Favino nei panni del boss Tommaso Buscetta, passato alla storia come il primo grande pentito di mafia.

Anche se reduce da una doppia delusione (niente candidature agli EFA e nessuna nomination nella cinquina dei migliori film stranieri candidati alla 77esima edizione dei Golden Globe) Il Traditore (in prima tv, domenica 29 novembre  alle 21.15 su Sky Cinema Uno) di Marco Bellocchio con un Pierfrancesco Favino in grande spolvero nei panni del boss Tommasso Buscetta, rimane pur sempre un grandissimo affresco della recente e per certi versi tragica storia italiana.

Tutto parte nei primi anni '80 in piena guerra di mafia. Buscetta, conosciuto come il "boss dei due mondi", fugge per nascondersi in Brasile e, da lontano, assiste impotente all'uccisione di due suoi figli e del fratello a Palermo; ora lui potrebbe essere il prossimo. Arrestato ed estradato in Italia dalla polizia brasiliana, Buscetta prende una decisione che cambierà tutto per la mafia: decide di incontrare il giudice Giovanni Falcone e di tradire l'eterno voto fatto a Cosa Nostra.

Oltre a Favino (nel ruolo di Buscetta), troviamo nel cast: Maria Fernanda Candido (la moglie di Buscetta), Fabrizio Ferracane (Pippo Calo'), Fausto Russo Alesi (Giovanni Falcone) e uno straordinario Luigi Lo Cascio (Totuccio Contorno) che recita in lingua palermitana.

Mettere mano a un personaggio per certi versi cinematografico com'era Tommaso Buscetta, il boss dei due mondi, "il fimminaro" per eccellenza, il mafioso vanitoso con tanto di etica rispetto al degenerato Totò Riina,  era un vero rischio per il regista Marco Bellocchio. Un rischio decisamente calcolato dal regista dei “Pugni in tasca”.

Soprattutto grazie alla superba interpretazione di Pierfrancesco Favino, come di tutto il cast, alla ricostruzione fedele dell'epoca, al rispetto e alla rivalutazione della lingua siciliana e, soprattutto, mettendo al centro di quest'opera la naturale teatralità, tragicità di questi personaggi degni quasi di un'opera verdiana. Non è un caso che Bellocchio utilizzi proprio sia il 'Va pensiero' durante una sequenza, che il preludio del Macbeth di Verdi che riecheggia ben due volte a cui si aggiungono accenni di intermezzi operistici tra una scena e l'altra del film.

Ne viene fuori una sorta di grande fascinazione del male che in certo qual modo tende a giustificare senza mai assolvere il traditore Buscetta che soltanto in questa ottica può rapportarsi con il racconto storico di quegli anni. Così va letto anche il rapporto tra Buscetta e Falcone in cui si incontrano due etiche diverse; quella fedele allo stato di Falcone e Borsellino e quella alla vecchia mafia, anzi a Cosa Nostra che non faceva vittime tra i bambini e che non trafficava in droga, rispetto a quella degenerata di Riina.

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