CGI, la tecnologia che riporta in vita gli attori scomparsi
CinemaAttori in carne e pixel: al cinema è sempre più frequente riportare in vita un attore scomparso attraverso le tecnologie di ultima generazione. Così le star corrono ai ripari, prevedendo nel testamento le condizioni ideali per il trattamento della loro immagine post mortem
L’attore è passato a miglior vita? Ci pensa la CGI a riportarlo sugli schermi. Sempre più di frequente viene utilizzata nelle produzioni cinematografiche questa tecnica ormai avanzata di computer grafica capace non solo di manipolare le sembianze degli attori, ma anche di riprodurre alla perfezione il loro aspetto partendo da immagini del passato. Così le star di Hollywood corrono ai ripari…
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Testamento in CGI
Se la computer-generated imagery funziona così efficacemente, permettendo di ricreare fedelmente le star scomparse, gli attori di oggi stanno pensando a come gestire al meglio la loro immagine una volta passati a miglior vita, per tutelare la proprio immagine post-mortem. A spiegarlo è Mike McGee, co-fondatore di Framestore, importante società esperta nel campo degli effetti speciali: “Gli attori di oggi non lasciano alcuna indicazione in merito al proprio futuro digitale ai loro figli. Ma ora qualcosa sta cambiando e molti stanno già vendendo i diritti per la loro immagine per i film che verranno realizzati quando saranno morti”.
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Da Star Wars a Fast & Furious
Fra i casi più recenti in cui la tecnologia CGI ha riportato in vita attori scomparsi c’è quello che ha coinvolto l’attore Peter Cushing scomparso nel 1994, che abbiamo ritrovato nel cast di Rogue One: A Star Wars Story nei panni del governatore Tarkin. E sempre per la saga di Guerre Stellari, Carrie Fisher, morta nel 2016, si è ritrovata a fare un viaggio indietro nel tempo, ritrovandosi in carne e pixel sugli schermi di L’Ultimo Jedi. Rimanendo in tema di serie cult, va ricordato anche Paul Walker: rimasto vittima di un incidente mortale nel bel mezzo delle riprese di Fast & Furious 7, dove interpreta il personaggio storico di Brian O'Conner, è stato digitalmente riportato in vita per terminare il film.
Il discorso mai pronunciato di Kennedy
Non solo immagini, ma anche suoni con la CGI. Pochi giorni fa il quotidiano The Times of London ha pubblicato una riproduzione della registrazione audio di John F Kennedy mentre pronuncia il discorso che avrebbe dovuto tenere a Dallas nel 1963, se non fosse stato assassinato. L’audio è stato realizzato in collaborazione da ROTHCO e Cereproc, esperte nella produzione di effetti sonori, che grazie all’utilizzo della CGI hanno saputo creare il discorso postumo del presidente americano. Per farlo hanno recensito oltre 800 registrazioni analogiche di Kennedy impegnato in discorsi e interviste, combinando le singole unità sonore a processi tecnici di ultima generazione. Il processo ha richiesto circa due mesi di lavoro.
55 years after he was killed, JFK gives his final speech https://t.co/zjKYu2rKaT pic.twitter.com/9k4TFVE00z
— The Times of London (@thetimes) 16 marzo 2018
La questione morale
L’unica cosa che frena l’impiego della CGI nel cinema, spiega Sir William Sargent, amministratore delegato di Framestore, è l’alto costo, ma è probabile che le cose cmabino a favore della tecnologia nel giro dei prossimi anni. Tutto questo, però, mette in moto una serie di domande morali: ora che, spiega Webber, “Il mondo reale e il mondo immaginario si stanno unendo e che gli effetti visivi si sono fusi con il reale”, come fare a non urtare la sensibilità delle famiglie dei defunti coinvolti? “Bisogna bilanciare i benefici ai fini della tecnologia e del cinema del futuro e i desideri di amici e parenti”, dice Sargent. La Framestore, ad esempio, ha realizzato lo spot pubblicitario di una barretta di cioccolato che prevedeva una ricreazione digitale di Audrey Hepburn, ma il tutto è avvenuto dopo l'approvazione dei figli: "Era un'impresa ad alto rischio – afferma Sargent - in quanto i figli avrebbero potuto ritirare il consenso in qualsiasi momento. Ma sarei profondamente infelice se stessi creando qualcosa di dannoso dal punto di vista emotivo o fisico".