Dopo le recenti minacce (messe in atto) ai danni di Netflix, gli hacker tornano a colpire: questa volta prendono di mira Disney minacciando di diffondere Pirati dei Caraibi: La vendetta di Salazar prima della data di uscita. A dare la notizia è il CEO Bob Iger.
Che dischi o film venissero diffusi in Rete prima del tempo, non è certo una novità. Ma questo 2017 ha visto nascere un nuovo, nefasto trend nell'ambito della pirateria di prodotti culturali: la richiesta di riscatti da parte di hacker che minacciano di pubblicare questi contenuti online.
Di recente era successo a Netflix: un individuo noto come The Dark Overlord era riuscito a hackerare la piattaforma di distribuzione e produzione di contenuti, rubando i primi dieci episodi della nuova stagione di Orange is the New Black e chiedendo un riscatto per evitarne la pubblicazione prima della messa in onda della serie. Di fronte al rifiuto di Netflix, l'hacker ha mantenuto la sua "promessa" e ha diffuso le puntate in questione.
Ora è il turno di un altro grande colosso dell'entertainment: questa volta a finire nel mirino è nientemeno che Disney. Un gruppo di hacker sostiene infatti di essere riuscito a mettere le mani su Pirati dei Caraibi: La vendetta di Salazar, in uscita nelle sale italiane mercoledì 24 maggio, minacciando di diffonderlo anzitempo se non sarà corrisposto un ingente riscatto da pagarsi in Bitcoin. Ironia della sorte: vittima dei pirati informatici sarebbe quindi proprio un pirata come Jack Sparrow.
A dare la notizia è direttamente Bob Iger, CEO di Disney, che però ha anche specificato che la compagnia non è intenzionata a cedere alle minacce degli hacker. Se il riscatto non sarà pagato, però, i criminali hanno già detto che pubblicheranno i primi 5 minuti del film online, per poi proseguire con altri spezzoni di 20 minuti, fino alla diffusione dell'intera pellicola, o finché non gli sarà corrisposta la cifra pattuita.
Per Disney il danno potrebbe essere significativo. Ma è anche vero che pagare segnerebbe un pericoloso precedente, incoraggiando altri hacker a fare altrettanto. Anche perché un conto è diffondere un prodotto culturale in Rete "solo" per renderlo accessibile ad altri utenti. Ma cercare addirittura di trarne profitto attraverso il ricatto è davvero spregevole.