Il disco The Christmas Album ha un titolo eloquente. Progetto solista appena uscito del frontman dei mitici Spandau Ballet, lo sentiremo in rotazione durante tutto il periodo delle feste. Un sottofondo che si sposa alla perfezione con tutti i film da gustare sotto al vischio su Sky Cinema Christmas, in onda fino al 31 dicembre. Abbiamo intervistato Hadley per entrare ancora di più nel suo concept album dicembrino
di Camilla Sernagiotto
Non c’è Scrooge che possa resistere alle note di Santa Claus is coming to Town.
Non c’è cinico che possa trattenere la lacrimuccia sul finale del film Serendipity, in onda il 19 dicembre su Sky Cinema Christmas.
Insomma: non c’è nessuno che riesca a rimanere indifferente al clima natalizio, quel mood che Sky Cinema Christmas, in onda fino al 31 dicembre, ha messo non solo a titolo ma anche a cuore.
Proprio chi ha lo schermo perennemente sintonizzato sul nostro canale tematico dedicato alla magia di Babbo Natale & compagnia bella non potrà non squagliarsi come neve al sole alle note di The Christmas Album, il nuovo progetto solista del frontman degli Spandau Ballet, Sir Tony Hadley in persona.
Da White Christmas a Let it Snow Let it Snow Let it Snow, ciascuna delle sedici tracce del disco che sarà la colonna sonora delle vostre vacanze incipienti è come il motivetto Ammazza la vecchia nel film Chi ha incastrato Roger Rabbit: irresistibile e impossibile da non canticchiare.
Un disco interamente registrato e prodotto in Italia, un album che ripropone i migliori classici di Natale rivisitati da una delle firme più illustri delle sette note moderne con, in aggiunta, due inediti: Every Seconds I’m Away, scritto da Tony Hadley stesso con la preziosa collaborazione di Claudio Guidetti, qui anche in veste di producer del disco, e di Annalisa Scarrone, e Snowing all over the World, interamente farina del sacco di Hadley.
Un sacco ripieno di balocchi come quello di Babbo Natale, il suo: queste sedici chicche musicali che sentiremo in loop per tutto il mese e oltre, infatti, sono da gustare appieno tra una fetta di panettone e un morso di torrone.
Proprio la dolcezza è uno degli ingredienti principali di questa ricetta natalizia, basta un primo ascolto di Fairy Tale of New York per tastarne il gusto.
Gusto sopraffino anche grazie alla collaborazione di una delle più apprezzate ugole della scena musicale nostrana: Nina Zilli, che proprio nel sopracitato brano accompagna Hadley in un duetto folk dal retrogusto irish degno dei Pogues, per l’appunto.
Ma le collaborazioni con illustri nomi tricolori non si esauriscono qui, parola di Aldo Tagliapietra de Le Orme che ha prestato il suo sitar, la sua chitarra acustica nonché le sue mani fatate per il pezzo I Believe in Father Christmas di Greg Lake.
Tra i tormentoni natalizi riproposti "in salsa Tony Hadley" non si trovano solo pietre miliari della tradizione innevata quali Have yourself a Merry Little Christmas ma anche canzoni originali raramente reinterpretate quali Shake Up Christmas dei Train, Lonely This Christmas dei Mud, Run Rudolph Run di Chuck Berry, Driving Home for Christmas di Chris Rea e addirittura una delle hit della boy band N’sync, I don’t want to spend one more Christmas without you.
In perfetto Sky Cinema Christmas mood, lo stesso che ci accompagnerà per tutto il mese fino al 31 dicembre, abbiamo incontrato quel mostro sacro di Tony Hadley per chiedergli tutto della colonna sonora di queste feste 2015!
Perché un album dedicato al Natale?
L’hanno fatto in tanti, da Michael Bublé a Tony Bennett. Mi affascinava come idea, ho voluto fare qualcosa di non convenzionale. Ho cercato di riarrangiare tanti classici della tradizione natalizia e mi è piaciuto molto come progetto. Tutte le canzoni originali che ho reinterpretato sono davvero fantastiche, con melodie suadenti che creano un’atmosfera magica, di festa. Eppure se ti soffermi sui testi, sulle parole, scopri che sono incredibilmente tristi.
Com’è stato collaborare con musicisti italiani del calibro di Claudio Guidetti e Nina Zilli?
Quando Claudio, che è un musicista davvero incredibile per la sua bravura e poliedricità, mi ha proposto di fare The Christmas Album, ho iniziato a lavorare a stretto contatto con lui. È un artista eccezionale, così come è eccezionale e adorabile anche Nina Zilli. Con lei ho duettato nel brano Fairy Tale of New York dei Pogues; è stata fantastica!
