Il professor Gianni Canova, Rettore dell’Università IULM di Milano, ha conferito la Laurea Magistrale honoris causa in Televisione, Cinema e New Media al regista Marco Bellocchio.
Ieri, 9 dicembre 2019, l’Università IULM di Milano ha conferito la Laurea Magistrale honoris causa in Televisione, Cinema e New Media al regista Marco Bellocchio, uno dei maggiori cineasti italiani, la cui opera attraversa più di cinquant’anni del nostro cinema e della storia del nostro Paese.
Il professor Gianni Canova, Rettore dell’Università, ha conferito il riconoscimento spiegano che: “Ci sono registi che riescono a essere presenti al proprio tempo per una ventina d’anni, pochi lo sanno fare per più di mezzo secolo, come Bellocchio. Da L’ora di religione in poi, passando per Il regista di matrimoni, Vincere e Fai bei sogni fino a Il traditore i suoi film sono capolavori perché mettono lo sguardo dentro le piaghe aperte della società, perché danno forma ai fantasmi che popolano l’immaginario collettivo. I film di Marco Bellocchio hanno sempre più registri stilistici che si intersecano. Anche ne Il traditore: la ricostruzione filmica sulla vicenda storica di Tommaso Buscetta, la cronaca e la parte visionaria con gli spettri mentali che passano nella testa del traditore. Mescolando e sovrapponendo questi tre registri, Bellocchio realizza un cinema che non ha eguali in Italia, di assoluta originalità e capace di emozionare e di farci capire meglio alcuni aspetti del mondo in cui viviamo”.
Marco Bellocchio, nato a Bobbio nel 1939, è regista, sceneggiatore, produttore cinematografico e docente. Esponente del Nuovo cinema italiano degli anni Sessanta, Bellocchio – si legge nella motivazione della Laurea ad honorem – ha saputo rinnovarsi costantemente, rimanendo sempre fedele a uno stile inconfondibile e ad alcuni temi che ne definiscono l’orizzonte di ricerca. Tra questi, il rapporto con la Legge, con l’autorità e con il Padre; ma anche la malattia e la follia come specchi deformi di una normalità sottomessa a dinamiche pulsionali; la Storia e il passato, a cui si guarda senza nostalgia perché luogo di trasformazione tradita.
Le sue opere vanno da I pugni in tasca – con cui vinse al Festival di Locarno nel 1965 – al recentissimo Il traditore (2019) sulla figura di Tommaso Buscetta, candidato per l’Italia al Premio Oscar 2020, che andrà in onda il 29 dicembre Sky Cinema Due.
Tra i suoi lavori ricordiamo Matti da slegare (1975/76) – film collettivo realizzato nel manicomio di Colorno a sostegno della battaglia di Franco Basaglia –, Marcia trionfale (1976) – sulla vita militare come riflesso di una repressione autoritaria –, Buongiorno, notte (2003) sul terrorismo e la prigionia di Aldo Moro e Vincere (2009) sul legame di Mussolini con Ida Dalser, film più premiato ai David di Donatello 2010.
Il regista piacentino ha al suo attivo più di cinquanta pellicole, tra lungometraggi di finzione e documentari. Tra i premi che gli sono stati consegnati, il Leone d’oro alla carriera che gli ha assegnato la Mostra del cinema di Venezia nel 2011 e il Pardo d’onore del Festival di Locarno nel 2015. Dal 1995 ogni estate organizza a Bobbio, il borgo in provincia di Piacenza in cui è nato, il laboratorio di regia Fare cinema e dal 2014 è Presidente della Fondazione Cineteca di Bologna.