Una superba Lily Tomlin , già protagonista di Nashville di Robert Altman, è una delle interpreti del film Grandma di Paul Weitz, in onda, in prima tv, su Sky Cinema 1, martedì 2 agosto alle 21.10
A più di 40 anni dalla nomination per Nashville di Robert Altman, del quale è stata una delle muse, Lily Tomlin torna al grande cinema con un’altra sua straordinaria performance nei panni di una nonna lesbica alle prese con una nipote adolescente incinta (Julia Garner) nella film Grandma di Paul Weitz, in onda, in prima tv, su Sky Cinema 1, martedì 2 agosto alle 21.10.
Nel film la Tomlin interpreta Elle, poetessa ed ex docente universitaria, dal carattere difficile e i modi bruschi. Ha perso da un anno e mezzo la sua compagna di vita, morta di cancro e sta chiudendo la breve relazione con un Olivia (Judi Greer), molto più giovane di lei. In una giornata già complicata, bussa alla sua porta la nipote adolescente Sage (Garner) rimasta incinta, che le chiede 600 dollari per abortire. Elle, al momento a corto di liquidi, inizia con la ragazza un giro di incontri legati al suo passato in cerca della somma necessaria, sperando di non dover andare da sua figlia Judy (Marcia Gay Harden), manager di successo con cui i rapporti sono tesi.
Il film come ha dichiarato lo stesso regista Weitz: ''ha una dimensione politica, una culturale e una personale. Si raccontano tre generazioni di donne: la nonna, che ha lottato per i diritti e il potere delle donne, la madre Judy che ha beneficiato dell'impegno della madre, e Sage, che non riesce ad avere alcun tipo di potere.
Una storia tutta al femminile, con la generazione degli anni '60 e '70 alle prese con una riflessione e un bilancio tutto personale sulle scelte fatte, mentre quella successiva, qui rappresentata dalla madre, è cresciuta nel culto quasi opposto, frutto dell’edonismo anni 80. Cosa accadrà alla figlia, invece, o a quelle generazione che paga gli errori di quelle passate, alla ricerca di una propria identità? Weitz non cerca né dà soluzioni. Pone solo l'umanità come base per delle scelte che non siano impeccabili, ma almeno consapevoli.