Ci parli dei due brani inediti, il suo Snowing all over the World e il pezzo scritto da lei assieme a Claudio Guidetti e Annalisa Scarrone, Every Seconds I’m Away.
Quando ho scritto Snowing all over the World ero in pieno mood natalizio. Ho cinquantacinque anni suonati e ancora mi piace il Natale! Lo adoro come se fossi un bambino! Mia figlia, quella più piccola, ha nove anni e ama il Natale, come del resto tutti i bambini. È una cosa che non dovremmo dimenticarci. Per quanto riguarda Every Seconds I’m Away, le tematiche sono simili a quelle di Driving Home for Christmas, la canzone di Chris Rea che ripropongo nell’album.
Non ha pensato d’inserire nella tracklist anche una nuova versione di Do They Know It's Christmas?, (il brano scritto da Bob Geldof e Midge Ure nel 1984 per raccogliere fondi per combattere la carenza di cibo in Etiopia, ndr)?
No, ne hanno già fatte tantissime versioni, ben quattro diverse. Non ne servono altre.
Quali sono i brani classici che preferisce tra quelli reinterpretati nel suo album?
Credo proprio Have Yourself A Merry Little Christmas, una canzone meravigliosa, bellissima.
La più difficile da interpretare è stata invece Ave Maria perché, trattandosi di una composizione classica, risulta parecchio impegnativa. Ne ho sentite moltissime versioni prima di incidere la mia. Sono soddisfatto perché siamo riusciti a dare al brano anche un’anima elettronica oltre a quella più classica. E sono stato contento del mio lavoro vocale. Devo ringraziare le lezioni di canto classico che ho preso per anni quando ero giovane.
A proposito di voce, la sua è ancora incredibile.
Sono molto fortunato per quanto riguarda la mia ugola. Riesco ancora a fare quattro o addirittura cinque concerti consecutivi senza avere alcun tipo di problemi. Meno male perché non intendo certo andare in pensione! Questo è un lavoro troppo bello per pensare di dirgli addio. Ho provato anche a fare lavori veri ma niente, non mi ci trovo proprio. È molto più divertente cantare.
In Italia si esibirà cinque volte. Cosa ascolteremo durante i suoi live?
Canterò un po’ di tutto, dai pezzi degli Spandau Ballet a quelli che ho scritto e prodotto come solista. Forse qualcosa anche dal mio album natalizio. L’anno prossimo sarebbe bello fare proprio un tour di Natale, portando in giro The Christmas Album.
Come si è trovato in Italia?
Lavorare qui è stato bello. Collaborare con Claudio è fantastico: è smart in tutto, un polistrumentista che passa dalla chitarra al piano, un ottimo musicista che ama le belle melodie. Lavoriamo molto bene assieme.
Si è mai chiesto come mai in Italia lei sia tanto amato?
Non so, è strano! (Ride, ndr). Il vostro è un popolo adorabile, siete gente molto amichevole, calda, piena di amore. Credo che gli italiani mi apprezzino particolarmente perché sono grandi estimatori delle melodie. Il popolo italiano è estremamente musicale e melodico, motivo per cui le sonorità molto dolci, classiche e melodiche, appunto, degli Spandau Ballet vi sono sempre piaciute.
Per quando è prevista l’uscita del suo prossimo album da solista?
Spero che esca il prossimo anno, in primavera. Ci ho lavorato per anni: ci lavoravo e poi dovevo partire per i tour, poi tornavo e continuavo a lavorarci. Un po’ di pezzi di ho scritti assieme a Claudio Guidetti. Che, oltre a essere un grande musicista e autore, è anche un ottimo arrangiatore. Questo disco, però, lo registro a casa, nel Regno Unito.
Come mai ha deciso di darsi ai reality? (Nel 2003 ha vinto il reality show Reborn in the USA e adesso è appena tornato dalla giungla in cui è ambientato I'm A Celebrity, reality show australiano)
Con gli Spandau Ballet ci ritroviamo ogni quattro o cinque anni e stavolta, con questo reality, è come se avessi voluto mettere più spazio tra noi. È stato difficile ma anche fantastico vivere nella giungla: difficile perché accedere il fuoco e bollire l'acqua del fiume per bere non è certo facile. Inoltre vivevamo tra scorpioni e altri tremendi insetti. Fantastico perché nella giungla c’è molta pace, è stato come un ritorno alle origini: via i cellulari, niente caffè, niente zucchero, niente pizza… Ha fatto molto bene anche alla mia linea!
Come trascorrerà il giorno di Natale?
