Per omaggiare l’indimenticabile Cary Grant, nel 30° anniversario dalla morte, Sky Cinema Classics, martedì 29 novembre programmerà dalle 19.10: Caccia al ladro, il thriller di Alfred Hitchcock con la bellissima Grace Kelly, Operazione sottoveste, un’irresistibile commedia ambientata in un sottomarino che viaggia nelle acque dell’Oceano Pacifico durante la Seconda Guerra Mondiale, e infine in seconda serata L'erba del vicino è sempre più verde, dove una coppia di aristocratici inglesi apre le porte del proprio castello ai visitatori per risolvere i loro problemi finanziari
Classe da vendere ed eleganza perfetta. Inappuntabile in tutto. Dalla cravatta alla scarpe. E tutto in perfetto tono con una faccia da uomo solido e corretto, ma anche capace di ironia più british che americana. Cary Grant, di cui martedì 29 novembre ricorrono i trent’ anni dalla morte, fu così nella sua carriera tanti personaggi e uno solo. Ovvero: l'elegante, affidabile, corretto maschio in via d'estinzione. Non a caso non fece mai un cattivo. Il solo ad osare di rappresentarlo così fu nel 1941 Hitchcock, di cui fu attore-feticcio, in Il sospetto dove interpretò l'ambiguo Johnnie Aysgarth.
Archibald Alec Leach, questo il vero nome all’anagrafe di Cary Grant era nato a Bristol il 18 gennaio 1904. A 15 anni abbandona la scuola e si unisce a una compagnia di saltimbanchi falsificando la firma del padre per l'autorizzazione. Diventa così acrobata, funambolo, attore da music hall e gira le province dell'Inghilterra a seguito della compagnia. Negli anni Venti va a New York per partecipare allo spettacolo Good Times a Broadway. Lasciati i compagni, si adatta a fare mille mestieri finché ,nei primi anni '30, la Paramount lo prende come caratterista tuttofare. Nel 1931 debutta a Hollywood interpretando un marinaio in Singapore Sue e, proprio la Paramount, gli affibbia il nome di Cary Grant.
In pochi anni arriva al successo diventando il re della commedia sofisticata al fianco di dive come Marlene Dietrich e Mae West. Ma la vera fama internazionale arriva con i film diretti da Alfred Hitchcock come Notorious (1946), Caccia al ladro (1955) e Intrigo internazionale (1959). Nel 1966, all'improvviso, decide di ritirarsi dalle scene e di aprire una fabbrica di cosmetici. Durante la sua carriera l'Academy Award sembra ignorarlo (solo due nomination, nel 1942 e nel 1945) e solo nel 1970 gli assegna l'Oscar alla carriera.
Cary Grant ha avuto una vita sentimentale complicata. Si sposa cinque volte: con l'attrice Virginia Cherrill, matrimonio durato solo un anno; poi con la miliardaria Barbara Hutton, dal '42 al '45; è la volta poi ancora di un'attrice Betsy Drake dal 1949 al 1962. Nel 1965 arriva il suo quarto matrimonio, con l'attrice Dyan Cannon, da cui divorzia nel 1968, e con cui ha l'unica figlia: Jennifer. L'ultimo sì per Grant arriva nel 1981 con Barbara Harris, che gli resterà accanto fino alla morte di lui per emorragia cerebrale, mentre recita nel suo spettacolo An evening with Cary Grant all'Adler Theater di Davenport (Iowa).
Tra le curiosità di questo attore di culto, il fatto di aver ispirato lo scrittore britannico Ian Fleming per il personaggio di James Bond e anche di aver colpito con il suo fascino Sofia Loren come ha confessato lei stessa ancora nel 2001 in una intervista pubblicata dal quotidiano britannico Daily Telegraph. La Loren non avrebbe sposato Grant per due motivi. Era già legata a Carlo Ponti e non voleva trasferirsi negli Usa: ''Avevo 23 anni. Non ero pronta per lasciare l'Italia. Avevo paura di cambiare completamente la mia vita. Mia madre aveva paura di volare ed io temevo che vivendo in California non l'avrei vista spesso''. Quando stava girando poi a Hollywood il suo secondo film con Cary Grant, Un marito per Cinzia, e l'attrice era in attesa di sposarsi con Ponti, la Loren e Grant dovevano proprio girare la scena di un matrimonio: ''Cary mi fece gli auguri per la mia nuova vita, ma fu doloroso per noi girare quella scena. Io indossavo un abito bianco ed un velo e Cary mi aspettava all'altare. Quando ci baciammo mi venne da piangere'', raccontò al quotidiano Sofia Loren. E ancora l'attrice confessò che, dieci anni dopo, Grant la andò a trovare dopo la nascita del suo primo figlio: ''Disse che voleva solo salutarmi e farmi le congratulazioni. Ma fu molto triste. Io gli feci prendere in braccio il bambino e lo guardai negli occhi. C'erano delle lacrime negli occhi di Cary. Allora capii quanto mi aveva amata. Il matrimonio, il bambino, quelle cose non erano fatte per noi due. Eravamo andati per strade differenti''.
Di Grant si ricorda una celebre frase che è un po' l' emblema della sua autoironia: ''Tutti vorrebbero essere Cary Grant. Anche io vorrei essere Cary Grant''