Riccardo Scamarcio si racconta: dal nuovo film Welcome Home alla passione per i thriller

Cinema

Helena Antonelli

Un triangolo da brividi quello tra Riccardo Scamarcio, l'icona sexy Emily Ratajkowski ela star di Breaking Bad Aaron Paul nel thriller diretto da George Ratliff, Welcome Home dall'11 luglio solo al cinema con Altre Storie e Minerva Pictures. In attesa di vederlo nella sale cinematografiche, leggi L'INTERVISTA A RICCARDO SCAMARCIO

Bello e cattivo sempre. Riccardo Scamarcio si presenta come un grande appassionato di thriller, Alfred Hitchcock è il suo riferimento assoluto. Ama i thriller psicologici che lavorano sul concetto di paura e che la esorcizzano. Crede nel metafisico e nei fenomeni paranormali, Riccardo Scamarcio è un attore che lavora tanto con le energie. Energie che lo tengono ore e ore sul set tanto da arrivare a quota 8 film quest’anno.

“La vita è breve e voglio battere il record di 12 pellicole stabilito da Sordi nel 1954”

Un vero talento del cinema italiano, a suo agio nei cast internazionali grazie alla sua capacità di recitare anche in inglrdr. In Welcome Home, il film di George Ratliff distribuito da Altre Storie e Minerva Pictures al cinema dall'11 luglio, Riccardo Scamarcio è Federico, il vicino di casa bello e tenebroso di Bryan, interpretato da Aaron Paul l’indimenticabile Jesse Pinkman di Breaking Bad, e Cassie, la bellissima modella e star del web Emily Ratajkowski. Altro nome importante nel film è Francesco Acquaroli, il celebre Samurai della serie Suburra.

Una serie di sequenze bollenti messe in scena da un triangolo davvero da brividi vi aspetta con Welcome Home, ma prima l'intervista a Riccardo Scamarcio.

Iniziamo dal suo personaggio nel film. Chi è Federico?
Federico è un personaggio ambiguo, pericoloso, che passa dalla dolcezza alla violenza senza mezze misure. Un connubio questo che rende i cattivi ancora più cattivi. E questa cosa nei personaggi che interpreto mi diverte molto.

Recitare in inglese cosa comporta rispetto all’italiano?
C’è una difficoltà oggettiva, se non la si pratica bene questa lingua può essere un incubo per chiunque. Devo dire che io me la destreggio abbastanza bene. Paradossalmente la lingua diventa una maschera, attraverso la quale uno può “nascondersi”, ovvero può essere qualcun altro. Aiuta a tirar fuori delle cose di te che magari in italiano riesci, proprio perché è la tua lingua madre.

Nel cast di Welcome Home oltre a Aaron Paul star di Breaking Bad anche Emily Ratajkowski. Che impressione ha avuto di lei?
Emily rappresenta un po’ il desiderio, l’erotismo nel film. Devo dire che Emily è stata molto brava, nonostante non nasca puramente come attrice. A suo svantaggio forse c’è stato il fatto che non abbiamo provato molto prima di girare. Ratliff è molto: motore e azione!

Cos'ha pensato quando ha letto il copione la prima volta?
Io e George Ratliff ci siamo incontrati a Roma prima di iniziare le riprese, ed è stato in quel momento che ho letto il copione e l’ho trovato molto esilarante. Mi è sembrato che sulla carta questo film funzionasse bene.

Come sceglie i suoi film?
Le mie decisioni sono sempre basate sulle persone con cui devo lavorare. Una sorta di istinto, di voler lavorare o meno con quella persona. Basta capire se può esserci uno scambio anche critico o conflittuale, una simile visione o approccio di metodo del “come” che è sempre più importante del “cosa”.

Che lettura da Welcome Home dell’Italia e degli italiani?
Il mio personaggio sfata un po’ gli italiani. C’è una lettura intellettuale e originale sullo sguardo del nostro Paese. La bella Italia che vediamo ha un risvolto tenebroso. Le zone d’ombra esistono, il bello e il male sono coesistenti, specialmente in un paese splendido come l’Italia.

ll film sul finale sottolinea in un certo senso il problema dell’esser sempre connessi.
Sì. c’è una riflessione sottile su un problema secondo me patologico. Il continuo essere connessi: stories, foto, dirette, rende tutti “dipendenti” da quattro persone che nel frattempo guadagnano miliardi. Sono in pochi a rendersene conto.

E lei? Che rapporto ha con i social?
Non sono iscritto a nessun tipo di social. Trovo scorretto quando, a cena con dei colleghi o amici, altre persone postano delle foto in cui io sono presente. Mi sembra un po’ da infami sinceramente.

Ora cosa c’è in cantiere?
Ho finito qualche giorno fa di girare a Roma Gli infedeli, un film che produco insieme a Nicola Giuliano e Viola Prestieri. A marzo sarò il Caravaggio di Michele Placido. Poi due opere prime da girare in Puglia: un horror, Fascinazione, di Domenico De Feudis e, ad ottobre, Ciccio Paradiso di Rocco Ricciardulli.

Lei vive per il set!
Quando sono sul set sto bene. Sono un artigiano sano, mi piace lavorare, imparare. E poi la vita è breve e voglio battere il record di 12 pellicole stabilito da Sordi nel 1954. Fino ad ora ho raggiunto quota 8 film quest’anno.

Un personaggio su tutti che le piacerebbe interpretare?
Mi piacerebbe fare un film su Federico II. Nessuno ancora l’ha mai fatto.

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