Bianconi, Baustelle e Quentin Tarantino colorano l'amore e la violenza
CinemaL'Amore e la Violenza è il nuovo disco dei Baustelle. Ne abbiamo parlato con Francesco Bianconi, scoprendo che ci sono affinità tra la band toscana e Quentin Tarantino. Intanto da sabato 4 a domenica 12 febbraio sul canale 304 arriva una programmazione tuttta dedicata a Tarantino
di Fabrizio Basso
(@BassoFabrizio)
L'Amore e la Violenza è il nuovo disco dei Baustelle ma è anche la sintesi del cinema di Quentin Tarantino, basti pensare i due episodi di Kill Bill: quanta violenza germoglia da un grande amore. Abbiamo intervistato Francesco Bianconi per parlare di musica e Tarantino aspettando Le Iene, Pulp Fiction, Four Rooms, Dal tramonto all'alba, Jackie Brown, Kill Bill Volume 1, Kill Volume 2, The Hateful Eight: sono le pellicole che vedremo da sabato 4 a domenica 12 febbraio sul canale 304 per una programmazione tuttta dedicata al genio del Tennessee.
I Baustelle
Francesco un disco crudo ma colorato.
Il colore è uscito da un periodo della mia vita in cui ho diminuito vita sociale e frequentazionì di mostre.
E' succeso qualcosa?
Ho scelto la vita monocolore non perché stessi male, a volte ci si adagia in una stabilità borghese di mezza età. Però ho visto i colori della musica.
Chissà che arcobaleno di note e colori state allestendo per il tour.
Le dico che i tecnici stanno dando di matto. Ci sono un sacco di tastiere, saremo in sette sul palco. Mi piace la compattezza.
Avete scelto come singolo di presentazione Amanda Lear, brano coraggioso.
E' un singolo di frattura ma un buon modo per presentarsi dopo quattro anni di assenza. Meglio, dopo tanto tempo, essere spiazzanti.
Un brano si intitola Basso e Batteria: originale.
Nasce ascoltando i dischi dei fratelli De Angelis: lo faccio partire e arrivano subito le note di Sandokan e io mi soffermo sull’intro. Mi sono detto che era un peccato che nessuno ci avesse mai fatto un pezzo e prima che qualcuno lo facesse ci ho pensato io.
Cosa racconta?
La storia possibile di uno che rimane da solo.
Difficile oggi restare da soli nell'era dei social.
Mi sento un po' a disagio in questo mondo, faccio i tentativi di avvicinarmi ai social ma non mi ci trovo. Eppure sono molto curioso dlle nuove tecnologie. Ma alla fine la soddifsazione che mi torna indietro non è tanta. Mi lascio trasportare dal mondo mi lascio risucchiare.
Nascono sempre prima la musica e poi le parole?
Comandano un po’ le canzoni, dentro c’è una voce che chiama i ruoli. Se parte musicalmente Rachele poi immagino lei come voce. C'è anche un po' di casualità.
Quentin Tarantino, ritirando il Golden Globe al posto di Ennio Morricone per le musiche di Hateful Eight, disse: Per quel che mi riguarda Morricone è il mio compositore preferito e quando parlo di compositore non intendo quel ghetto che è la musica per il cinema ma sto parlando di Mozart, di Beethoven, di Schubert. Che ne pensa?
Sono assolutamente d’accordo con Tarantino, sottolinea la distinzione tra musica assoluta e quella da film che defiinisce musica di servizio. La musica è al servizio del tuo piacere. Siamo un po' tutti schiavi.
Cosa le piace e non le piace di Tarantino?
Le confesso che il suo Django non mi ha entusiasmato mentre The Hateful Eight, il suo ultimo film mi è piaciuto molto. Ma in generale Tarantino è parte della storia.
Cosa le piace di lui?
E’ uno senza compromessi, se decide di girare un film con la pellicola o che i suoi film devono essere proiettati su uno schermo di certa misura tira diritto per la sua strada.
Il suo preferito?
Pulp Fiction è un capolavoro di sceneggiatura e regia, però pure Le Iene mi hanno affascinato da subito.