Pupi Avati, una grande festa per i suoi 50 anni di carriera
CinemaUna grande desta a Budrio per i 50 anni di carriera del maestro Pupi Avati. Un grande evento organizzato come un set. Il racconto di quello che è successo in una giornata che si è snodata tra cinema, ricordi, jazz e poesia
Avatine, primo atto: la grande festa nella campagna di Budrio per i 50 anni di carriera di Pupi Avati si è trasformata in puro cinema. E – ironia della sorte – per la prima volta i protagonisti del film sono Pupi e Antonio Avati, solo per oggi davanti e non dietro alla telecamera. Location in pieno stile ‘avatiano’ - il teatro di Budrio prima e il Borgo dei Casoni fumanti di Mezzolara poi -, in piena campagna, per un cast composto da oltre 700 ospiti che - a sorpresa - si sono ritrovati in un set. Tra atmosfere giocose e colpi di scena, ricordi e anticipazioni, le ricette e i piatti della tradizione, auto storiche, jazz e poesia, la piccola borgata è stata animata dal calore dei tanti amici di Pupi e Antonio Avati, dai volti e dalle storie che ci accompagnano al cinema e in televisione.
Una festa a sorpresa che diventa un (mini)film, il racconto di una vita che si dipana attraverso persone e storie. A cinquant’anni dal primo ciak di Pupi Avati - sul set di “Balsamus, l'uomo di Satana” – oggi è stato girato, nella campagna di Budrio, un piccolo film con i (e non dei) fratelli Avati. Un omaggio per una carriera unica e sorprendente nel panorama italiano e internazionale. Dietro la macchina da presa, Cesare Bastelli, pietra miliare di tutti i film di Avati, Riccardo Marchesini con Giostra Film, la Scuola di Cinema Rosencrantz & Guildenstern e Ivan Zuccon, storico montatore di Avati.
La trama: gli amici bolognesi di Pupi e Antonio hanno organizzato una festa a sorpresa, una giornata ricca di colpi di scena, intrisa di ricordi e venata di sublime ironia, tra commedia, documentario, omaggio cinematografico e meta-cinematografico. Un film corale, in perfetto stile Avati.
Il cast: Le centinaia di persone – il pubblico in sala a Budrio, gli invitati alla festa nel borgo - che si sono ritrovate senza saperlo all’interno di un set. Amici di oggi e di ieri che hanno conosciuto i fratelli in questi 50 anni, condividendo lavoro, passione, risate, palcoscenici, ciak e molto altro. Dagli attori di primo piano alle comparse di genio, i caratteristi, gli artisti del backstage, e ancora, giornalisti, colleghi, scenografi, sceneggiatori e via dicendo. E al centro, Pupi e Antonio Avati, al tempo stesso soggetti del film, attori protagonisti, in definitiva il fulcro di tutta la storia.
Le location: Budrio, con il suo teatro consorziale, set alcuni anni fa della miniserie di Pupi Avati “Dancing Paradise”, e i Casoni Fumanti di Mezzolara di Budrio, borgo di poche case – e tanta storia – nella campagna bolognese, immersa nella sua sognante luce soffusa, densa di atmosfere avatiane. La festa in onore di Pupi e Antonio Avati è iniziata in modalità “on the road”: a sorpresa si sono ritrovati sul RED CITY BUS che per l’occasione ha creato un tour sui luoghi del cinema, dove sono stati girati Jazz Band, Il cuore altrove, Cinema!! Storia di ragazzi e ragazze, il Papà di Giovanna e molti altri film.
La festa “Come in un set”. Ai Casoni fumanti di Mezzolara di Budrio – una borgata a metà strada tra Bologna e Ferrara, Mezzolara e Molinella, sospese tra cielo e terra, fossi e campi coltivati, così simile ai luoghi dove il regista ha ambientato tante pellicole – si sono dati appuntamento centinaia di ospiti per festeggiare, nutrirsi di chiacchiere, risate, e tante prelibatezze emiliane. Oltre 500 persone: il cast del film che rende omaggio alla carriera di Avati, ovvero amici e compagni di avventure cinematografiche e non, che hanno condiviso almeno un pezzo di strada con il regista. Un caleidoscopio in cinemascope di colori, volti, storie, aneddoti, scherzi, in un’atmosfera perfettamente “avatiana”. Per un giorno i suoi personaggi sono usciti dalla “scatola magica” del cinema e hanno camminato tra noi. Perché è così il cinema di Pupi Avati, da 50 anni: si nutre dell’esistenza, trasformandola attraverso le emozioni primarie, il desiderio, la paura, la fame di vita, il bisogno di dare e di darsi. Il tema del dono è stata anche la motivazione profonda all’origine della festa, primo atto delle Avatine, un ciclo di appuntamenti che proseguirà fino a giugno, e che si arricchirà mano a mano di date e dettagli. Il segno tangibile della riconoscenza verso chi ha dato tanto al cinema, e non solo, perché chi racconta storie, in definitiva, inventa il mondo.