“Non è vero ma ci credo” al cinema. L’intervista a Nunzio e Paolo
CinemaNunzio Fabrizio Rotondo e Paolo Vita, sono Nunzio e Paolo, i divertenti protagonisti del film “Non è vero ma ci credo”, una commedia italiana dall'accento francese, nelle sale cinematografiche dal 4 ottobre. In occasione dell'uscita del film abbiamo fatto una chiaccherata con i simpaticissimi Nunzio e Paolo. LEGGI L'INTERVISTA
Nunzio e Paolo, legati da un sodalizio artistico e familiare, interpretano sé stessi in una commedia garbata, portatrice di un grande messaggio d’amore. Un tuffo spassoso nella storia di due mariti vegetariani che credono fortemente di trovare la fortuna quando meno se l'aspettano, proprio come il loro debutto al cinema. Non siate diffidenti, abbiate la curiosità di scoprire cosa combinano in questa avventura esilarante, ma soprattutto cosa vogliono comunicare.
Nunzio e Paolo, avete recitato insieme nel vostro primo film Innamorati di me. Com’è stato rilavorare insieme? Che tipo di reazione vi aspettate dal pubblico?
Non c’è molta differenza tra la nostra quotidianità e il set. Per noi è normale, viviamo praticamente insieme. Ritrovarsi in una nuova avventura cinematografica e non televisiva è stato molto più bello, emozionante e stimolante. Ci ha dato una spinta maggiore per migliorare - almeno speriamo che questo venga percepito da chi guarderà il film -. Ce l’abbiamo messa tutta per realizzare un prodotto credibile. Il messaggio è l’affetto, l’amore e la non sofferenza degli animali. La convivenza a tavola di vegani, vegetariani e carnivori, spesso è frutto di gag simpatiche che abbiamo riportato in questo film. E’ stato divertente far coesistere mentalità così diverse, opposte. La cosa bella è che in Italia ci sono due milioni di vegetariani e vegani che apprezzeranno questo film, ma anche chi non lo è non rimarrà escluso: nessuno si sentirà offeso o messo da parte. Sono tutti protagonisti di un grande messaggio d’amore che unisce vegani, vegetariani e carnivori. Inoltre, non è un film volgare, non è “battutaro” - come diciamo noi a Roma -, è una commedia garbata, diversa da quelle che si vedono oggi, soprattutto perché è la prima volta che si affronta una tematica del genere al cinema.
Ricorda le commedie francesi per il tipo di sorrisi e di allegria.
Noi amiamo le commedie francesi. Siamo “malati” di commedie francesi, forse questo ci ha influenzato.
Considerando l’analisi introspettiva dei personaggi: Nunzio è un pessimista che si preannuncia sempre il peggio, mentre Paolo è un ottimista che riesce sempre a trovare una soluzione. E’ possibile che la diversità caratteriale unisca due persone e faccia nascere una bella amicizia facendo sì che gli opposti si attraggano?
Quelli che vedete in "Non è vero ma ci credo" sono realmente Nunzio e Paolo e, non a caso, abbiamo mantenuto i nostri nomi anche nel film. Sono quasi quarant’anni che ci sopportiamo, questo significa che è sicuramente possibile: la diversità attrae. Noi ne siamo la prova.
Per interpretare questi personaggi vi siete allontanati molto dalla vostra personalità?
No, siamo proprio noi. Noi recitiamo noi stessi, non interpretiamo nessun personaggio. Enfatizziamo un po’, andando oltre quella che è la realtà, ma i caratteri sono nostri e sono reali.
Quali sono state le maggiori difficoltà che avete incontrato recitando in questo film?
L’unica difficoltà a cui siamo andati incontro è aver girato quasi un mese intero di notte sotto la pioggia, ma a parte questo, tutto è un bel ricordo. E’ stato un gruppo di lavoro molto bello, senza pesi né tensioni. Giocavamo sempre, tecnici e attori.
