Pupi Avati torna al cinema con la pellicola “Il signor diavolo”, un horror gotico davvero sorprendente
Ritorno al genere horror per Pupi Avati che arriva al cinema il 22 agosto 2019 con la pellicola “Il Signor Diavolo”. Un cast di volti noti della cinematografia italiana ha partecipato al film: da Alessandro Haber ad Andrea Roncato, con i giovani protagonisti Gabriele Lo Giudice e Filippo Franchini. La pellicola è tratta dal romanzo “Il signor Diavolo. Romanzo del gotico maggiore” scritto dallo stesso regista e uscito nel 2018. Nelle intenzioni di Avati c’è la volontà, insieme a suo figlio Tommaso e al fratello Antonio Avati di narrare, le storie di paura che un tempo erano protagoniste dei racconti che venivano fatti la sera accanto al fuoco nelle case di campagna.
La trama di “Il signor diavolo”
Il film “Il signor diavolo” è ambientato nell’autunno del 1952 nel nord est italiano. Furio Momentè, interpretato da Gabriele Lo Giudice, è un ispettore del Ministero che viene inviato in un paesino dove è in atto l’istruttoria per il processo in merito all’omicidio di un adolescente. Un caso che fa discutere tutti i locali, dal momento che la vittima veniva considerata da tutti un indemoniato. L’ispettore Momentè ha studiato tutti i verbali e ha analizzato ogni singolo interrogatorio a partire da quello di Carlo, 14 enne interpretato da Filippo Franchini. La sua vita monotona viene sconvolta dall’arrivo di Emilio, figlio di una ricca e potente possidente terriera, affetto da una deformità che rapidamente lo pone all’attenzione dell’intero paesino. Il diverso scaturisce timore e così Pupi Avati coglie l’occasione per offrire uno sguardo pessimista sulla realtà rurale italiana. Il giovane assassino ritiene di aver ucciso il Diavolo in persona e lo stesso Momentè resta sbalordito nel leggere i resoconti degli interrogatori, per poi giungere in paese e scoprire una realtà ben peggiore di quanto immaginasse. Il protagonista dovrà sbrogliare la matassa di Chiesa e politica che influenzano in maniera radicale il caso. Inoltre il potere della madre della vittima rappresenta un altro ostacolo da dover affrontare. Il film è ambientato tra Roma e Venezia negli anni che vanno dal 1947 al 1952, con sguardo puntato al Veneto. La scelta è dovuta al carattere fortemente cattolico della regione. Inoltre sono presenti vecchie superstizioni tanto radicate da essere tremendamente dure a morire.
Le parole di Pupi Avati
A 40 anni di distanza dall’ultima volta, Pupi Avati torna così al genere horror offrendo un gotico sorprendente, considerando anche come la pellicola abbia una conclusione diversa rispetto al romanzo. Queste le parole del regista in merito a “Il signor Diavolo”: “E’ una storia che mi appartiene profondamente, avevo 14 anni ero un chierichetto in una chiesa in Emilia e temi come il cattolicesimo superstizioso, la favola contadina, la paura atavica del buio, li conosco bene, ci sono cresciuto. Ho cercato di raccontare quello che so della vita, se non racconti il passato come fai a parlare del presente, e l’ho fatto attraverso il genere che i registi non praticano più”. Dopo l’uscita di questo film, i fratelli Avati saranno impegnati in un progetto ambizioso: la biografia di Dante Alighieri. Nel frattempo però il ritorno all’horror era un desiderio da realizzare. Tra i film che hanno ispirato la pellicola anche “Rosemary’s Baby” come dichiarato dallo stesso regista.