Le stagioni di Louise: arriva al cinema il 22 dicembre il nuovo capolavoro del maestro dell’animazione francese Jean-François Laguionie. Non perdere su Sky Cinema Cult qualche minuto in anteprima del film. Appuntamento giovedì 15 dicembre alle 20.50
Arriva nei cinema italiani, grazie ad I Wonder, dal 22 dicembre, il film d’animazione del francese Jean-François Laguionie, Le stagioni di Louise. Una pellicola, che presentata in anteprima italiana all’interno della selezione ufficiale dell’ultima Festa del Cinema di Roma in collaborazione con Alice nella Città, racconta di Louise, una donna anziana e tenace che, dopo aver perso l’ultimo treno della stagione che l’avrebbe riportata a casa, si ritrova completamente sola nella ormai deserta località balneare dove ha trascorso le vacanze, Biligen.
Louise si ritrova così a dover svernare in completa solitudine, arrangiandosi con grande creatività e spirito di adattamento. Una natura tutta nuova di fronte a lei. Quello che durante la stagione balneare sembrava essere nascosto si svela davanti a lei con il giungere dell’autunno. Un nuovo orizzonte le si para davanti.
Le stagioni di Louise, vincitore del Grand Prize for Best Animated Feature nel corso dell’ultima edizione dell’Ottawa International Animation Festival, è un film intenso, poetico e molto elegante. I personaggi si muovo delicati sui fondali acquarellati dalle tinte tenui e luminose che li accompagna in un profondo percorso di svelamento.
Nella versione italiana la voce di Louise è di Piera Degli Esposti
Ecco cosa ha scritto il regista francese Jean-François Laguionie nelle note di regia
“Le stagioni di Louise è probabilmente la pellicola più intima che ho realizzato. Senza dubbio è anche quella realizzata in modo più minuzioso e complesso, a partire dall’assurda situazione in cui Louise si viene a trovare e passando per le avventure che vive all’età di otto anni in cima alla scogliera e nel bosco misterioso dopo lo scoppio della guerra, momenti di cui anche io ho avuto esperienza. Per me è stato difficile descriverle e rappresentare i villaggi della costa della Normandia in cui ero solito trascorrere le vacanze. Nella mia mente rappresentano ancora un luogo ideale per una tranquilla vacanza spensierata, sono luoghi in cui mi sento protetto dalla miseria del resto del mondo e in cui mi sento protetto e isolato in un luogo privo di confini temporali dove le abitudini borghesi sono ancora intatte e tengono lontane le angosce esistenziali, come l’invecchiamento e le maree. Per sviluppare il personaggio protagonista della storia, ho immaginato qualcuno che potesse rappresentare all’apparenza tutte le piccole fragilità tipiche di questi villaggi costieri e che alla fine del racconto emergesse come una figura infallibilmente forte. Louise è una donna senza età. Si ritrova da sola nel villaggio, senza nessuno con cui parlare al di fuori di se stessa (almeno prima di incontrare il cane Pepper), quindi l’idea di tenere un diario di bordo dei suoi giorni solitari è una scelta pressoché inevitabile e troppo allettante per essere ignorata. Questo espediente è utile per comprendere il punto di vista della protagonista e confrontarlo con ciò che intuiamo e supponiamo stia veramente accadendo nella realtà. I suoni e i rumori tipici dei paesaggi marittimi, assieme al suono del mare e il richiamo degli uccelli sono sicuramente una parte fondamentale nella costruzione di un contorno musicale credibile e ben strutturato. I suoni naturali sono elementi necessari per dare credibilità alla situazione di abbandono della protagonista; la musica del piano di Pierre Kellner crea invece un’interessante contrapposizione volta a rappresentare la spensieratezza, l’ottimismo e la gioia di vivere di Louise. Le musiche intonate dall’orchestra di Pascal Le Pennec, il quale ha composto “The Painting” (“Le tableau”), supportano la rappresentazione delle memorie e dei sogni più intimi e profondi di Louise. Anche le voci, tanto quanto le musiche, sono state fondamentali per la costruzione del film e la sua animazione. È stato necessario determinare tutti questi elementi prima ancora di iniziare a realizzare il film e decidere quale sarebbe stata la struttura della narrazione. Lo sviluppo dello stile grafico è venuto in seguito e in modo graduale, anche se avevo già impresso in mente quale doveva essere l’aspetto dei personaggi: Louise doveva essere un po’ tozza, ma apparire ancora estremamente in gamba per la sua età, mentre il suo compagno di avventura sarebbe stato arruffato e trasandato. In una seconda fase ci siamo occupati dell’animazione e delle immagini e poi della loro rielaborazione per far sì che corrispondessero ai caratteri dei personaggi. Il mio gusto personale per la pittura e lo stile grafico del ventesimo secolo emergono molto nel film, così come la mia passione per i paesaggisti come Jean-Francis Auburtin e Henri Rivière, artisti capaci di ricreare sulla carta paesaggi marittimi particolari unendo la tecnica del wash-drawing a disegni a matita e ad acquarello. Quest’unione di tecniche differenti permette la realizzazione di un disegno caratterizzato da un tratto delicato tipico delle animazioni classiche e che ben si sposa con un’ambientazione marittima e le numerose sequenze ventose. Desideravo che si avvertisse in tutte le immagini un senso di libertà e che la pellicola ne fosse totalmente intrisa, come se quest’ultima fosse stata interamente disegnata a mano. Questo effetto è stato reso possibile grazie a Lionel Chauvin, figura essenziale per la realizzazione del film, e grazie a tutto il team di JPL Films".