Tornano I delitti del BarLume: due nuove storie, liberamente tratte dai bestseller di Marco Malvaldi editi da Sellerio, che si intitolano Il telefono senza fili e Azione e reazione arrivano in prima Tv lunedì 11 e 18 gennaio alle 21.10 su Sky Cinema 1. Ecco l'intervista alla barista Tiziana interpretata da Enrica Guidi
di Fabrizio Basso
Proviamo a portare indietro di un po' di decenni I delitti del BarLume. Proviamo a immaginare, intorno a un tavolo Paul Verlaine, Tristan Corbière, Stéphane Mallarmé, Arthur Rimbaud, Auguste Villiers de L'Isle-Adam e Marceline Desbordes-Valmore. Ma il tavolo non è in una osteria. Naviga, oscilla tra le correnti. E' il battello ebbro. Rimbaud, a soli 17 anni, ne è l'autore e il nocchiero. E la fée verte, la fata verde, ha il corpo, il cervello, la malìa di Enrica Guidi. Perché lei sarebbe stata la gioiosa dannazione dei poeti maledetti. Cloto, Lachesi e Atropo, le tre Moire signore del nostro destino, ce la hanno restituita in una epoca meno maledetta, almeno non nel senso dell'assenzio e delle sue visioni, ma lei, negli abiti di Tiziana, la barista del BarLume, resta comunque una gioiosa dannazione per chi la guarda. E, tranquilli, la rivedremo molto presto nei due nuovi episodi de I delitti del Barlume figli della creatività di Marco Malvaldi (edito da Sellerio): Il telefono senza fili e Azione e reazione arrivano in prima Tv lunedì 11 e 18 gennaio alle 21.10 su Sky Cinema 1. Nell'attesa ecco l'intervista alla fata verde del BarLume, Enrica Guidi.
Enrica Guidi è alla terzo ciclo dei Delitti.
Partecipare a una serie garantisce la possibilità di evolvere, di far crescere il personaggio.
Cosa cambia rispetto a un film?
Un film ha un inizio e una fine, in una serie maturi e qui io sono cresciuta parecchio.
Jovanotti direbbe "sempre le stesse facce mese dopo mese": non si annoia?
Tutt'altro. E’ sempre un ritrovarsi, è molto suggestivo condividere le riprese. C'è un clima da raduno tra vecchi amici.
Come si vivono Tiziana ed Enrica?
Benissimo. Si prendono per mano e si sovrappongono. Filippo Timi e tutti quelli del BarLume mi hanno dato la possibilità di crescere, è stata data una serie con sfaccettature diverse, una crescita in quanto donna.
La sua rivale è il commissario Vittoria Fusco, l'attrice Lucia Mascino.
Nella scrittura il commissario era un uomo, ora è una donna. Certo si sviluppano dinamiche tra donne, gelosie, una competizione più o meno sana. Sono saliti in superficie questi sentimenti umani, magari si sceglie...
Lei è gelosa nella vita reale?
Lo sono ma in silenzio. Nel personaggio posso vivere diversamente le mie emozioni.
Ci introduce a Enrica?
Nella mia parte personale sono protettiva, ma so essere affettuosa e fisica, mi piacciono l’abbraccio e il contatto. La pelle è l’organo più esteso va sfruttato.
Tiziana e Massimo...che c'è tra loro?
Sicuramente con Massimo non seguiamo una strada rettilinea e ben percorsa, si arriva all’obiettivo con un moto ondulatorio, non c’è il colpo di fulmine, c’è attrazione ma anche sottrazione. Tiziana è una persona serena, vuole farsi una famiglia, non è la persona inquieta che può sembrare. Cerca la serenità, ma deve vedersela con Massimo scontroso e burbero ma che in fondo ha un animo buono.
Accadrà qualcosa di speciale nei due nuovi film?
Abbiamo girato a primavera e la primavera si sente.
Sembra di riascoltare Marco Ferradini in Teorema: ma fuori dal letto nessuna pietà.
Mi piace questo richiamo. Anche per come sono girate le scene.
Ci accenna un momento speciale, almeno per lei?
