Napoli nel cinema: i migliori film. Intanto arriva al cinema Il Sindaco del Rione Sanità

Cinema

Fabrizio Basso

Il Sindaco del Rione Sanità

Un set naturale e senza tempo. Napoli e il cinema sono una coppia consolidata. Lunedì 30 settembre arriva al cinema il film di Mario Martone Il Sindaco del Rione Sanità. Approfittiamo dell'occasione per un viaggio, discrezionale, in dieci film che hanno lasciato il segno

(@BassoFabrizio)

E' un luogo dove è bello e saggio perdersi. Napoli è mille colori. E proprio per questo Napoli è la Maga Circe del Cinema. Impossibile sfuggirne il fascino. Napoli è sotterranea e luminosa. Arrivando dal mare è un dipinto. Napoli par che dorma ma sta sospesa in aria la sua cultura millenaria. Terra di meraviglie, di grazie e di mali. Lunedì 30 settembre arriva al cinema Il Sindaco del Rione Sanità di Mario Martone presentato all'ultima Mostra del Cinema di Venezia e che è ambientato nella Napoli odierna. In origine era una commedia in tre atti scritta e interpretata da Eduardo De Filippo e inserita nella raccolta Cantata dei Giorni Dispari. L'arrivo al cinema del film di Mario Martone, con, tra gli altri, Francesco Di Leva, Roberto De Francesco, Massimiliano Gallo, Adriano Pantaleo e Daniela Ioia, diventa una occasione per raccontarvi, in modo assolutamente personale, dieci film su Napoli che a me hanno segnato e che dunque consiglio.

Napoli Velata di Ferzan Ozpetek
- Siamo di una Napoli sospesa tra magia e sensualità, una Napoli che avrebbe raccontato bene con i suoi versi Diego Valeri (chi ha voglia vada a rileggersi la sua Venezia) che viene contagiata da un mistero che avvolge l'esistenza di Adriana travolta da un amore improvviso e un delitto violento. Indimenticabile la scena che mostra il Cristo Velato, la scultura marmorea di Giuseppe Sanmartino conservata nella cappella Sansevero.

FF.SS. - Cioè: ...che mi hai portato a fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene? di Renzo Arbore - L'idea nasce a Roma ma la storia è tutta partenopea. E' la seconda regia di Arbore dopo quell'atto di coraggio che fu Il Pap'occhio. Onliù Caporetto, uno sgrammaticato impresario campano impersonato dallo stesso Arbore, desidera lanciare nel mondo dello spettacolo la giovane Lucia Canaria che a Napoli lavora è una sorvegliante di bagni pubblici. Ma ha una grande voce. Cui si abbina una malattia unica che non compare nei manuali medici ma che infetta (positivamente) l'anima. Si chiama napoletanite e ha questi sintomi: l'eccessiva esposizione a profumi, visioni e suoni che ricordano le sue origini partenopee le causano svenimenti improvvisi. Ambisce calcare palcoscenici importanti, ma Onliù può offrirle solo ospitata nella tivù locale Tele Ottaviano. Poi qualcosa accade...

Giallo napoletano di Sergio Corbucci - Qui conoscete una Napoli nebbiosa. Nel senso che invade la città una patina grottesca che rispecchia la stagione in cui questo film è stato girato. E' del 1979, il boom economico un ricordo, la crisi in avvicinamento ma ancora invisibile. Il cast messo insieme da Corbucci è portentoso: Marcello Mastroianni, Michel Piccoli, Renato Pozzetto, Ornella Muti, Peppino De Filippo e Zeudi Araya, la venere nera. Le storie di Anna Maria Ortese qui sembrano muoversi, sembrano uscite dalle sue pagine le disavventure di Raffaele Capece, profe4ssore di mandolino scapolo e poliomelitico.

Passione di John Turturro - La storia di una città, le sue leggende, il bene e il male in un viaggio nei suoi vicoli a ritmo di musica. Turturro ci prende per mano e ci porta nella sua storia sottolineando che ci sono città in un cui una visita basta, poi arriva Napoli. E non ti fermeresti più. Il documentario è stato girato in alcuni luoghi simbolo di Napoli: piazza San Domenico Maggiore, Castel dell'Ovo, Castel Sant'Elmo, Coroglio, lo spiazzo dinanzi alla Cappella Pappacoda, Palazzo dello Spagnolo oltre ai colorati vicoli. Caravan Petrol è cantata da Fiorello è girato alla solfatara di Pozzuoli. Il canto delle lavandaie del Vomero è ripreso nella Piscina Mirabilis di Bacoli.