Andrò a messa anche se non sono religioso. Ma quella ecclesiastica è una bella comunità che pensa a cose più importanti che comprare regali di Natale. In Inghilterra purtroppo c’è ormai un materialismo dilagante.
di Camilla Sernagiotto
Non c’è Scrooge che possa resistere alle note di Santa Claus is coming to Town.
Non c’è cinico che possa trattenere la lacrimuccia sul finale del film Serendipity, in onda il 19 dicembre su Sky Cinema Christmas.
Insomma: non c’è nessuno che riesca a rimanere indifferente al clima natalizio, quel mood che Sky Cinema Christmas, in onda fino al 31 dicembre, ha messo non solo a titolo ma anche a cuore.
Proprio chi ha lo schermo perennemente sintonizzato sul nostro canale tematico dedicato alla magia di Babbo Natale & compagnia bella non potrà non squagliarsi come neve al sole alle note di The Christmas Album, il nuovo progetto solista del frontman degli Spandau Ballet, Sir Tony Hadley in persona.
Da White Christmas a Let it Snow Let it Snow Let it Snow, ciascuna delle sedici tracce del disco che sarà la colonna sonora delle vostre vacanze incipienti è come il motivetto Ammazza la vecchia nel film Chi ha incastrato Roger Rabbit: irresistibile e impossibile da non canticchiare.
Un disco interamente registrato e prodotto in Italia, un album che ripropone i migliori classici di Natale rivisitati da una delle firme più illustri delle sette note moderne con, in aggiunta, due inediti: Every Seconds I’m Away, scritto da Tony Hadley stesso con la preziosa collaborazione di Claudio Guidetti, qui anche in veste di producer del disco, e di Annalisa Scarrone, e Snowing all over the World, interamente farina del sacco di Hadley.
Un sacco ripieno di balocchi come quello di Babbo Natale, il suo: queste sedici chicche musicali che sentiremo in loop per tutto il mese e oltre, infatti, sono da gustare appieno tra una fetta di panettone e un morso di torrone.
Proprio la dolcezza è uno degli ingredienti principali di questa ricetta natalizia, basta un primo ascolto di Fairy Tale of New York per tastarne il gusto.
Gusto sopraffino anche grazie alla collaborazione di una delle più apprezzate ugole della scena musicale nostrana: Nina Zilli, che proprio nel sopracitato brano accompagna Hadley in un duetto folk dal retrogusto irish degno dei Pogues, per l’appunto.
Ma le collaborazioni con illustri nomi tricolori non si esauriscono qui, parola di Aldo Tagliapietra de Le Orme che ha prestato il suo sitar, la sua chitarra acustica nonché le sue mani fatate per il pezzo I Believe in Father Christmas di Greg Lake.
Tra i tormentoni natalizi riproposti "in salsa Tony Hadley" non si trovano solo pietre miliari della tradizione innevata quali Have yourself a Merry Little Christmas ma anche canzoni originali raramente reinterpretate quali Shake Up Christmas dei Train, Lonely This Christmas dei Mud, Run Rudolph Run di Chuck Berry, Driving Home for Christmas di Chris Rea e addirittura una delle hit della boy band N’sync, I don’t want to spend one more Christmas without you.
In perfetto Sky Cinema Christmas mood, lo stesso che ci accompagnerà per tutto il mese fino al 31 dicembre, abbiamo incontrato quel mostro sacro di Tony Hadley per chiedergli tutto della colonna sonora di queste feste 2015!
Perché un album dedicato al Natale?
L’hanno fatto in tanti, da Michael Bublé a Tony Bennett. Mi affascinava come idea, ho voluto fare qualcosa di non convenzionale. Ho cercato di riarrangiare tanti classici della tradizione natalizia e mi è piaciuto molto come progetto. Tutte le canzoni originali che ho reinterpretato sono davvero fantastiche, con melodie suadenti che creano un’atmosfera magica, di festa. Eppure se ti soffermi sui testi, sulle parole, scopri che sono incredibilmente tristi.
Com’è stato collaborare con musicisti italiani del calibro di Claudio Guidetti e Nina Zilli?
Quando Claudio, che è un musicista davvero incredibile per la sua bravura e poliedricità, mi ha proposto di fare The Christmas Album, ho iniziato a lavorare a stretto contatto con lui. È un artista eccezionale, così come è eccezionale e adorabile anche Nina Zilli. Con lei ho duettato nel brano Fairy Tale of New York dei Pogues; è stata fantastica!
Ci parli dei due brani inediti, il suo Snowing all over the World e il pezzo scritto da lei assieme a Claudio Guidetti e Annalisa Scarrone, Every Seconds I’m Away.
