In attesa di vederlo finalmente nei cinema (dal 27 settembre grazie a M2 Pictures), Sky Cinema, all’interno di Cinepop, manderà in onda qualche minuto in anteprima del film. Appuntamento mercoledì 26 settembre alle 21.00
La fantasia surreale di Terry Gilliam sembra rimanere immutata anche a 77 anni. Anzi vola ancora più in alto in questo produttivamente tormentato ‘L'uomo che uccise Don Chisciotte' che, dopo il passaggio a Cannes (era il film di chiusura) arriva in sala dal 27 settembre con M2 Pictures. (una breve anteprima di qualche minuto Va in onda mercoledì 26 settembre all’interno di Cinepop su Sky Cinema )
Probabilmente è stata proprio la sua “vecchiezza” ad aiutare il regista a sciogliere il nodo di questo film che mescola tutto: la storia di Cervantes, la produzione di uno spot, gli effetti deleteri di una celebrità che subito svanisce, l'islamismo, la mafia russa e, ovviamente, l'eterna storia tra realismo e fantasia, ovvero Sancho Panza e Don Chisciotte. Essere l'uno o l'altro, ha avuto modo di dire il regista: "Dipende da noi. Possiamo scegliere se essere un po' pazzi o noiosi, anche se spesso siamo entrambi.
Nel film che da oltre 20 anni Gilliam ha tentato di realizzare con produttori che hanno dato forfait, scene realizzate con Johnny Depp e Jean Rochefort e tutta una serie di sfortune, il tutto ricostruito addirittura dal documentario Lost in La Mancha), il protagonista è Toby (Adam Driver), alle prese con un nuovo Don Chisciotte nei luoghi dove aveva già girato un corto dedicato al personaggio di Cervantes, 'The man who killed Don Quixote'. Il fatto è che, durante le riprese incontra quel calzolaio di paese che allora aveva interpretato il cavaliere senza paura (Jonathan Pryce), l'adolescente figlia dell'oste Angelica (Joana Ribeiro), tutti personaggi rovinati dall'essere stati meteore di un breve viaggio nel successo. Da qui in poi la realtà entra nel film e tutto diventa barocco, fantastico e reale allo stesso tempo, con mulini a vento da abbattere, produttori machi e molestatori sessuali (Stellan Skarsgärd) e la sognata casta Angelica, escort di un ricco russo venditore di vodka.
L’Uomo Che Uccise Don Chisciotte ha alle spalle un percorso di sviluppo fra i più lunghi e tortuosi della storia del cinema. Il fatto che alla fine il film sia stato realizzato dopo quasi 30 anni, è un risultato straordinario, merito della perseveranza, della passione e del genio di Gilliam. La realizzazione del film si è concretizzata solo al decimo tentativo di Gilliam di portarlo a termine. Dopo La Leggenda del Re Pescatore (1991), L’Esercito delle 12 Scimmie(1996) e Paura e Delirio a Las Vegas (1998) – tre film girati e ambientati negli Stati Uniti – Gilliam voleva fare un film in Europa. Il nuovo progetto era intitolato L’Uomo che Uccise Don Chisciotte.
Lo stesso regista racconta: “quando ho capito che non potevo girare Don Chisciotte nel modo in cui lo aveva scritto Cervantes, mi sono chiesto se potevo fare un film raccontando una storia che ne catturasse l’essenza senza fare strettamente riferimento al libro”. Ispirato dai sei mesi trascorsi nel tentativo di adattare Un Americano alla Corte di re Artù di Mark Twain, Gilliam ha dato vita al personaggio di un giovane e sfacciato regista di spot pubblicitari, un pubblicitario dei nostri tempi, che in qualche modo si ritrova nel XVII secolo e viene scambiato da Don Chisciotte per Sancho Panza.