Non posso essere molto esplicita, ma le dico che il bar di Massimo attraversa un finale agitato.
Che intende?
C'è sempre la giusta adrenalina canalizzata, ma c'è pure il motore della passione che garantisce carica energetica.
Parla da Tiziana o da Enrica?
Ora da Enrica: sono una persona che non ha mai rotto un piatto per rabbia, tendo a restare molto implosa, tengo tutto dentro, non ho mai dato uno schiaffo ne mai sono esplosa.
Però nel BarLume è accaduto il contrario.
E quando ho letto il copione mi sono chiesta come posso reagire e confrontarmi con questa rabbia.
Conclusione?
Ogni tanto spaccare tutto fa bene. Per chi come me che si tiene tutto dentro. Io sono per l’ignorare, per il passare oltre ma quando rompo, rompo e basta e mi avvolge una sensazione di liberazione.
Idee per il 2016?
Qualcosa si sta muovendo.
E' la conferma che ha seminato bene.
Credo nella strada che ti crei più che nell’esplosione improvvisa. Sono una maratoneta, ho molta voglia di crescere, di viaggiare. Voglio confrontarmi con nuove realtà, riprendermi le lingue. In Italia vivo a Roma, in Toscana vado ma non sto molto, la mia carica rigenerativa è nel viaggio. Ciò non toglie che ho un legame fortissimo con la famiglia.
In che epoca vorrebbe vivere Enrica?
Mi piace un sacco tutta la parte bohémien, adoro I colori dell’anima di Andy Garcia. Sarà per questo che amo Parigi?
Una dichiarazione d'amore forte dopo quello che è successo nella capitale francese.
Sono stati brutti momenti, forse non del tutto superati ma le assicuro che si respira un’aria ribelle. Penso alla trasgressione, alla storica rive gauche infiammata da alcol, droghe e sesso.
Un attore deve essere bugiardo o sincero?
Contradittorio e io vorrei vivere le contraddizioni con grinta, con la fiamma dell’assenzio che resta accesa.
Con chi vorrebbe lavorare?
Adoro Luc Besson quando fonde amore e criminalità. Emergono protagonisti coraggiosi ma umanamente fragili.
Sembra il ritratto di una certa Enrica Guidi...
Una wonder woman che in certi momenti è fragilissima.
di Fabrizio Basso
Proviamo a portare indietro di un po' di decenni I delitti del BarLume. Proviamo a immaginare, intorno a un tavolo Paul Verlaine, Tristan Corbière, Stéphane Mallarmé, Arthur Rimbaud, Auguste Villiers de L'Isle-Adam e Marceline Desbordes-Valmore. Ma il tavolo non è in una osteria. Naviga, oscilla tra le correnti. E' il battello ebbro. Rimbaud, a soli 17 anni, ne è l'autore e il nocchiero. E la fée verte, la fata verde, ha il corpo, il cervello, la malìa di Enrica Guidi. Perché lei sarebbe stata la gioiosa dannazione dei poeti maledetti. Cloto, Lachesi e Atropo, le tre Moire signore del nostro destino, ce la hanno restituita in una epoca meno maledetta, almeno non nel senso dell'assenzio e delle sue visioni, ma lei, negli abiti di Tiziana, la barista del BarLume, resta comunque una gioiosa dannazione per chi la guarda. E, tranquilli, la rivedremo molto presto nei due nuovi episodi de I delitti del Barlume figli della creatività di Marco Malvaldi (edito da Sellerio): Il telefono senza fili e Azione e reazione arrivano in prima Tv lunedì 11 e 18 gennaio alle 21.10 su Sky Cinema 1. Nell'attesa ecco l'intervista alla fata verde del BarLume, Enrica Guidi.
Enrica Guidi è alla terzo ciclo dei Delitti.
Partecipare a una serie garantisce la possibilità di evolvere, di far crescere il personaggio.
Cosa cambia rispetto a un film?
Un film ha un inizio e una fine, in una serie maturi e qui io sono cresciuta parecchio.
Jovanotti direbbe "sempre le stesse facce mese dopo mese": non si annoia?