Quando ho scritto Snowing all over the World ero in pieno mood natalizio. Ho cinquantacinque anni suonati e ancora mi piace il Natale! Lo adoro come se fossi un bambino! Mia figlia, quella più piccola, ha nove anni e ama il Natale, come del resto tutti i bambini. È una cosa che non dovremmo dimenticarci. Per quanto riguarda Every Seconds I’m Away, le tematiche sono simili a quelle di Driving Home for Christmas, la canzone di Chris Rea che ripropongo nell’album.
Non ha pensato d’inserire nella tracklist anche una nuova versione di Do They Know It's Christmas?, (il brano scritto da Bob Geldof e Midge Ure nel 1984 per raccogliere fondi per combattere la carenza di cibo in Etiopia, ndr)?
No, ne hanno già fatte tantissime versioni, ben quattro diverse. Non ne servono altre.
Quali sono i brani classici che preferisce tra quelli reinterpretati nel suo album?
Credo proprio Have Yourself A Merry Little Christmas, una canzone meravigliosa, bellissima.
La più difficile da interpretare è stata invece Ave Maria perché, trattandosi di una composizione classica, risulta parecchio impegnativa. Ne ho sentite moltissime versioni prima di incidere la mia. Sono soddisfatto perché siamo riusciti a dare al brano anche un’anima elettronica oltre a quella più classica. E sono stato contento del mio lavoro vocale. Devo ringraziare le lezioni di canto classico che ho preso per anni quando ero giovane.
A proposito di voce, la sua è ancora incredibile.
Sono molto fortunato per quanto riguarda la mia ugola. Riesco ancora a fare quattro o addirittura cinque concerti consecutivi senza avere alcun tipo di problemi. Meno male perché non intendo certo andare in pensione! Questo è un lavoro troppo bello per pensare di dirgli addio. Ho provato anche a fare lavori veri ma niente, non mi ci trovo proprio. È molto più divertente cantare.
In Italia si esibirà cinque volte. Cosa ascolteremo durante i suoi live?
Canterò un po’ di tutto, dai pezzi degli Spandau Ballet a quelli che ho scritto e prodotto come solista. Forse qualcosa anche dal mio album natalizio. L’anno prossimo sarebbe bello fare proprio un tour di Natale, portando in giro The Christmas Album.
Come si è trovato in Italia?
Lavorare qui è stato bello. Collaborare con Claudio è fantastico: è smart in tutto, un polistrumentista che passa dalla chitarra al piano, un ottimo musicista che ama le belle melodie. Lavoriamo molto bene assieme.
Si è mai chiesto come mai in Italia lei sia tanto amato?
Non so, è strano! (Ride, ndr). Il vostro è un popolo adorabile, siete gente molto amichevole, calda, piena di amore. Credo che gli italiani mi apprezzino particolarmente perché sono grandi estimatori delle melodie. Il popolo italiano è estremamente musicale e melodico, motivo per cui le sonorità molto dolci, classiche e melodiche, appunto, degli Spandau Ballet vi sono sempre piaciute.
Per quando è prevista l’uscita del suo prossimo album da solista?
Spero che esca il prossimo anno, in primavera. Ci ho lavorato per anni: ci lavoravo e poi dovevo partire per i tour, poi tornavo e continuavo a lavorarci. Un po’ di pezzi di ho scritti assieme a Claudio Guidetti. Che, oltre a essere un grande musicista e autore, è anche un ottimo arrangiatore. Questo disco, però, lo registro a casa, nel Regno Unito.
Come mai ha deciso di darsi ai reality? (Nel 2003 ha vinto il reality show Reborn in the USA e adesso è appena tornato dalla giungla in cui è ambientato I'm A Celebrity, reality show australiano)
Con gli Spandau Ballet ci ritroviamo ogni quattro o cinque anni e stavolta, con questo reality, è come se avessi voluto mettere più spazio tra noi. È stato difficile ma anche fantastico vivere nella giungla: difficile perché accedere il fuoco e bollire l'acqua del fiume per bere non è certo facile. Inoltre vivevamo tra scorpioni e altri tremendi insetti. Fantastico perché nella giungla c’è molta pace, è stato come un ritorno alle origini: via i cellulari, niente caffè, niente zucchero, niente pizza… Ha fatto molto bene anche alla mia linea!
Come trascorrerà il giorno di Natale?
Andrò a messa anche se non sono religioso. Ma quella ecclesiastica è una bella comunità che pensa a cose più importanti che comprare regali di Natale. In Inghilterra purtroppo c’è ormai un materialismo dilagante.