Appuntamento mercoledì 11 aprile alle 21.15 su Sky Cinema Uno - Barbora Bobulova, Max Gazzè e Valentina Cervi in un film che riflette sui rapporti familiari, tratto dal romanzo Baciami per sempre. Diario di una famiglia allargata della stessa regista, Simona Izzo. Tre sorelle, i loro compagni ed ex, e i loro figli si riuniscono nella casa di famiglia sull’isola d’Elba. La famiglia allargata darà vita a situazioni di ogni tipo, dalle tendenze sadomaso al bipolarismo
Tutto il film si svolge in un’unica location, una villa all’Isola d’Elba dove Viola, creatrice di profumi, decide di riunire tutta la famiglia “allargata” in occasione del ventesimo compleanno del figlio Lorenzo. Gli altri due personaggi chiave intorno a cui si snoda la trama sono le sorelle di Viola, Carmen e Aida. Non a caso le tre donne portano nomi tratti dai grandi classici dell’opera lirica dove la vita si tramuta in tragedia e viene orchestrata dal ritmo della musica. Ma è proprio l’armonia quella che sembra volutamente essere assente nelle vicende dei personaggi del film. Eppure si tratta di un obiettivo continuamente cercato. La cuoca Aida, l’esperta di profumi Viola e il suo compagno musicista Nikos, svolgono attività in cui l’equilibrio tra i componenti è fondamentale. Ma, ironia della sorte, l’armonia non viene mai raggiunta, anzi, si disgrega in un assoluto marasma.
La stessa base di partenza non è d’aiuto. La composizione familiare, infatti, è estremamente complicata. Come già detto al centro ci sono le tre sorelle, figlie di Renato, il capofamiglia, interpretato da Mariano Rigilio. Carmen è separata da Pietro (Maurizio Casagrande), ginecologo, da cui ha avuto la figlia Giulia, e ora Pietro ha una relazione con Balkissa; Viola è divorziata da Davide da cui ha avuto il figlio Lorenzo, e ora vive con Nikos (Max Gazzè), che a sua volta ha un figlio italo-canadese, Sean; Aida è sposata (all'estero) con Fiamma. A completare il quadro ci sono Martina, la ragazza di Lorenzo, e Yuri, il vicino di Viola da sempre innamorato di Aida. L’obiettivo finale della regista sembra essere quello di raccontare una “normale” postmodernità familiare, concentrato di passione, odio e amore. La strategia finisce però per indulgere in un manierismo sociologico un po’ confuso: omosessualità, coppie interrazziali, tendenze sadomaso, disturbi alimentari, bipolarismo, tentazioni suicide e quanto di più vicino all'incesto.