La carriera, i film e i successi di Massimo Troisi, attore, regista e sceneggiatore. Una comicità innata ed immortale che ha fatto la storia del cinema italiano
È scomparso a soli 41 anni nel 1994, ma il ricordo di Massimo Troisi è ancora vivo tra i tanti appassionati di cinema. Un talento unico, una comicità innata ed immortale, è stato attore, regista, sceneggiatore, ma soprattutto nuovo interprete della tradizione teatrale partenopea. Semplice, ma anche poetico e malinconico, irriverente e provocatore, capace con grazia e animosità di smantellare ogni luogo comune della sua Napoli, Massimo Troisi è riuscito a lasciare un segno indelebile nel cinema italiano, grazie al suo estro geniale che subito dopo la morte è stato riconosciuto anche all’estero.
Gli esordi e il debutto al cinema
Già da adolescente era affascinato dall’arte, dalla poesia e dal teatro e a San Giorgio a Cremano, suo paese natale, inizia ad esibirsi nel teatro parrocchiale della Chiesa di Sant’Anna. Lì nasce la carriera di Massimo Troisi che in poco tempo si esibisce con la sua compagnia in tantissimi teatri fino ad arrivare al Sancarluccio. Nasce su quel palco “La Smorfia” con Lello Arena ed Enzo Decaro. Per quattro anni il trio comico ottiene un successo straordinario approdando in tv e conquistando il pubblico di tutta Italia. Il passaggio al cinema arriva quasi in maniera naturale e fin dal suo esordio dietro la macchina da presa, Massimo Troisi mostra tutte le sue qualità. “Ricomincio da tre”, “Scusate il ritardo” e “Non ci resta che piangere” diventano dei successi strepitosi, il regista e attore sbanca i botteghini e convince la critica e i colleghi che mostrano subito stima nei suoi confronti. Nei suoi film mostra subito quella mimica nevrotica che lo caratterizza, ma soprattutto la capacità di trasmettere quel suo riso amaro davanti alla vita. Ettore Scola stravede per lui e lo dirige in “Splendor” e “Che ora è” accanto a Marcello Mastroianni e infine ne “Il viaggio di Capitan Fracassa”, accanto ad Ornella Muti. L’impegno da attore non frena la sua vena creativa e dirige “Le vie del Signore sono finite” e “Pensavo fosse amore...invece era un calesse”. Tre anni dopo è protagonista e co-regista di “Il Postino”, l’ultimo film della sua vita. Costretto a sottoporsi ad un trapianto di cuore, decide di rimandare l’intervento e concludere le riprese del film. È stremato e nelle ultime scene una controfigura ha dovuto sostituirlo: 12 ore dopo la fine delle riprese viene colto da un attacco cardiaco nel sonno, a soli 41 anni. Per conoscere meglio la figura di Massimo Troisi, è necessario conoscere cinque film
- Ricomincio da tre
- Scusate il ritardo
- Non ci resta che piangere
- Pensavo fosse amore...invece era un calesse
- Il Postino
Ricomincio da tre
È il debutto alla regia di Massimo Troisi, avvenuto nel 1981. Vinse due David di Donatello per il miglior film e il miglior attore. Ambientato a Firenze, Massimo Troisi interpreta un ragazzo timido che ha voglia di uscire fuori dalla vita provinciale. Decide di trasferirsi a Firenze e dopo una serie di vicissitudini conosce Marta. Il film risulta la pellicola più a lungo nelle sale italiane con un record di 43 settimane consecutive.
Scusate il ritardo
A due anni di distanza dal debutto, Troisi bissa il successo con “Scusate il ritardo”, pellicola che sottolinea ancora di più la sua voglia di analizzare i rapporti di coppia. Affiancato sempre da Lello Arena, Troisi interpreta Vincenzo, un giovane disoccupato che vive senza stimoli fino all’arrivo di Anna, vecchia compagna di scuola della sorella Patrizia. Il film conquista due David di Donatello per il miglior attore non protagonista (Lello Arena) e la migliore attrice non protagonista (Lina Polito).
Non ci resta che piangere
Il film diretto e interpretato da Roberto Benigni e Massimo Troisi è una delle pietre miliari della comicità italiana. I due interpretano Mario e Saverio, bidello ed insegnante, che si ritrovano improvvisamente nel 1400 a Frittole, un immaginario borgo toscano. Il film non piacque alla critica, ma incassò 15 miliardi di lire diventando il maggior successo italiano della stagione 1984/85. Con il passare del tempo, gli sketch, le battute e le scenette costruite da Benigni e Troisi sono diventati veri e propri cult per gli appassionati di cinema.
Pensavo fosse amore...invece era un calesse
Nel 1991 Massimo Troisi dirige “Pensavo fosse amore...invece era un calesse” con Francesca Neri e Marco Messeri. La pellicola affronta nuovamente i problemi presenti in una relazione. Scritto da Massimo Troisi e Anna Pavignano, racconta la la vita di Tommaso e Cecilia, coppia in procinto di sposarsi. Troisi ha raccontato che il film parla dell’amore in maniera totale, perché occorrerebbe la stessa attenzione e lo stesso amore tanto per conquistare che per lasciare qualcuno: «Quando non è più amore ma «calesse», bisogna avere il coraggio della fine, piano piano, con dolcezza, senza fare male...ci vuole lo stesso impegno e la stessa intensità dell'inizio».
Il Postino
“Il Postino” film ispirato a “Il postino di Neruda” è senza alcun dubbio il testamento di Massimo Troisi. Il film ha ottenuto 5 candidature agli Oscar 1996, quella come miglior film, miglior attore protagonista (Massimo Troisi), miglior regia (Michael Radford), miglior sceneggiatura non originale e miglior colonna sonora drammatica (Luis Bacalov, che si aggiudicò la statuetta). Il New York Times ha anche inserito la pellicola nella sua lista dei 1000 migliori film di sempre. Ambientato negli anni ‘50, Massimo Troisi interpreta Mario Ruoppolo, postino incaricato di consegnare lettere a Pablo Neruda, poeta cileno che vive sull’isola. Mario è affascinato dal personaggio e inizia ad appassionarsi alla poesia e alle metafore con la semplicità di un uomo consapevole della sua condizione sociale ma in grado di emozionarsi alla vista di Beatrice, che diventerà sua musa ispiratrice.