Ferdinando I Re di Napoli di Gianni Franciolini - Forse non è un film per tutti, forse in pochi, oggi, lo recuperano, ma io posso dirvi che vedere insieme, interpretato da Peppino de Filippo, Eduardo De Filippo e Titina De Filippo nel 1959 è una lectio magistralis. Questo sovrano dai napoletani è chiamato Re Lazzarone perché poco si dedica al governo, preferisce travestirsi e frequentare le bettole del centro storico e di Spaccanapoli. La miseria morde il popolo. Pulcinella morde la morale. E' tempo di fuga perché la sommossa ribolle.

Così parlò Bellavista di Luciano De Crecscenzo - Siamo nel 1984 e il film è figlio dell'omonimo libro. Il professor Gennaro Bellavista è un professore di filosofia in pensione che non ha mai smesso di diffondere le sue idee. Ha una cerchia di accoliti che lo ascoltano. Il suo è un salotto tipico napoletano, nello spirito, nell'arredo. E poi c'è un po' di camorra anche se raccontata con levità.

Fortapàsc di Marco Risi - Questa è la Napoli della melma. Quella che riempie le pagine dei giornali e spesso offusca il profilo dolce e fumigante del Vesuvio. Giancarlo Siani ha messo la sua penna e il suo inchiostro dove non doveva. Capta le connivenze politico-mafiose che reggono Torre Annunziata. E' impermeabile alle minacce. Viene trasferito a Napoli ma non si acquieta la sua voglia di mettere le mani nello sporco. E' al punto di non ritorno. C'è la condanna a morte decretata dalla camorra. Ha da poco compiuto 26 anni, è il 23 settembre 1985, è vicino a Piazza Leonardo, quartiere Vomero, a poche accelerate da casa. Quella sera deve andare al concerto di Vasco Rossi. Non ci arriverà mai. Lo interpreta Libero De Rienzo. Nel cast, tra gli altri Fortunato Cerlino, Valentina Lodovini e Michele Riondino.

Amore Molesto di Mario Martone - Partiamo dall'origine: è tratto da un libro di Elena Ferrante il nome de plume della letteratura italiana, la creatrice della saga dell'amica geniale. Ci sono, sul set, Licia Maglietta e Anna Bonaiuto. Amalia è una sessantenne separata dal marito: viene trovata morta con indosso solo un reggiseno troppo sexy. La figlia Delia inizia a indagare e parte dall'ultima telefonata ricevuta. Alle ricerche si mescolano i ricordi di una mamma bellissima e guardata con lussuria dagli uomini con un passato rimosso. Sarà salvifico trovare un risposta? Oppure meglio che nullo riaffiori e nulla cambi?

No grazie il caffé mi rende nervoso di Lodovico Gasparini - Il soggetto è di Massimo Troisi che interpreta se stesso. Con lui anche Lello Arena, Maddalena Crippa e la leggenda James Senese. Il primo Festival Nuova Napoli parte male: qualcuno minaccia di uccidere chiunque partecipi. Due giornalisti indagano, la Polizia è pronta a intervenire ma intanto c'è chi muove e chi viene minacciato. Epica la scena di Benigni soffocato da una pizza. Tragico e grottesco. Con nostalgia per Massimo.

Le mani sulla città di Francesco Rosi - Se oggi, prima che il film inizi, si leggesse sul grande schermo che i personaggi sono immaginari ma la realtà sociale e ambientale del film è quella vera...sarebbe il finimondo. Ma nel 1963 i guardiani del politicamente corretto non erano apparsi neanche nella fantascienza. mentre erano fin troppo reali perché l'Edoardo Nottola (Rod Steiger), protagonista negativo, fa impallidire per la sua indifferenza molti lestofanti odierni. C'è chi muore, c'è un bambino che perde le gambe ma nessun ravvedimento. Finale catartico? Mica tanto visto che ci sarà il taglio del nastro di un nuovo complesso edilizio alla presenza di Nottola, del sindaco De Angelis (Salvo Randone), di un ministro e un cardinale. Le mani non mollano la città.

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