Matilde Gioli ha conquistato il pubblico del Giffoni Film Festival con la sua storia di attrice per caso. E oggi, che è amata e cercata, non sa ancora cosa vuole fare da grande. Da “Il capitale umano” a “Gomorra – La Serie”, vi raccontiamo la storia del sorriso di Giffoni
di Fabrizio Basso
(Inviato a Giffoni Valle Piana – Salerno)
Ora il Giffoni Film Festival ha anche, oltre a un logo, anche un sorriso ufficiale. E’ quello di Matilde Gioli che ha incontrato i ragazzi di Giffoni 2016 per raccontare come nasce un talento, come si crea un capitale umano artistico: “Io non volevo fare l’attrice –dice- non ci avevo pensato neanche nella stagione giovanile dei sogni. Al massino aspiravo a diventare cantante. Anche nelle recite scolastiche al massimo facevo l’albero o l’ape. Ci sono inciampata. Quando ho partecipato ai provini per Il Capitale Umano ero insegnante di nuoto sincronizzato, facevo la hostess agli eventi e prendevo multe in motorino. Eravamo tantissimi e finché non mi ha chiamato Virzì la recitazione non era nei miei piani”. Avuto il “la” è servita la molla per convincersi e nonostante il successo confessa che “ancora non ho scelto la mia strada anche se il lavoro mi piace. Certo ora sono conosciuta nel mondo del cinema ma non so ancora cosa farò da grande”.
Certo nella parte d’esordio ha avuto al fianco Valeria Bruni Tedeschi e Valeria Golino che sono state fondamentali: “Sono arrivata sul set che ero una tavola bianca, tutti i consigli sono stati determinanti. Quello che ho appreso lì me lo porto dietro nei set che frequento oggi. Una partenza giusta permette di non studiare”. Paolo Virzì ha trovato in Matilde Gioli un personaggio nuovo, fresco e facile da plasmare. Lei si definisce, in quel periodo, un materiale morbido: “Ero una bambina e lui poteva fare con me fare ciò che voleva. Abbinando la sua capacità di plasmare alla mia malleabilità è nato un piccolo miracolo”.
Il suo ruolo “borghese” in Un posto sicuro, il film sulla tragedia dell'eternit di Francesco Ghiaccio con Marco D'Amore, è stato commentato anche in modo duro: “Molti hanno definito negativo il mio ruolo. Certo il mio personaggio il dramma dell’eternit non lo ha vissuto. Non può capire ma può essere d’aiuto, fa scattare in Marco D’Amore la voglia di inseguire la giustizia. Nella scena iniziale c’è una festa figa ma poi si mette a piangere, di quel mondo non le arriva nulla”.
Giovane, attrice (per ora) per caso ma capace di scegliere bene i ruoli anche se lei, con tanta onestà, dice che “non sono ancora così forte da poter scegliere. Mi piace fare incursioni in tutte le sue sfaccettature, solo così capirò se questo è il mio mestiere. Mi è anche capitato di non essere scelta perché non ero adatta”. Accenna però che è in attesa di un risposta per un ruolo dove fa la ragazza dell’Est "e non è stato facile partecipare a quel provino, non ho quell’accento. Ma ho provato ad approfondirne la cultura sperando di farcela ad avere quella parte. Spero che Giffoni 2016 mi sia di buon auspicio”. Quel che è certo è che non ama essere incatenata ai ruoli e che preferisce il cinema alla televisione.
Matilde Gioli non è mai stata una grande appassionata di cinema, confessa che Virzì lo ha conosciuto al provino e il suo contatto con quel mondo era legato ai kolossal americani: “Mi piacciono gli effetti speciali alla Spiderman. Ora guardo molto, osservo tutti ma non voglio correre il rischio di cadere nell’imitazione. Anche chi mi piace di meno ha qualcosa da darmi”. Molto ha preso da Francesca Comencini quando ha partecipato a Gomorra – la Serie: “I ritmi sono diversi. In un film si sta su un set e per due, tre mesi stai sempre con le stesse persone. In un film si creano belle amicizie. Io ho lavorato solo a Milano ma posso assicurare che si respira una aria speciale a Gomorra”.