Film a memoria: quando il cervello è protagonista

Cinema
Una scena del film Inside Out, in arrivo su Sky Cinema 1 il 29 agosto con una prima tv imperdibile - ©Disney/Pixar
INSIDE-OUT

Da Memento a Essere John Malkovich, da Se mi lasci ti cancello a Inside Out, in arrivo su Sky Cinema 1 il 29 agosto con una prima tv imperdibile, la memoria cerebrale è stata e continua a essere musa e protagonista di tantissimo cinema. Ecco i film più “cervellotici” che hanno fatto la storia dello schermo

di Camilla Sernagiotto

 

A memoria d’uomo, anzi di spettatore, il cinema offre innumerevoli esempi in cui la mente umana è tutto: set, ispirazione, protagonista. E spesso addirittura antagonista.

Si tratta di film che hanno come eroe il cervello, trattato spesso come degno erede della tradizione donchisciottesca oppure come paladino vero di virtù cerebrali assai alte.

 

Di questo filone cinematografico che, prendendo la testa come soggetto, è riuscito a prendere la testa degli spettatori facendoli letteralmente impazzire e perdere tra le contorte sinapsi cerebrali, manco fosse il labirinto di Shining (che, non a caso, viene descritto filmicamente da Kubrick proprio come se fosse la mente distorta e la boscaglia celebrale fitta e oscura del lupo cattivo Jack), un titolo è particolarmente degno di nota: Inside Out.

Il film di animazione più acclamato degli ultimi decenni, in arrivo su Sky Cinema 1 il 29 agosto con una prima tv imperdibile, è un vero capolavoro di genere. E con genere non s’intende solo quello cartoonistico ma anche quello messo a titolo: il filone cerebrale.

 

Ambientato in gran parte all’interno della scatola cranica della piccola Riley, questo lungometraggio che ha fatto incetta di Oscar e riconoscimenti vari è un esempio eclatante nonché brillante di storia cervellotica: i protagonisti non sono umani bensì le emozioni umane Gioia, Disgusto, Paura, Rabbia e Tristezza che verranno coinvolte in un’avventura mozzafiato che, anche se è “limitata” nella mente di Riley, si spingerà verso spazi sconosciuti, ignoti e inconsci degni di avventure à la Indiana Jones!

 

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Ma prima ancora di Inside Out altre pellicole hanno esplorato quella landa oscura che è il cervello dell’uomo, quella selva più paurosa di quella cantata da Dante in cui inoltrarsi prevede il lasciare ogni speranza dietro di sé, nonché dentro di sé.

 

Tra i titoli cine-cerebrali più interessanti spicca quello di Memento, gioiellino targato anni 2000 e firmato da Cristopher Nolan, candidato ai Premi Oscar 2002 come migliore sceneggiatura originale e miglior montaggio.

Un capolavoro che ha portato il montaggio creativo a un acme tale da rendere difficile il lavoro dei registi e montaggisti che sono venuti dopo, parola di Alejandro González Iñárritu che con il suo splendido 21 grammi ha seguito la strada aperta da Nolan con Memento.

 

Il protagonista del film, Leonard, ha perso la memoria a causa di un attacco subito da due uomini per il quale non è in grado di tenere a mente le informazioni per più di quindici minuti.

I due aggressori, oltre a conciare lui in quello stato, si sono macchiati di una colpa gravissima che asseterà di vendetta Leonard per tutto il film: hanno stuprato e infine ucciso sua moglie.

Cercando disperatamente di mettersi sulle tracce dei due assassini per ammazzarli a sangue gelido, il protagonista brancolerà nel buio e spesso annasperà assieme allo spettatore il quale, assistendo a eventi di cui ancora non ha visto ciò che li precede, si ritrova nella stessa condizione di memoria a breve termine di cui è affetto Leonard.

Un vero gioiello filmico che, oltre a raccontare una storia in maniera così creativa e geniale da renderla degna di un esperimento del gruppo OuLiPo (acronimo dal francese Ouvroir de Littérature Potentielle, ovvero "officina di letteratura potenziale"), fa riflettere sull’importanza fondamentale insita nella mente umana di basarsi su una successione temporale dei fatti per poterli comprendere e giudicare in maniera corretta.

 

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Appena un anno prima rispetto a Memento, il regista Spike Jonze si interessò dei processi mentali e cognitivi firmando a quattro mani un film che di lì a breve avrebbe fatto storia: Essere John Malkovich.

Le altre due mani firmatarie sono quelle dello sceneggiatore Charlie Kaufman, celebre per le sue scritture cervellotiche e al limite dell’astruso.

Con questo capolavoro interpretato da John Cusack, Cameron Diaz e, ovviamente, da John Malkovich in persona, Jonze e Kaufman hanno superato se stessi. E addirittura Lewis Carroll, dato che la trama del loro film ruota attorno alla scoperta di un tunnel situato dietro a un mobile che consente e a chi lo percorre di ritrovarsi all’interno della testa del famoso divo Malkovich:

 

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Sulla scia della moda mnemonica lanciata da Memento nel 2000, un altro regista celebre per i suoi videoclip musicali come Spike Jonze si avvicinò quattro anni più tardi al filone regalandoci un gioiello cinematografico che fa inumidire gli occhioni a qualsivoglia tipologia di spettatore e riflettere non poco sull’incidenza della memoria nella nostra vita, sentimentale e non.

 

Il director in questione è Michel Gondry e la pellicola s’intitola Se mi lasci ti cancello, traduzione adattata al pubblico nostrano dell’originale Eternal Sunshine of Spotless Mind.

Questa meravigliosa storia d’amore-non-amore interpretata da Jim Carrey e Kate Winslet racconta di due innamorati che, dopo essersi lasciati, decidono di cancellare qualsiasi ricordo l’uno dell’altra e viceversa affidandosi ai trattamenti della clinica Lacuna Inc., specializzata nella cancellazione della memoria.

Uno struggente plot che rende questa narrazione altamente improbabile una delle storie più commoventi e strappalacrime del cinema di tutti i tempi: guardare per credere!

Per poi cancellare.

 

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