"Diego Maradona" è il nuovo docufilm di Asif Kapadia, già regista dei documentari sulla vita di Ayrton Senna e Amy Winehouse
Non c’è appassionato di calcio che non conosca le prodezze in campo di Diego Armando Maradona. C’è però anche l’altra faccia della medaglia che ha sempre caratterizzato la vita e la carriera del campione argentino. Asif Kapadia lo racconta nel docufilm “Diego Maradona”, in uscita nelle sale italiane il 23 settembre e disponibile solo per tre giorni. Un Diego inedito, come non lo avete mai visto prima. La pellicola è stata proiettata in anteprima al Modernissimo di Napoli, città che ancora ama e venera il Dio del calcio. E come ci si poteva immaginare, un bagno di folla di tifosi, addetti ai lavori e istituzioni ha partecipato alla visione. “Diego Maradona” è il lavoro minuzioso e dettagliato che nasce dallo studio e l’analisi di oltre 500 minuti di materiale girato inedito. L’obiettivo del Diego di Asif Kapadia è quello di arrivare dritto al cuore senza sfumature, grazie anche a parte del materiale del cameraman della vita di Maradona, Carlos Laburu.
La scelta di raccontare Diego Armando Maradona
«Ho scelto il Diego uomo. L’esistenza del campione da Dio, da leggenda fino alla sua rovinosa caduta. Due ore di genio e sregolatezza» ha dichiarato il regista. Una vita in presa diretta del Pibe de Oro di cui il regista premio Oscar tira le fila con l’intento, riuscito, di rendere attraverso il grande schermo l’umanità di un genio. Nessuna censura. Il documentario racconta senza edulcorarlo il piglio distruttivo del più grande campione di tutti i tempi. Ed è proprio la crudezza delle scene, dalle intercettazioni sulla droga, alla camorra, al pianto liberatorio di Diego che chiude il documentario ad attirare pubblico e critica. «Non si può accontentare tutti, Diego resta mito indiscusso del calcio» la risposta di Asif Kapadia che ha lavorato anni al documentario. La proposta infatti è arrivata dal produttore Paul Martin durante le Olimpiadi di Londra nel 2012. All’epoca il regista aveva da poco lanciato il film su Ayrton Senna: «Paul e io abbiamo parlato per un po’, ma in quel momento avevo appena concluso un film in ambito sportivo e non avevo nessuna fretta di farne un altro, anche se avevo sempre trovato Maradona un personaggio affascinante. Avevo appena realizzato un film su un pilota da corsa brasiliano e ora avrei dovuto farne uno su un calciatore argentino? Non ero sicuro fosse il momento giusto».
Dall'infanzia agli anni di Napoli
Kapadia mette così da parte Diego Armando Maradona e si dedica alla figura di Amy Winehouse. Nasce il documentario “Amy” che vince il premio Oscar per il miglior documentario nel 2016. L’opera mostra la vita della cantautrice britannica, morta a soli 27 anni e comprende video e interviste inedite. “Diego Maradona” ricalca la stessa struttura e pone l’attenzione sul 5 luglio 1984, il giorno della presentazione di Diego Armando Maradona allo stadio San Paolo di Napoli. Non manca il racconto del calciatore pre-Napoli, ragazzino povero e senza istruzione cresciuto in una baraccopoli. La sua escalation fino a diventare una stella assoluta del calcio, una sorta di divinità con tutte le difficoltà del caso. A Diego Maradona mancano gli strumenti per gestire una celebrità simile ma Kapadia sottolinea la sua capacità di vincitore: “È così sveglio e scaltro. Non importa quante volte fallisce, si rialza sempre e va avanti. Com’è possibile che una persona con le sue origini passi tutto quello che ha passato lui senza risentirne? È un vero lottatore e la sua è una storia che morivo dalla voglia di raccontare».