A 20 anni dalla scomparsa Sky Cinema Classics rende omaggio al precursore degli antieroi nella cinematografia statunitense degli anni 50 e 60. Appuntamento, sabato 1° luglio a partire dalle 15.20
Palpebre a mezz' asta, sorrisetto obliquo, movenze da bradipo, portamento rigido, atteggiamenti a dir poco ruvidi con il gentil sesso: Robert Mitchum era, senza alcun dubbio, il prototipo del ''duro'' sul grande schermo. Meno romantico di Bogart, più espressivo di John Wayne, lontano dai tormenti di un Brando, Mitchum ha interpretato se stesso, portando sullo schermo il disincanto e il nichilismo di un orfano dall' infanzia solitaria e vagabonda, segnato dal carcere e ''salvato'' da un mestiere che, nelle parole e nei fatti, ha pervicacemente contribuito a spogliare di ogni mitologia. Per ricordarlo, a 20 anni dalla scomparsa Sky Cinema Classics rende omaggio al precursore degli antieroi nella cinematografia statunitense degli anni 50 e 60. La maratona dedicata all’indimenticabile star inizia alle 15.20 con il western d'antologia Il Meraviglioso Paese, il pomeriggio prosegue con il classico della commedia Hollywoodiana L’erba del vicino è sempre più verde, in cui affianca Cary Grant e Deborah Kerr. Si prosegue in preserale con il viaggio di una carovana di pionieri in cerca di fortuna in La Via del West, con Kirk Douglas. Alle 21.00 lo troviamo accanto a John Wayne nel western di Howard Hawks El Dorado, mentre chiude in seconda serata Appuntamento per una vendetta.
Egualmente distante dai forsennati dell' immedesimazione, modello Actor's Studio, così come dai sostenitori dell' ispirazione, ha affrontato il lavoro di attore come un operaio onesto ma un po' svogliato che sa di aver trovato un impiego assai meglio pagato di altri.
Da sempre allergico alle interviste, a chi gli chiedeva, ancora qualche anno fa, perché' avesse accettato di girare il remake di ''Promontorio della paura'', di cui nell' originale era stato interprete principale, rispose senza esitare: ''Perché per pochi minuti di lavoro mi hanno dato un sacco di soldi''. Forse per questo, negli oltre 100 film girati in 50 anni, figurano capolavori come La morte corre sul fiume (1955) o Le catene della colpa (1947) e film anonimi o serie tv di dubbio gusto come Venti di guerra.
Mitchum, era nato il 6 agosto 1917 a Bridgeport, nel Connecticut, rimasto orfano in tenera età, comincia a vagabondare per l' America accettando ogni sorta di lavoro e finendo una prima volta in galera. Inizia poi a lavorare in teatro come scrittore, attore e produttore. Il suo momento d' oro arriva nel dopoguerra, quando il cinema americano cerca volti nuovi e propende per una recitazione naturalistica. Dopo aver lavorato, fra gli altri, in film di Stanlio ed Ollio, Vincent Minnelli e William Castle (Notte d' angoscia, 1944), Mitchum viene arruolato dalla RKO ed usato in ruoli di ''duro'': si distingue in particolare in alcuni ''noir'', western e film avventurosi come Le catene della colpa, Odio implacabile (1947, di Edward Dmytryck), L' avventuriero di Macao (1952, di von Sternberg), Notte senza fine' (1947, di Raoul Walsh), I forzati della gloria (1945, di Wellman). Sono gli anni in cui, dira' con impareggiabile understatement, ''nei film cambiava solo il titolo e qualche volta la ragazza che avevo accanto: perfino la mia giacca era sempre la stessa”.
Quasi sempre uomo del sottobosco, Mitchum raffina poi i suoi personaggi: è il perdente di La magnifica preda (1954, di Otto Preminger con Marylin), il minaccioso e paranoico killer in La morte corre sul fiume di Laughton (1955), il vecchio cow boy in El Dorado di Hawks (1966). Dopo L' anima e la carne di John Huston (1957), in cui insidia il voto della suora Deborah Kerr, e L' erba del vicino è sempre più verde di Stanley Donen (1960) arriva per lui il ruolo che ne sintetizza atteggiamenti e qualità: è Marlowe, il celebre detective privato portato per la prima volta sullo schermo da Bogart, in Marlowe poliziotto privato (1975, di Dick Richards) e Marlowe indaga (1978) di Michael Winner. Ma a chi gli chiedeva cosa avesse in comune con Marlowe rispondeva: “Il guardaroba”
Battutista sardonico e fulminante, ha evitato accuratamente in tanti anni di rispondere seriamente alle domande di centinaia di giornalisti di tutto il mondo. Va ancora al cinema? ''No, perché' non trovo parcheggio”. Ricorda qualche attrice con fastidio? ''Alle sei se ne vanno tutte a casa, mica te le devi portare dietro''. E all' uscita del carcere, dopo l' arresto per detenzione di marjuana, alla domanda ''Com' è il carcere?'': ''Più o meno come Beverly Hills, ma ci sono meno delinquenti''. Nonostante gli alti e i bassi e i molti film di scarso valore girati negli ultimi venti anni, un noto critico inglese lo ha ritenuto degno di essere definito con una sola parola: ''intoccabile''.