Sguardi Altrove Film Festival è una manifestazione internazionale dedicata al cinema femminile che è arrivata alla ventiquattresima edizione. Si tiene dal 12 al 19 Marzo a Milano. La nostra Barbara Tarricone è in giuria. Qui chiacchiera con la direttrice Patrizia Rappazzo e cerca di capire perché le donne registe sono delle bestie rare.
di Barbara Tarricone
Perché si chiama Sguardi Altrove e non Sguardi di Donne?
Negli anni ’90 si chiamava Donne Altrove, io lo dirigo dal 96 e ho cambiato il nome perché è vero che ci sono soprattutto film a regia femminile, ma non solo: ci siamo aperti anche ai registi maschi, per favorire il dialogo. L’idea è che portiamo un cinema diverso, non solo femminile. E’ lo sguardo che è diverso.
Che film si vedono in Sguardi Altrove?
Abbiamo più di 60 titoli e 25 sono delle anteprime mondiali assolute. Sono film soprattutto europei ma anche di altri continenti. Il film d’apertura per esempio è americano: “Certain Women”,tre storie di donne nel Montana diretto da Kelly Reichardt con Michelle Williams, Kristen Stewart e Laura Dern .
Si capisce se un film è diretto da una donna o da un uomo?
No, non si capisce dalla regia. Ti dirò da cosa si capisce però: dalle storie. I film diretti e scritti da donne raccontano storie famigliari, ma anche la guerra da un punto di vista differente.
Gli Oscar hanno candidato alla regia solo 4 film diretti da donne in 90 anni ( Lina Wertmuller per Pasqualino Sette Bellezze, Jane Campion per Lezioni di Piano, Sofia Coppola per Lost in Translation e Kathryn Bigelow che è l’unica che ha vinto con The Hurt Locker)E’ perché le donne non sanno fare film da Oscar?
No, non è che non saprebbero farli. Le donne fanno fatica a fare cinema perché è un privilegio da cui sono escluse. Ci sono molti ostacoli lungo la strada di una donna che fa regia. C’è una disparità di trattamento evidente. Proprio oggi (Lunedi ndr) andiamo a discutere alla sede di Milano del Parlamento Europeo la legge sul cinema Franceschini che non è attenta al cinema delle donne.
Eppure le scuole di cinema sono piene di donne
Dopo la scuola di cinema molte continuano la professione in altri ambiti della cinematografia, ci si autoesclude, non si osa, perché si introiettano i limiti imposti dalla nostra società.
Hai protestato lo scorso 8 Marzo?
Si perché bisogna fare capire anche alle giovanissime donne di continuare a portare avanti la lotta per la parità. La parola femminismo fa paura perché sembra tipo maschilismo, cioè una discriminazione contro l’altro sesso . Noi parliamo invece di PARITA’.
Le donne devono aiutare le altre donne?
Sì. Siamo già predisposte per natura alla accoglienza e alla maternità, usiamo queste qualità per aiutare anche le altre donne discriminate o deboli.
Due film del festival da non perdere?
Il film di apertura “Certain Women” di cui abbiamo già parlato e “The Love Witch” di un’altra americana: Anne Biller, protagonista una strega dei nostri giorni.
Un film diretto da una donna che non ti dimenticherai mai?
The Hurt Locker con cui Katherine Bigelow ha vinto l’Oscar. Solo una donna poteva raccontare la Guerra in quel modo.