Il segreto di un film da Oscar? La rabbia

Cinema
Una sequenza di “12 anni schiavo”, vincitore dell'Oscar nel 2014, un film che parla di schivismo e razzismo e, anche per questo suscita rabbia e indignazione.
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Per vincere una statuetta una pellicola deve essere bella, avere grandi interpreti e… far arrabbiare. Secondo uno studio tra le caratteristiche dei titoli che si aggiudicano la statuetta c’è infatti anche la capacità di suscitare ira e indignazione

La ricetta per un film da Oscar? Semplice: deve piacere ai critici, deve piacere al pubblico e deve suscitare rabbia. Sì, rabbia. Un po' di irritazione è infatti l'ingrediente decisivo, la ciliegina che può fare la differenza tra una statuetta e una semplice nomination. A dirlo è un'analisi realizzata dalla società di ricerche di mercato Clarabridge che lo scorso anno, grazie a questa formula, aveva correttamente indicato in Birdman la pellicola che aveva le maggiori probabilità di aggiudicarsi il premio. 

 

Critica e pubblico - Per individuare il mix giusto che rende un film più “premiabile” dalla giuria dell'Academy gli statistici di Clarabridge hanno analizzato i dati relativi ai titoli vincitori del premio per il “Miglior film” degli ultimi 15 anni con l'aiuto di alcune delle più popolari piattaforme online dedicate al cinema. Da Rotten Tomatoes hanno estratto i punteggi di critica e pubblico mentre dall'Internet Movies Database (IMDB) hanno ricavato oltre 95 mila recensioni sulle quali condurre un'analisi testuale per determinare i sentimenti degli utenti in relazione al lungometraggio in questione. Risultato: salvo rarissime eccezioni la vittoria arride alle pellicole che hanno un'approvazione da parte dei critici superiore a 90% e un consenso tra gli spettatori di poco inferiore.

 

 

 

 

Ma cosa succede quando, tra le nomination, ci sono più opere che condividono queste caratteristiche? Ecco che entrano in scena i sentimenti e le opinioni degli spettatori. La probabilità di vittoria cresce infatti quanto più gli utenti di IMDB sostengono che quel particolare film è “da Oscar”. Ma c'è un altro particolare degno di nota. I lungometraggi che si aggiudicano la statuetta tendono a suscitare reazioni di rabbia e di disgusto o violenza con una frequenza superiore rispetto a quelli che non vincono: rispettivamente del 15 % e del 13 %. 

 

 

 

 

Emozioni forti - Insomma, come vuole l'opinione comune il film che desidera aspirare al premio più ambito deve smuovere le coscienze e ispirare emozioni forti. Così è stato, per esempio, nel 2014 per 12 anni schiavo o nel 2010 per The Hurt Locker di Kathryn Bigelow. Per il 2016 Clarabridge non ha ancora elaborato previsioni ma, a prima vista, si può dire che alcuni candidati, come La grande scommessa o Spotilight che trattano temi come la crisi finanziaria e gli abusi sessuali all'interno della chiesa, sembrano corrispondere a questo identikit. 

 

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