Tutt'altro. E’ sempre un ritrovarsi, è molto suggestivo condividere le riprese. C'è un clima da raduno tra vecchi amici.
Come si vivono Tiziana ed Enrica?
Benissimo. Si prendono per mano e si sovrappongono. Filippo Timi e tutti quelli del BarLume mi hanno dato la possibilità di crescere, è stata data una serie con sfaccettature diverse, una crescita in quanto donna.
La sua rivale è il commissario Vittoria Fusco, l'attrice Lucia Mascino.
Nella scrittura il commissario era un uomo, ora è una donna. Certo si sviluppano dinamiche tra donne, gelosie, una competizione più o meno sana. Sono saliti in superficie questi sentimenti umani, magari si sceglie...
Lei è gelosa nella vita reale?
Lo sono ma in silenzio. Nel personaggio posso vivere diversamente le mie emozioni.
Ci introduce a Enrica?
Nella mia parte personale sono protettiva, ma so essere affettuosa e fisica, mi piacciono l’abbraccio e il contatto. La pelle è l’organo più esteso va sfruttato.
Tiziana e Massimo...che c'è tra loro?
Sicuramente con Massimo non seguiamo una strada rettilinea e ben percorsa, si arriva all’obiettivo con un moto ondulatorio, non c’è il colpo di fulmine, c’è attrazione ma anche sottrazione. Tiziana è una persona serena, vuole farsi una famiglia, non è la persona inquieta che può sembrare. Cerca la serenità, ma deve vedersela con Massimo scontroso e burbero ma che in fondo ha un animo buono.
Accadrà qualcosa di speciale nei due nuovi film?
Abbiamo girato a primavera e la primavera si sente.
Sembra di riascoltare Marco Ferradini in Teorema: ma fuori dal letto nessuna pietà.
Mi piace questo richiamo. Anche per come sono girate le scene.
Ci accenna un momento speciale, almeno per lei?
Non posso essere molto esplicita, ma le dico che il bar di Massimo attraversa un finale agitato.
Che intende?
C'è sempre la giusta adrenalina canalizzata, ma c'è pure il motore della passione che garantisce carica energetica.
Parla da Tiziana o da Enrica?
Ora da Enrica: sono una persona che non ha mai rotto un piatto per rabbia, tendo a restare molto implosa, tengo tutto dentro, non ho mai dato uno schiaffo ne mai sono esplosa.
Però nel BarLume è accaduto il contrario.
E quando ho letto il copione mi sono chiesta come posso reagire e confrontarmi con questa rabbia.
Conclusione?
Ogni tanto spaccare tutto fa bene. Per chi come me che si tiene tutto dentro. Io sono per l’ignorare, per il passare oltre ma quando rompo, rompo e basta e mi avvolge una sensazione di liberazione.
Idee per il 2016?
Qualcosa si sta muovendo.
E' la conferma che ha seminato bene.
Credo nella strada che ti crei più che nell’esplosione improvvisa. Sono una maratoneta, ho molta voglia di crescere, di viaggiare. Voglio confrontarmi con nuove realtà, riprendermi le lingue. In Italia vivo a Roma, in Toscana vado ma non sto molto, la mia carica rigenerativa è nel viaggio. Ciò non toglie che ho un legame fortissimo con la famiglia.
In che epoca vorrebbe vivere Enrica?
Mi piace un sacco tutta la parte bohémien, adoro I colori dell’anima di Andy Garcia. Sarà per questo che amo Parigi?
Una dichiarazione d'amore forte dopo quello che è successo nella capitale francese.
Sono stati brutti momenti, forse non del tutto superati ma le assicuro che si respira un’aria ribelle. Penso alla trasgressione, alla storica rive gauche infiammata da alcol, droghe e sesso.
Un attore deve essere bugiardo o sincero?
Contradittorio e io vorrei vivere le contraddizioni con grinta, con la fiamma dell’assenzio che resta accesa.
Con chi vorrebbe lavorare?
Adoro Luc Besson quando fonde amore e criminalità. Emergono protagonisti coraggiosi ma umanamente fragili.
Sembra il ritratto di una certa Enrica Guidi...
Una wonder woman che in certi momenti è fragilissima.