Sky Cinema Classics, lunedì 7 settembre celebra i 75 anni del maestro dell’horror italiano Dario Argento programmando alle 22.55 QUATTRO MOSCHE DI VELLUTO GRIGIO, terzo capitolo della cosiddetta Trilogia degli animali che racconta la storia del giovane musicista Roberto Tobias, ossessionato dai sensi di colpa per aver tolto involontariamente la vita a una persona e coinvolto in una serie di pericolose indagini.
E' il re indiscusso della paura, il principe della suspense, forse il regista "vivente" italiano più apprezzato, non solo nel nostro Paese ma un po' in tutto il mondo (Francia, Giappone e Stati Uniti in particolare). Stiamo parlando di Dario Argento, quello che è stato accostato ad Alfred Hitchcock per le tante affinità che lo legano al grande cineasta inglese. <br><br>Se Sergio Leone fu l'inventore dello spaghetti-western, Dario Argento è stato il rifondatore del thriller italiano. Da Leone ha mutuato l'uso del primissimo piano, l'insistenza sui dettagli (occhi, oggetti), la scarsità di dialoghi. Di Hitchcock gli è certamente piaciuta l'ironia nei confronti della polizia incapace e con lui ha condiviso l'interesse per le psicopatologie che portano al delitto. Mario Bava è stato il suo apripista nel percorso verso l'invenzione del giallo all'italiana.<br><br>Lunghissima la sua filmografia: si parte con "L'uccello dalle piume di cristallo" del 1970, film che per la verità, all'inizio, fu accolto tiepidamente ma grazie ad un passaparola incassò più di un miliardo di vecchie lire, riuscendo ad imporre il giovane regista all'attenzione di critica e pubblico. C'era soprattutto il quel primo film un insistere voluto nel voler terrorizzare gli spettatori attraverso espedienti inconsueti per quel genere: i fotogrammi subliminali che erano la chiave di volta del film, certi rumori stridenti, l''assassino in impermeabile e guanti pelle che brandiva il coltello come nella doccia di Psyco mentre la macchina da presa anziché abbassarsi nel mulinello di acqua sporca di sangue indulge su particolari raccapriccianti.<br><br>Argento aveva trovato un nuovo linguaggio per spaventare: cosa che del resto continuò a fare nei suoi film seguenti, quelli che per la critica appartengono alla cosiddetta trilogia degli animali: Il gatto a nove code (1971) e Quattro mosche di velluto grigio (1971), dove ancora una volta il regista romano sperimenta la paura attraverso l'uso degli effetti rallenty, a montaggi alternati, sequenze oniriche, straniamento dei protagonisti dalla realtà.<br><br>Dopo una breve parentesi 'storica' con Le cinque giornate (1974), film che rievocava l'insurrezione milanese del 1848 contro gli austriaci, Argento torna al thriller con Profondo Rosso (1975) e Suspiria (1977). Questi due film rappresentano sicuramente il momento più alto e compiuto della carriera artistica di Dario Argento ma anche la svolta verso una sempre più marcata deriva horror, un sempre maggiore compiacimento per le scene raccapriccianti, le musichette allucinate, la frenesia omicida, con una marcata tendenza al neogotico.<br><br>Saranno queste tendenze a caratterizzare i titoli successivi, da Inferno (1980) a La sindrome di Standhal (1996), da Phoenomena (1985) a Il fantasma dell'opera (1998), miscelano variamente horror e thriller, sfoggiano innovative tecniche e strumenti di ripresa all'avanguardia, ma nel loro orrorifico barocchismo non aggiungono niente di veramente significativo all'opera del regista.<br><br>Dopo il ritorno al thriller con Non ho sonno (2001), Argento dirige Il Cartaio (2004). Nel 2007 vi è la produzione de La terza madre (2007), in cui torna a lavorare con la figlia Asia: è il capitolo finale della Trilogia delle Tre Madri. Nel 2009 Argento dirige Giallo, pellicola presentata in anteprima al Festival del Cinema di Edimburgo e distribuita direttamente in home video l'anno stesso.<br><br>Nel 2009, il regista cede i diritti di due suoi film per farne realizzare dei remake negli Stati Uniti; i titoli interessati sono L'uccello dalle piume di cristallo e Suspiria. Nel novembre 2014 ha dato l'annuncio della prossima realizzazione di The Sandman, progetto ispirato all'omonimo racconto di E.T.A. Hoffmann, per il quale il regista ha lanciato sul web una campagna di crowdfunding. Il film dovrebbe vedere la presenza del cantante Iggy Pop quale protagonista.