Mentre sta per tornare nelle sale uno dei suoi capolavori, “Jules e Jim”, ripercorriamo la carriera di François Truffaut
Restaurato dalla Cineteca di Bologna, torna nelle sale “Jules e Jim”, capolavoro del 1962 di François Truffaut, il maggiore esponente della nouvelle vague, che proprio dal regista prese forma alla fine degli anni Cinquanta. Profondo conoscitore dell’animo umano, Truffaut ha rivoluzionato il modo di fare cinema in Europa e ha influenzato in maniera consistente tutti i registi che sono arrivati dopo, sia nel vecchio Continente che a Hollywood. Scomparso a soli 52 anni nel 1984, il regista ha diretto delle pietre miliari del cinema. In occasione del ritorno nelle sale del suo film più famoso, ripercorriamo la carriera di François Truffaut attraverso i suoi migliori film.
- I quattrocento colpi (1959)
- Jules e Jim (1962)
- Fahrenheit 451 (1966)
- Baci rubati (1968)
- Il ragazzo selvaggio (1969)
- La mia droga si chiama Julie (1969)
- Effetto notte (1973)
I quattrocento colpi
Primo lungometraggio diretto da Truffaut, ha mantenuto il titolo originale nella traduzione letterale, che significa “fare il diavolo a quattro”. Presentato in concorso al Festival di Cannes, il film vinse subito il premio per la migliore regia. Nella pellicola compare per la prima volta il personaggio di Antoine Doinel, l’alter-ego di Truffaut, che sarà il protagonista anche di un episodio di “L’amore a vent’anni”, di “Baci rubati”, “Non drammatizziamo… è solo questione di corna” e di “L’amore fugge”. Doinel è seguito in diverse fasi della sua vita, dall’adolescenza fino all’età adulta.
Jules e Jim
Capolavoro assoluto del regista francese, “Jules e Jim” uscì nel 1962, terzo lungometraggio di Truffaut. Tratto dall’omonimo romanzo di Henri-Pierre Roché, è ambientato a Parigi nel 1912. Catherine s'innamora di due studenti, Jules, francese e Jim, austriaco, legati da una profonda amicizia e entrambi amanti della letteratura. La donna sposa Jim, da cui ha una bimba, ma diventa l'amante di Jules. La storia di questo triangolo amoroso ricevette numerosi riconoscimenti, tra cui anche il Nastro d’argento per il miglior film.
Fahrenheit 451
Tratto ancora una volta da un romanzo, “Fahrenheit 451” di Ray Bradbury, l’omonimo film è la prima produzione non francese di Truffaut. Ambientato in un prossimo futuro, in cui i libri sono vietati e bruciati da pompieri attrezzati allo scopo, “Fahrenheit 451” fu inizialmente stroncato dalla critica ma fu successivamente riabilitato.
Baci rubati
Terzo film che vede come protagonista l’alter-ego del regista Antoine Doinel è “Baci rubati” del 1968, interpretato sempre dall’attore feticcio di Truffaut, Jean-Pierre Leaud. Il percorso di crescita di Antoine che, tornato dal servizio militare, vuole ricostruire la sua storia d’amore con l’ex fidanzata Christine. “Baci rubati” alterna sapientemente momenti malinconici ad altri più divertenti. Così come gli altri film del grande cineasta, si aggiudicò molti premi, sia in Francia che all’estero.
Il ragazzo selvaggio
Ispirato alla storia realmente accaduta di Victor dell'Aveyron, un trovatello vissuto nella Francia di fine Settecento, “Il ragazzo selvaggio” è un film del 1969. Occupandosi della storia del ragazzo trovato nella foresta, Truffaut dimostrò, ancora una volta, di avere a cuore il tema dell’infanzia e della pedagogia. Nel film, il regista interpreta il dottor Jean Itard, considerato il padre della pedagogia francese.
La mia droga si chiama Julie
Nello stesso anno, Truffaut gira “La mia droga si chiama Julie”, tratto dal romanzo “Vertigine senza fine” di William Irish. Il film è anticipato già dal precedente “Baci rubati” in cui il protagonista ha in mano il romanzo a cui si è poi ispirato per la pellicola. Interpretato da Jean-Paul Belmondo e Catherine Deneuve, tuttavia “La mia droga si chiama Julie” non ottenne lo stesso successo di critica e di pubblico dei film precedenti.
Effetto notte
Inserito da Time nella lista dei 100 migliori film di tutti i tempi, “Effetto notte” è considerato uno dei film più importanti della storia del cinema. Truffaut interpreta se stesso mentre gira un film in condizioni non proprio ottimali. Sulla troupe cominciano ad abbattersi una serie di problemi che coinvolgono tutti coloro che sono alle prese con la lavorazione della pellicola. “Effetto notte” vinse l’Oscar come miglior film straniero, tre BAFTA e ottenne tre nomination ai Golden Globe.