L’8 novembre 2018 ci lasciava a soli 50 anni Max Croci, regista di documentari, cortometraggi e film. A un anno dalla morte, sabato 30 novembre, Sky Cinema Uno gli dedica la programmazione proponendo alle 21.15 il film La verità, vi spiego, sull'amore e alle 22.55 il documentario in prima tv A proposito di Max
Max Croci amava il cinema. E il cinema amava Max Croci. Perché per il regista (nato a Busto Arsizio l’11 ottobre del 1968) fare un film era sempre una gioia. Con le sue opere ha cercato di farci stare meglio, di farci sorridere e riflettere raccontando storie in cui tutti potevano ritrovarsi. Perché oltre al cinema, Max amava profondamente la vita. Croci era un cinefilo raffinatissimo, dalla cultura sterminata, ma non era uno snob o un altezzoso trombone della Settima Arte. Gli piacevano Jean Negulesco e il poliziottesco all’italiana, i titoli di testa di Saul Bass e gli horror gotici di Mario Bava, il camp e le commedie sofisticate. Insomma per Max i film erano una festa da vivere insieme.
E tutta questa passione, questa sensibilità, questa intelligenza, la ritroviamo in “A proposito di Max”, il documentario di Simone Del Vecchio, Miranda Bevilacqua e Gabriele Acerbo. Una produzione, griffata Sky Cinema, che ci offre un ritratto sincero, divertente e appassionato di Max Croci. Con ricchezza frugale, l’opera attraversa la carriera e la vita di un talento versatile e multiforme. Illustratore, Art director, autore e regista, Max Croci era un campione di autoironia, dote assai rara tra i professionisti del grande e piccolo schermo. Dai cortometraggi ai programmi televisivi sino ai 3 lungometraggi girarti in due anni, “A proposito di Max” ci trasporta in un mondo favoloso dove Platinette veste i panni maschili di un gangster e Iaia Forte, quelli di Babbo Natale. Volitivo, tenace e spiritoso l’uomo venuto dalla Manchester d’Italia, ovvero Busto Arsizio ha saputo raccontare l’amore e le sue complicazioni in tre pellicole (Poli opposti, Al posto tuo, La verità, vi spiego, sull'amore), in cui il camp danza con la tenerezza. Un cineasta che come diceva Billy Wilder (uno dei suoi autori prediletti, insieme ad Alfred Hitchcock, George Cukor e Howard Hawks) era consapevole che “Chi non crede nei miracoli non è realista”.
Il documentario è impreziosito dalle testimonianze dello storico del cinema Steve della Casa e dal critico Gianni Canova. E tra immagini di repertorio proveniente dall’archivio di Sky e ricordi familiari, a emozionare sono soprattutto le interviste alle figure femminili che hanno avuto un ruolo cruciale nella vita professionale e affettiva di Max: la mamma Gabriella, le attrici Ambra Angiolini, Serena Rossi, Marina Massironi, Alessandra Faiella, Nicoletta Maragno, la costumista Alessandra Robbiati, l’amica produttrice Marilù Paguni. Croci è stato capace come pochissimi di esplorare con grazia e intelligenza il pianeta donna. Nelle sue opere, la rappresentazione della femminilità non è mai stereotipata o corriva, ma sempre autentica ed esaltante. E Max era molto bravo pure a raccontare gli uomini. Lo si capisce dalle parole pronunciate all’interno del doc da Luca Argentero e da Lodo Guenzi, con cui avrebbe dovuto girare il prossimo film.
Ma forse una delle testimonianze più forti è quella pronunciata d Stefano Fresi. Nel momento in cui gli viene cosa gli abbia insegnato Max Croci, l’attore risponde così: “Se fai una cosa con passione e con un amore folle e riesci a farla, puoi anche morire domani, perché comunque ne è valsa la pena”. Perché oltre a essere un commosso omaggio a un regista scomparso troppo presto, “A proposito di Max” è anche un messaggio di speranza, un invito a credere ai propri sogni e a impegnarsi con tutte le proprie forze per realizzarli. Come ha fatto Croci che all’età di 10 anni concludeva con questa frase un tema sul suo proiettore: “Da grande spero di diventare un ottimo regista”. E direi che ci sei proprio riuscito Max.