Hilary Swank e Emmy Rossum, una storia di malattia e amicizia in "Qualcosa di buono"

Cinema
Emmy Rossum e Hilary Swank in un'immagine tratta dal film "Qualcosa di buono" dal 27 agosto nei cinema
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Il 27 agosto arriva nei cinema italiani Qualcosa di buono, in cui Hilary Swank interpreta una pianista malata di SLA. Sky Cinema Passion manderà in onda lunedì 24 agosto alle 20.50, in anteprima 5 minuti del film mentre Sky Cine News dedicherà una puntata speciale al film il 25 agosto alle 21.00 su Sky Cinema 1

Ogni volta le sue performance ci hanno lasciato sempre di stucco. Prima ha segnato la memoria dello spettatore con l’adolescente transgender di Boys Don’t Cry, che le è valso il primo Oscar. Poi ci ha strappato il cuore con la combattente in cerca di riscatto di Million Dollar Baby, secondo Oscar. Ora Hilary Swank arricchisce la sua carriera di un altro intenso personaggio, una giovane donna malata da Sla in Qualcosa di buono di George C. Wolfe, con Emmy Rossum, nelle sale dal 27 agosto con Koch Media. Sky Cinema Passion manderà in onda lunedì 24 agosto alle 20.50, in anteprima 5 minuti del film mentre Sky Cine News dedicherà una puntata speciale al film il 25 agosto alle 21.00 su Sky Cinema 1. <br><br><iframe width="630" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/xLvA4GfjD0A" frameborder="0" allowfullscreen></iframe><br><br>Tratta dall'omonimo romanzo di Michelle Wildgen (edito in Italia da Vallardi), la storia unisce i toni da dramedy alla 'Quasi amici' per intenderci con la commozione del classico film d'amore, amicizia e malattia.    La protagonista (anche produttrice del film) si è trovata a confrontarsi con le tematiche del film, a ruoli inversi, anche nella vita reale: infatti per assistere il padre Stephen (con il quale in passato i rapporti non erano stati facili), reduce da un trapianto di polmone, ha deciso di prendersi una pausa, pur senza fermarsi completamente, da Hollywood. "Non c’è niente che voglia fare di più che stare con mio padre in questo periodo di bisogno – spiegò qualche mese fa la stessa attrice all'HuffPost -. Se non mi prendessi cura di lui, riguardando indietro penso avrei sempre il rimorso di non essergli stata accanto. Siamo molto legati ora, il legame che abbiamo creato compensa quello che non abbiamo avuto in passato".<br><br><iframe width="630" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/DVikjo4ydPQ" frameborder="0" allowfullscreen></iframe><br><br>In Qualcosa di buono, invece, ad avere bisogno di assistenza, comprensione, empatia, aiuto, è il suo personaggio Kate, pianista classica, di buona famiglia, affetta da Sla e costretta sulla sedia a rotelle. La routine nella quale è accudita dal marito Evan (Josh Duhamel), avvocato di successo, è sconvolta quando Kate, che si sente sempre più isolata e impotente, decide di assumere come “badante”, nonostante non abbia nessuna esperienza, Bec (Emmy Rossum, alla ribalta negli Usa per il suo ruolo nella serie Shameless con William Macy), scapestrata studentessa universitaria in crisi e aspirante cantante. Mentre il legame tra le due donne, così diverse, diventa sempre più solido, scoppia la crisi tra Kate e il marito... <br><br>Il titolo originale You’re Not You nasce da qualcosa che Kate dice a Bec ma per molti aspetti è una frase che riguarda entrambi i personaggi. Kate non è la vera Kate. Bec non è la vera Bec. Evan non è il vero Evan. Ogni personaggio è prigioniero dell'immagine che dà di sé, fino al momento in cui comincerà a prendere coscienza dell'esistenza di un'immagine più complessa, evoluta e profonda che può essere la propria interiorità. Lungo il percorso del film, ciascun personaggio si  avvicinerà sempre più alla propria vera identità. <br><br>Come d'abitudine Hilary Swank ha voluto riprodurre con la più grande precisione la trasformazione fisica del personaggio (dai movimenti alla voce), qui alla prese con una malattia degenerativa: "Ho fatto molte ricerche, mi sono preparata con l'aiuto di un infermiera e ho incontrato molti malati di Sla che hanno condiviso con me molti dettagli intimi e privati su cosa voglia dire affrontare ogni giorno, emozionalmente e fisicamente questa diagnosi - ha spiegato l'attrice -. Speravano che il film aumentasse la consapevolezza sulla malattia, e ciò ha aggiunto una responsabilità molto maggiore per me, sentivo di dover rappresentare tutti quelli che ho incontrato". E siamo sicuri che ci è la Swank ci è riuscita in pieno.<br><br><iframe width="630" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/nZkUsgD1bLs" frameborder="0" allowfullscreen></iframe><br><br><iframe width="630" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/B7uza1UrmZc" frameborder="0" allowfullscreen></iframe><br><br><iframe width="630" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/DGqrnvDrhwc" frameborder="0" allowfullscreen></iframe><br><br>

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