Non solo Dick Cheney, tutte le trasformazioni di Christian Bale

Cinema

Andrea Cominetti

Christian Bale in The fighter
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Per l’interpretazione dell’ex vicepresidente degli Stati Uniti è stato premiato con il Golden Globe, ma non è la prima volta che l’attore britannico Christian Bale si trasforma per esigenze di copione

Capello bianco, occhialetto tondo, pancia prominente. Per Christian Bale interpretare l’ex vicepresidente degli Stati Uniti Dick Cheney in «Vice - L’uomo nell’ombra» rappresenta una nuova occasione. Di vincere premi (l’ultimo è il Golden Globe come miglior attore protagonista in una commedia o film musicale), di mostrare una volta di più il suo immenso talento, ma anche di trasformarsi. Negli anni, infatti, l’interprete britannico ci ha abituato a mutamenti al limite dell’impossibile, a partire da «American Psycho», il film che gli ha dato la fama a livello mondiale, tratto dall’omonimo romanzo di Bret Easton Ellis.

Il debutto in «American Psycho»

Qui, Bale interpreta l’ambiguo ruolo di Patrick Bateman: uno yuppie che di giorno lavora nell'ambiente di Wall Street come dirigente di una società finanziaria e che, invece, di notte si trasforma in uno spietato serial killer (di quelli che conservano nel proprio appartamento parti del corpo delle vittime). Meticoloso al limite del perfezionismo, l’uomo si dedica - tra le altre cose - in maniera quasi morbosa alla cura del proprio corpo, al fine di dare di sé la migliore immagine possibile. Tra addominali, bicipiti e tricipiti, che costano all’attore mesi e mesi di palestra.

 

La prima metamorfosi: «L’uomo senza sonno»
Quattro anni dopo, nel 2004, Bale torna sul grande schermo in una veste totalmente diversa. Con «L’uomo senza sonno», di Brad Anderson, dove veste i panni di Trevor Reznik: un tormentato operaio che da oltre un anno non riesce a dormire. Per potersi calare nella parte, l’interprete è costretto a perdere 28 chili in quattro mesi, arrivando a pesarne 54. «Quando sei talmente magro da riuscire a malapena a salire una rampa di scale, è come se fossi aria, come se avessi abbandonato il tuo corpo» ha raccontato l’attore ricordando quel periodo, in cui per settimane ha mangiato soltanto una scatoletta di tonno, una mela e tanto caffè. Ovvero l’equivalente di 275 calorie al giorno, a fronte delle 3000 previste dalla sua costituzione.

 

La parentesi di «Batman» e l’Oscar per «The Fighter»
Successivamente riacquista peso per «Batman Begins» di Christopher Nolan (più 26 chili di muscoli, grazie alla dieta iperproteica e all’aiuto del personal trainer Efua Baker), lo riperde per «L’alba della libertà» di Werner Herzog (meno venti chili, per interpretare l'aviatore USA di origine tedesca Dieter Dengler, catturato e torturato durante la guerra del Vietnam), lo recupera di nuovo per il secondo capitolo della trilogia di Nolan dedicata a Batman, «Il cavaliere oscuro», e lo perde ancora per girare «The Fighter» di David O. Russell. Qui - siamo nel 2010 - l’attore arriva a toccare i 66 chili per calarsi nel ruolo del tossico Dicky Eklund, fratellastro e allenatore del pugile americano di origine irlandesi Micky Ward, interpretato da Mark Wahlberg: il ruolo gli vale l’Oscar come migliore attore non protagonista e la definitiva consacrazione a Hollywood.

 

La dieta ingrassante per «American Hustle»

A questo punto Bale non ha più niente da dimostrare, potrebbe scegliersi dei ruoli più «comodi», eppure la sua voglia di spingersi oltre prevale sul resto. Non a caso, tre anni dopo, sempre per David O. Russell, l’interpreta accetta di trasformarsi ancora. E per vestire al meglio i panni del truffatore Irving Rosenfeld di «American Hustle» ingrassa di venti chili e si rasa a zero la testa, così da riuscire a incollare meglio il tupé previsto dal copione. «Ho mangiato tanti doughnut, un sacco di cheeseburger e qualsiasi cosa le mie mani potessero prendere» ha raccontato in quell’occasione. Chissà se sono più o meno di quelli che gli sono serviti per entrare nei panni dell’ex vicepresidente degli Stati Uniti.

 

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