Totò o l'arte della commedia bassa: leggiamo un nuovo Principe pensando a Tognazzi

Cinema
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Sky Cinema Classics ricorda Ugo Tognazzi a 25 anni dalla scomparsa. Sabato 31 ottobre tra gli altri film c'è Totò nella Luna. Introduciamo il ciclo e ricordiamo il Principe con un estratto del libro di Massimiliano Scuriatti E io lo nacqui. Totò, o l’arte della commedia bassa

Sono 25 anni che manca Ugo Tognazzi. Uno dei massimi attori italiani di sempre. Sky Cinema Classics lo ricorda martedì 27 ottobre in prima e seconda serata e poi sabato 31 ottobre con una maratona che parte alle ore 9.55. In questa serie di perle c'è Toto nella Luna, uno dei film più celebrati di Totò. Che in questa occasione ha voluto al suo fianco Tognazzi. La poliedrica figura di Totò ha ora una nuova chiave di lettura. Nel vero senso della parola. Il bel libro di Massimiliano Scuriatti E io lo nacqui. Totò, o l’arte della commedia bassa (Edizioni Bietti, 20 euro) ci porta in un ambito poco indagato del Principe De Curtis. E' un libro che ha la profondità di un saggio ma si legge con la soavità di un romanzo d'appendice. Scuriatti riesce a educare senza annoiare. E mentre lo leggo mi sembra di vedere Totò e Ugo ora a Cremona, tra nebbia e culatello, ora a Napoli tra pizza e Vesuvio. Vi lascio con un suo estratto. Chi vuole approfondire può incontrare l'autore e alcuni suoi amici, tra cui Maurizio Nichetti che ha curato la prefazione, Raoul Cremona, Rossana Carretto e Massimo Valli sabato 24 ottobre alle ore 18 presso lo Spazio Agoràa della Triennale di Milano in via Alemagna 6.

di Massimiliano Scuriatti

Lavorare sulla staticità del testo apportando delle variazioni vuol dire, nella recitazione di Totò, personalizzare il testo stesso in base alla propria fisionomia d’attore, cucirla addosso alla maschera, facendo sembrare improvvisato, creato al momento, ciò che invece è già esistente. Vi è perciò un luogo, che possiamo visualizzare come una sorta di baule virtuale e interiore del comico, ricolmo di materiale scenico accumulato spettacolo dopo spettacolo, da cui, al momento giusto, estrarre il
lazzo, la battuta, l’espressione adatta, da incastonare alla perfezione nella data sequenza in atto. Tale contenitore, in cui il comico conserva gli strumenti del suo lavoro, è la memoria. È dalla memoria che Totò, come un tempo i comici dell’arte, estrae le forme e i contenuti di cui egli necessita in scena, con
naturalezza tale da apparire invenzione fulminea, mai esistita se non a partire da quel dato istante, come il bravo prestigiatore che fa sembrare veritiera la magica apparizione di un mazzo di fiori o di un coniglio da un presunto nulla. In un altro stralcio della sua testimonianza, riferendosi allo sketch L’onorevole in vagone letto, Castellani dice: «Spesso mi capita di sentirmi chiedere il testo di questo e di altri sketch diventati ormai leggendari. Ma i testi non ci sono. Non ci sono mai stati. Ecco perché l’arte, la vera arte di Totò è scomparsa con lui».

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