Oceania, l’eroina Disney femminista che sbanca il botteghino in Usa

Cinema

Floriana Ferrando

oceania

In Italia arriverà il prossimo 22 dicembre. Ma nelle sale americane è già record. Intanto la protagonista dell’ultimo capolavoro animato, una giovane polinesiana a caccia dell’avventura anziché dell’amore, rinfranca le donne e le minoranze etniche GUARDA IL TRAILER

 

La casa di produzione si prepara a concludere il 2016 con il botto: le avventure della principessa Vaiana sono da poco sbarcate nelle sale conquistando il pubblico. Il film Moana nelle due settimane dal lancio ha raccolto quasi 120 milioni di dollari nei soli Stati Uniti, cifra che sale a 177 milioni complessivi. Il film arriverà in italia il prossimo 22 dicembre con il titolo Oceania.

Dai tratti somatici polinesiani e senza un principe azzurro da rincorrere, la protagonista del nuovo capolavoro Disney simboleggia un momento di cambiamento nel mondo dell’animazione, dove i personaggi femminili si dimostrano sempre più audaci e indipendenti. Inoltre con la scelta di rappresentare gli indigeni di una cultura poco conosciuta la casa di produzione cinematografica punta ad espandersi.



Eroina in gonnella – Il volto dell’emancipazione femminile sul grande schermo oggi è quello di Vaiana, la giovane principessa dallo spirito avventuriero che sfida l’oceano per esplorare nuovi orizzonti. Non ci sono principi azzurri da cui farsi conquistare, né fidanzati da rincorrere, tantomeno trame romantiche come filo conduttore: in Oceania sono la sopravvivenza, l’indipendenza, la fiducia in se stessi e l’identità personale i temi portanti, come sottolinea il Daily Beast. Insomma, tutta un’altra storia rispetto alla bella Jasmine di Aladdin e all’innamorata Pocahontas: loro erano “principesse mute” che sottostavano alle regole di una società maschilista, secondo lo studio dei linguisti Carmen Fought e Karen Eisenhauer che hanno analizzato i dialoghi e le presenze femminili in tutti i successi della Disney dagli anni Quaranta ad oggi.

Minoranze etniche – Le cose stanno cambiando in casa Disney non solo in fatto di personaggi: la casa di produzione ora punta a sfornare meno titoli, ma più lunghi e curati. Basti pensare che per Oceania sono stati necessari quattro anni di ricerca sul campo a detta della produttrice Osnat Shurer, prima di passare al vero e proprio processo di animazione. L’obiettivo è quello di rendere storie e personaggi il più universali possibili: “Stiamo lavorando con i brand più noti – spiega Dave Hollis, responsabile della distribuzione di Disney - e stiamo creando grandi storie universali, che funzionano nel mercato domestico ma che hanno anche la capacità di trascendere i confini, le lingue e le culture di tutto il mondo”. D’altronde seppur non sia la prima volta che Disney introduce culture lontane da quella americana (basti pensare agli antichi eroi guerrieri di Mulan), la pelle scura di Vaiana - si legge online - è un progresso per la rappresentazione dei popoli indigeni nei mass media. Le reazioni sono entusiastiche.

 

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