La voce narrante ad un certo punto dice: "La fortuna a volte è dove non te l’aspetti”. Condividete questo pensiero?
Pienamente. Nella vita spesso siamo convinti di sicurezze che poi in realtà non esistono. Una piacevole sorpresa la trovi dove meno te lo aspetti. Ci sono cose che succedono veramente per caso. La nostra storia cinematografica nasce un po’ per fortuna: abbiamo incontrato Mario Spedaletti, direttore generale di Medusa, che ha creduto immediatamente in noi e ci ha presentato Marco Bennati che ha prodotto il nostro primo film Innamorati di me. Se non avessimo avuto la fortuna di incontrare Mario non avremmo fatto né il primo né questo film. Poi Guglielmo Marchetti ha preso a cuore questo progetto, la Notorius ci ha dato tutti i mezzi a disposizione per confezionare questo prodotto al meglio, dalla fotografia, alla regia, alla musica… Gianni Errera è stato molto bravo, Nunzio e Paolo non lo sappiamo (ridono, ndr). Se è vero che la fortuna la trovi quando meno te l’aspetti, è vero che il cinema regala piacevoli sorprese. Non bisogna essere diffidenti nei confronti dei progetti nuovi perché potrebbero emergere novità molto interessanti. Speriamo che tutti abbiano la curiosità di venire a vedere cosa abbiamo combinato e cosa vogliamo comunicare.
Nel film avete delle mogli che vi “bacchettano” ed è evidente che sono loro a portare i pantaloni in casa. Questo aspetto quanto rispecchia la società odierna?
La mia non porta i pantaloni, porta il completo da uomo (ride, ndr)! Le nostre consorti sono molto dolci e carine. Ci sono tante mogli di uomini un po’ sfortunati, come quelli della storia di questo film, che devono sopportare le loro “bacchettate” perché non riescono a combinare nulla, sono a casa senza un lavoro mentre le donne pensano al sostentamento della famiglia. E’ un fenomeno comune e negli ultimi si è addirittura espanso.
In questa commedia interpretate dei vegetariani convinti. Lo siete anche nella vita?
N: Io sono vegetariano da quasi quarant’anni.
P: Io sono quasi totalmente vegetariano.
N: Paolo ogni tanto fa qualche strappo alla regola e a volte mangia qualche pescetto. E' un po’ razzista nei confronti di alcuni animali, quelli che gli stanno antipatici se li mangia.
P: Negli anni sono stato traviato da Nunzio. Alla fine, una volta che cominci ti rendi conto che si può vivere senza mangiare carne e, paradossalmente, anche meglio. Giova alla salute, i miei esami sono migliorati. Un giorno ho visto dei filmati atroci che mi hanno shockato e, come capita a tante persone, da quel momento ho smesso di mangiare la carne rossa. E’ diventata una piacevole abitudine, non c’è stata un’esigenza obbligata, ma una scelta spontanea. Nunzio, invece, da piccolino, quando ha capito che erano animali non li ha mangiati più.
Nunzio e Paolo sono due vegetariani che per compiacere il critico culinario carnivoro trasformano il loro locale "Erba di casa mia" in una bisteccheria. Quante volte nella vita capita che per compiacere qualcun altro si è costretti a fare un passo indietro andando contro i propri ideali?
Purtroppo è successo tante volte a moltissime persone di dover scendere a compromessi. Noi nel film non lo facciamo ed escogitiamo una truffa con un finale sorprendente!
L’anno scorso durante la vostra intervista per Sky in occasione dell’uscita del film Innamorati di me avevate affermato di essere pronti per l’Xtra Factor. Avete partecipato alle selezioni?
Non le abbiamo fatte perché nessuno ci ha chiamato, ignorano i nostri appelli, non ce sentono! Aprite le orecchie, stiamo facendo un appello ufficiale: ci candidiamo per l'Xtra Factor!